Dal 6 agosto a Riva del Garda
Michelangelo e la Cappella Sistina: al MAG i disegni di Casa Buonarroti
Michelangelo Buonarroti, Studio di testa per il “Diluvio” per la Volta Sistina, 1509-1510 circa, matita rossa, 125 × 142 mm. Firenze, Casa Buonarroti, inv. 47 F
Francesca Grego
04/08/2022
Un prodigio oltre l’umano: è il pensiero che balena nella mente di chi osserva gli affreschi della Cappella Sistina, non importa se per la prima o per l’ennesima volta. Come avrà fatto Michelangelo a creare tale e tanta meraviglia? Dal 6 agosto una mostra proverà a rispondere alla domanda con un viaggio nel backstage del capolavoro vaticano. Al MAG - Museo Alto Garda, una preziosa selezione di disegni conservati a Casa Buonarroti racconterà il lungo e complesso processo creativo di Michelangelo, chiamato a realizzare la decorazione in due diversi momenti: tra il 1508 e il 1512 il genio del Rinascimento dipinse gli affreschi della volta, un’impresa titanica che lo costrinse a lavorare per mesi a testa in giù, sdraiato su altissimi ponteggi. Vent’anni dopo, ormai anziano, tornò nella Cappella per realizzare il celebre Giudizio Universale sulla parete dell’altare.
In questi settecento metri quadri, scrive Cristina Acidini, curatrice del progetto con Alessandro Cecchi: “ si offre agli sguardi un eccelso segmento della civiltà occidentale, fissato sull’intonaco con la tecnica del ‘buon fresco’ a base di acqua e pigmenti per sempre, ovvero, per quella porzione di tempo che è concessa alle più durature creazioni umane. Vi son tenute insieme in una sintesi abbagliante la dottrina cristiana e l’arte del Rinascimento; la potenza dell’invenzione e la maestria dell’esecuzione. E tutto per mano di un uomo solo, che fondendo nel crogiuolo della propria immaginazione, come una lega preziosa, le istruzioni d’ignoti suggeritori, seppe forgiare in una popolazione di figure uniche e indimenticabili l’epopea biblica ed evangelica, dal primo istante della Creazione al giorno estremo dell’esistenza umana, sulla soglia dell’eternità”.
Michelangelo Buonarroti, Studio di un braccio per una figura nella Volta Sistina, 1509-1510 circa, matita nera, 98 × 131 mm. Firenze, Casa Buonarroti, inv. 8 F
Attraverso i disegni di Casa Buonarroti seguiremo passo dopo passo entrambe le fasi e scopriremo infine pregiate incisioni che testimoniano la fama del capolavoro michelangiolesco nei secoli successivi. “Il Buonarroti che affrescò la Volta Sistina tra il 1508 e il 1512, non era lo stesso artista che dipinse il Giudizio finale tra il 1535 e il 1541” racconta la curatrice: “Come e più di ogni altro essere umano, a cinquant’anni Michelangelo era stato modellato e trasformato dal vissuto personale col passare del tempo, gli oltre vent’anni intercorsi fra le due imprese e costellati di esperienze, di lavori, di successi, di amarezze e patemi. E inoltre, le circostanze intorno a lui – nella città natale, nella città papale, nella penisola italiana e nell’intera Europa – erano profondamente mutate”.
Nella prima sezione, dedicata alla volta, troveremo i disegni su carta che servirono a Michelangelo per realizzare i cartoni preparatori degli affreschi della Sistina: studi di singole parti anatomiche e figure nelle posizioni più varie, tra i quali spiccano i due fogli con la Cacciata dal Paradiso terrestre.
La seconda parte della mostra ci porterà invece nel cantiere del Giudizio Finale per scoprire come il monumentale affresco abbia preso forma, spaziando dagli studi d’insieme alle singole figure, e passando attraverso modifiche e versioni successive che testimoniano l’insoddisfazione e i “pentimenti” di Michelangelo.
“Questa mostra propone al visitatore l’opportunità di ammirare dal vero e da vicino fogli antichi di mezzo millennio, che riposano abitualmente nella penombra di un ben protetto caveau nella Casa Buonarroti a Firenze” spiega ancora Acidini: un’occasione per entrare “direttamente nell’officina mentale e manuale dell’artista, così da immaginare la quantità e la varietà degli studi grafici che dovettero precedere e accompagnare la progettazione dei due murali. Indefinibile, e comunque vasta, è la quantità dei disegni che egli certamente approntò e che non sono giunti fino a noi: o perduti, o donati, o perfino distrutti da lui stesso in vecchiaia”.
Michelangelo Buonarroti, Studio di nudo virile inginocchiato, 1534 circa, matita nera, 269 × 169 mm. Firenze, Casa Buonarroti, inv. 54 F
In fondo al percorso del MAG copie antiche dei personaggi del Giudizio Universale racconteranno poi come l’opera sia divenuta molto presto un modello per le generazioni successive, mentre le stampe a bulino del mantovano Giorgio Ghisi documenteranno l’ammirazione suscitata da Michelangelo tra i contemporanei. Un’incisione realizzata da Francesco Barbazza su disegno di Francesco Panini, figlio del celebre vedutista romano Gian Paolo, infine, mostrerà infine come appariva la Cappella Sistina nel 1776.
“Portare le opere di Michelangelo sul lago di Garda potrebbe sembrare un azzardo”, osserva Vittorio Sgarbi, presidente del MAG e ideatore del progetto, “se non fosse per l’esistenza di due importanti esperienze michelangiolesche, una critica e l’altra letteraria, proprio sul lago. Nella villa Cargnacco di Gardone di Riviera vissero prima Henry Thode e poi Gabriele D’Annunzio. Per entrambi Michelangelo fu un ideale e una presenza decisiva. Thode scrisse importanti volumi su Michelangelo; D’Annunzio considerò l’artista come un ‘genitore’ o un ‘parente’. Non a caso, il riferimento alla Cappella Sistina è presente in numerose riproduzioni fotografiche nella Officina della Prioria, lo studio di D’Annunzio”.
Michelangelo e la Cappella Sistina nei disegni autografi di Casa Buonarroti sarà visitabile dal 6 agosto al 23 ottobre al MAG – Museo Alto Garda (Riva del Garda), che con questa mostra inaugura un piano pluriennale di ampio respiro.
Michelangelo Buonarroti, Studio per gli affreschi della Cappella Sistina. Casa Buonarroti © Associazione MetaMorfosi, Roma. Foto: Massimo Menghini
In questi settecento metri quadri, scrive Cristina Acidini, curatrice del progetto con Alessandro Cecchi: “ si offre agli sguardi un eccelso segmento della civiltà occidentale, fissato sull’intonaco con la tecnica del ‘buon fresco’ a base di acqua e pigmenti per sempre, ovvero, per quella porzione di tempo che è concessa alle più durature creazioni umane. Vi son tenute insieme in una sintesi abbagliante la dottrina cristiana e l’arte del Rinascimento; la potenza dell’invenzione e la maestria dell’esecuzione. E tutto per mano di un uomo solo, che fondendo nel crogiuolo della propria immaginazione, come una lega preziosa, le istruzioni d’ignoti suggeritori, seppe forgiare in una popolazione di figure uniche e indimenticabili l’epopea biblica ed evangelica, dal primo istante della Creazione al giorno estremo dell’esistenza umana, sulla soglia dell’eternità”.
Michelangelo Buonarroti, Studio di un braccio per una figura nella Volta Sistina, 1509-1510 circa, matita nera, 98 × 131 mm. Firenze, Casa Buonarroti, inv. 8 F
Attraverso i disegni di Casa Buonarroti seguiremo passo dopo passo entrambe le fasi e scopriremo infine pregiate incisioni che testimoniano la fama del capolavoro michelangiolesco nei secoli successivi. “Il Buonarroti che affrescò la Volta Sistina tra il 1508 e il 1512, non era lo stesso artista che dipinse il Giudizio finale tra il 1535 e il 1541” racconta la curatrice: “Come e più di ogni altro essere umano, a cinquant’anni Michelangelo era stato modellato e trasformato dal vissuto personale col passare del tempo, gli oltre vent’anni intercorsi fra le due imprese e costellati di esperienze, di lavori, di successi, di amarezze e patemi. E inoltre, le circostanze intorno a lui – nella città natale, nella città papale, nella penisola italiana e nell’intera Europa – erano profondamente mutate”.
Nella prima sezione, dedicata alla volta, troveremo i disegni su carta che servirono a Michelangelo per realizzare i cartoni preparatori degli affreschi della Sistina: studi di singole parti anatomiche e figure nelle posizioni più varie, tra i quali spiccano i due fogli con la Cacciata dal Paradiso terrestre.
La seconda parte della mostra ci porterà invece nel cantiere del Giudizio Finale per scoprire come il monumentale affresco abbia preso forma, spaziando dagli studi d’insieme alle singole figure, e passando attraverso modifiche e versioni successive che testimoniano l’insoddisfazione e i “pentimenti” di Michelangelo.
“Questa mostra propone al visitatore l’opportunità di ammirare dal vero e da vicino fogli antichi di mezzo millennio, che riposano abitualmente nella penombra di un ben protetto caveau nella Casa Buonarroti a Firenze” spiega ancora Acidini: un’occasione per entrare “direttamente nell’officina mentale e manuale dell’artista, così da immaginare la quantità e la varietà degli studi grafici che dovettero precedere e accompagnare la progettazione dei due murali. Indefinibile, e comunque vasta, è la quantità dei disegni che egli certamente approntò e che non sono giunti fino a noi: o perduti, o donati, o perfino distrutti da lui stesso in vecchiaia”.
Michelangelo Buonarroti, Studio di nudo virile inginocchiato, 1534 circa, matita nera, 269 × 169 mm. Firenze, Casa Buonarroti, inv. 54 F
In fondo al percorso del MAG copie antiche dei personaggi del Giudizio Universale racconteranno poi come l’opera sia divenuta molto presto un modello per le generazioni successive, mentre le stampe a bulino del mantovano Giorgio Ghisi documenteranno l’ammirazione suscitata da Michelangelo tra i contemporanei. Un’incisione realizzata da Francesco Barbazza su disegno di Francesco Panini, figlio del celebre vedutista romano Gian Paolo, infine, mostrerà infine come appariva la Cappella Sistina nel 1776.
“Portare le opere di Michelangelo sul lago di Garda potrebbe sembrare un azzardo”, osserva Vittorio Sgarbi, presidente del MAG e ideatore del progetto, “se non fosse per l’esistenza di due importanti esperienze michelangiolesche, una critica e l’altra letteraria, proprio sul lago. Nella villa Cargnacco di Gardone di Riviera vissero prima Henry Thode e poi Gabriele D’Annunzio. Per entrambi Michelangelo fu un ideale e una presenza decisiva. Thode scrisse importanti volumi su Michelangelo; D’Annunzio considerò l’artista come un ‘genitore’ o un ‘parente’. Non a caso, il riferimento alla Cappella Sistina è presente in numerose riproduzioni fotografiche nella Officina della Prioria, lo studio di D’Annunzio”.
Michelangelo e la Cappella Sistina nei disegni autografi di Casa Buonarroti sarà visitabile dal 6 agosto al 23 ottobre al MAG – Museo Alto Garda (Riva del Garda), che con questa mostra inaugura un piano pluriennale di ampio respiro.
Michelangelo Buonarroti, Studio per gli affreschi della Cappella Sistina. Casa Buonarroti © Associazione MetaMorfosi, Roma. Foto: Massimo Menghini
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