Dal 9 aprile al 25 giugno a Mendrisio
Le metamorfosi della scultura

Courtesy Benedetta Mori Ubaldini |
Metamorfosi. Benedetta Mori Ubaldini, Landscape # 1
Francesca Grego
06/04/2017
Cos’è l’arte, se non incessante trasformazione di materia, sentimenti, corpi, idee? È questo il punto di partenza di Metamorfosi. Uno sguardo alla scultura contemporanea, dal 9 aprile al 25 giugno al Museo d’arte Mendrisio.
Dall’enorme cuore pulsante di Carlo Borer, che apre il percorso, alle aeree moltitudini di meduse di Benedetta Mori Ubaldini e alle creazioni erotico-vegetali di Serge Brignoni, fino alle forme sinuose e dinamiche di Tony Cragg o di Jean Arp, la natura si trasfigura in immagini fantastiche, da far invidia alle metamorfosi mitologiche di Ovidio.
Creature e oggetti eccentrici che, oltre a restituire uno spaccato delle tendenze della scena artistica attuale, strizzano l’occhio a quel conturbante territorio di confine fra natura e artificio rappresentato dalle antiche Wunderkammern, le camere delle meraviglie dove dal Cinquecento in poi i collezionisti europei conservarono i propri pezzi più originali e preziosi: reperti archeologici atipici o curiosi manufatti esotici, scherzi della natura o specie sconosciute, raccolti ed esibiti per suscitare lo stupore degli ospiti.
Nel percorso concepito in collaborazione con gli artisti all’interno dell’ex Convento dei Serviti, l’esuberanza di forme e colori della natura e del corpo umano si incarna in sculture che ai materiali tradizionali accostano gli ultimi ritrovati della tecnologia: dal silicone al vetro acrilico, dalle numerose declinazioni della plastica alle nuove leghe metalliche, per effetti sempre più sorprendenti.
Prendono vita così alveari di legno ispirati all’arte islamica, viscere di porcellana variopinta, organismi ibridi, radici avviluppanti, costellazioni di fiori, coralli e concrezioni geologiche in resina sintetica.
Ventiquattro artisti svizzeri e internazionali, appartenenti a diverse generazioni, sono gli autori di questo universo vertiginosamente mutante, costruito per assemblaggi e accumuli: un microcosmo immaginario dove organico e inorganico, uomo e natura, si specchiano in un sogno bizzarro.
Dall’enorme cuore pulsante di Carlo Borer, che apre il percorso, alle aeree moltitudini di meduse di Benedetta Mori Ubaldini e alle creazioni erotico-vegetali di Serge Brignoni, fino alle forme sinuose e dinamiche di Tony Cragg o di Jean Arp, la natura si trasfigura in immagini fantastiche, da far invidia alle metamorfosi mitologiche di Ovidio.
Creature e oggetti eccentrici che, oltre a restituire uno spaccato delle tendenze della scena artistica attuale, strizzano l’occhio a quel conturbante territorio di confine fra natura e artificio rappresentato dalle antiche Wunderkammern, le camere delle meraviglie dove dal Cinquecento in poi i collezionisti europei conservarono i propri pezzi più originali e preziosi: reperti archeologici atipici o curiosi manufatti esotici, scherzi della natura o specie sconosciute, raccolti ed esibiti per suscitare lo stupore degli ospiti.
Nel percorso concepito in collaborazione con gli artisti all’interno dell’ex Convento dei Serviti, l’esuberanza di forme e colori della natura e del corpo umano si incarna in sculture che ai materiali tradizionali accostano gli ultimi ritrovati della tecnologia: dal silicone al vetro acrilico, dalle numerose declinazioni della plastica alle nuove leghe metalliche, per effetti sempre più sorprendenti.
Prendono vita così alveari di legno ispirati all’arte islamica, viscere di porcellana variopinta, organismi ibridi, radici avviluppanti, costellazioni di fiori, coralli e concrezioni geologiche in resina sintetica.
Ventiquattro artisti svizzeri e internazionali, appartenenti a diverse generazioni, sono gli autori di questo universo vertiginosamente mutante, costruito per assemblaggi e accumuli: un microcosmo immaginario dove organico e inorganico, uomo e natura, si specchiano in un sogno bizzarro.
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