Google celebra il 94esimo anniversario della nascita della designer milanese

L’omaggio di Google ad Anna Castelli Ferrieri

 

Ludovica Sanfelice

06/08/2014

Novantaquattro anni fa, a Milano nasceva l’architetto Anna Castelli Ferrieri. Google ne celebra oggi la storia con un doodle che la ritrae stilizzata e circondata da alcune delle sue creazioni più conosciute.
Il design degli oggetti d’uso quotidiano fu il centro della sua ricerca di sintesi tra forma e sostanza che trovò massima espressione nella collaborazione con la Kartell, fondata dal marito Giulio Castelli.

Per l’azienda oggi leader tra le eccellenze made in Italy, la designer coordinò la linea di produzione dal 1976 al 1987 e realizzò anche la sedia in plastica 4870 che le valse un Compasso d’oro (il secondo lo vinse con la linea di posate Hannah realizzata per la Sambonet), i contenitori componibili a sezione quadrata e tonda, oggi esposti nella collezione permanente del MoMa di New York, la libreria rotante modello 3610, la poltrona 4814, lo sgabello da bar 4822 e il cestino/contenitore 7305 che appaiono nell’omaggio personalizzato resole da Google.

Affezionata alle idee del Bauhaus, Anna Ferrieri fu tra le prime donne a laurearsi in architettura in Italia. Il suo professore del Politecnico, Franco Albini, la indirizzò verso il razionalismo moderno che ispirò la sua produzione anche in ambito urbanistico, settore che la vide attiva nel recupero di importanti aree attraverso la realizzazione di piani regolatori per città come Milano, Torino, Vicenza e Genova; nel restauro di edifici storici, come il Chiostro del Bramante a Milano e Palazzo Benci a Firenze; e che si espresse con rigore anche nel disegno delle sedi di uffici come l’Alfa Romeo di Arese e la Kartell a Binasco, alle porte di Milano.

Il ruolo di pioniera del design industriale la spinse anche verso la docenza (insegnò alla Facoltà di architettura del Politecnico di Milano; dal 1987 alla Domus Academy; nel 1992 alla Rmit di Melbourne e all’Art Center College of Design di Pasadena), e la condusse a presiedere l’Associazione per il disegno industriale (ADI) tra il 1969 e il 1971.
Morì a Milano il 22 giugno del 2006, ancora in piena attività professionale.

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