La lunga storia delle stoffe "Alm"
Coutesy of Museo Palazzo Venezia, Roma |
Stoffe copte
26/02/2004
Abbiamo incontrato uno dei direttori storico-artistici del Museo di Palazzo Venezia a Roma, Maria Selene Sconci, curatrice dell’esposizione della collezione di stoffe copte "Tove Alm", gran parte della quale verrà esposta negli ambienti del museo per tutto il mese di aprile.
Dottoressa Sconci, dopo molti anni le stoffe copte sono giunte a destinazione, ci può riassumere brevemente le loro peripezie?
"Nel 1973 la svedese Tove Alm propose l’acquisto al Museo di Palazzo Venezia, istituzione che più delle altre le sembrava adatta poiché conservava già altre stoffe copte. I tempi si allungarono e la Alm tornò in Svezia nel 1975 senza portare con sé la collezione. Morì nel 1979 lasciando un testamento secondo il quale l’istituzione romana di Palazzo Venezia veniva dichiarata proprietaria della collezione. Il signor Celani, amico romano della Alm, cui la studiosa aveva lasciato le valigie con le stoffe, pretese dallo Stato un rimborso per il deposito: solo nello scorso luglio grazie all’intervento dei Carabinieri la collezione è giunta al museo".
La storia di questa collezione è particolarmente complessa, ma perché il Ministero non chiuse subito le trattative con la collezionista svedese prima del suo ritorno in patria 1975?
"In realtà erano già pronti 100 milioni per acquisire l’intera collezione di stoffe copte portate a Roma dalla Tove Alm, ma bisogna considerare il momento in cui questa proposta giunse al Ministero. Nel 1975 stava nascendo il Ministero dei Beni Culturali ed Ambientali che si staccava da quello della Pubblica Istruzione. Questo avvenimento non faceva altro che rallentare le trattative, cosicché la collezionista, che aveva molta premura di tornare in Svezia per questioni di salute, lasciò tutto ad un suo amico romano".
Si sa qualcosa di questo personaggio che per tanti anni ha tenuto le valigie con le stoffe? E in che condizioni ha saputo tenerle ?
"Celani ha tenuto i tessuti copti prima in un deposito sulla via Aurelia, e in un secondo momento le ha portate nella sua abitazione in zona Trionfale. L’amico della Tove Alm non è un antiquario, ma un semplice cittadino privato che ha conservato il patrimonio affidatogli in maniera approssimativa: uno degli scatoloni con 70 pezzi “risulta” addirittura essere stato rubato; altri tessuti presentavano della muffa".
Quanti sono i pezzi giunti ora al Palazzo e quali di maggior pregio artistico?
"I pezzi sono circa 230. Per quanto riguarda la loro iconografia, essa si cala completamente nel contesto culturale copto. Tutti i tessuti hanno raffigurazioni che si rifanno ai temi dionisiaci. Una stoffa su tutte mostra il dio a figura intera ed è sicuramente il pezzo che più degli altri si impone anche all’attenzione di un pubblico non esperto di stoffe copte. Per il resto ci sono splendide iconografie con Ercole, racemi vegetali o piccoli animali colorati che spesso rivelano l’originaria collocazione su abiti per bambini".
Ci parli dell’esposizione temporanea della collezione all’interno del Museo di Palazzo Venezia.
"Le stoffe saranno esposte dal 4 aprile, per un mese, su apposite strutture collocate al centro della sala VI del museo, quella dove è raccolta la collezione di dipinti del cardinal Tommaso Ruffo".
Cosa succederà alle stoffe dopo questo mese?
"La collezione sarà sottoposta ad un monitoraggio per sincerarsi delle sue condizioni. Verrà eseguita una puntuale schedatura conservativa. Si occuperanno di queste operazioni la Soprintendenza per i Beni Artistici e Storici di Roma, l’Istituto Centrale per il Restauro e lo Swedish Institut for Fiber and Polimer. Infine le stoffe saranno catalogate e studiate scientificamente da specialisti del settore".
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