Raffaello

Raffaello
 

09/07/2001

Raffaello nasce a Urbino nel 1483, figlio d’arte del pittore Giovanni Santi. Giovanissimo, viene accolto, su insistenze del padre, nella bottega del Perugino. Al 1500 risale il suo primo contratto, per la pala Incoronazione del beato Nicola da Tolentino, di cui oggi ci restano solo quattro frammenti, sufficienti però a testimoniare il già notevole livello raggiunto dall’allora diciassettenne artista. In questi anni Raffaello dipinge il Cristo benedicente, la Crocifissione Mond, e quello che è considerato il capolavoro del suo periodo perugino, il Matrimonio della Vergine. Nel 1504 si trasferisce a Firenze, dove studia l’opera di Leonardo e Michelangelo. L’influsso leonardesco è evidente soprattutto nella Madonna del cardellino, con la sua struttura piramidale. Sono gli anni in cui Raffaello continua a insistere con il tema della Madonna, realizzando la Madonna con Bambino (o Belle Jardinière), la Madonna del Prato (o del Belvedere), la Madonna del Granduca e la Grande Madonna Cowper. Ma sono anche gli anni del Ritratto di Agnolo Doli e del Ritratto di Maddalena Doni, nonché dei due punti di svolta del periodo fiorentino, la Sacra famiglia Canigiani e soprattutto il Trasporto di Cristo al Sepolcro, con l’ingresso della rappresentazione storica al posto di quella sacra e con quello della figurazione drammatica e non più statica. Intorno al 1508 Raffaello si trasferisce a Roma, dove Giulio II lo nomina “scriptor brevium apostolicorum”, carica già di Leon Battista Alberti. Qui Raffaello, dopo aver realizzato Il trionfo di Galatea, comincia a lavorare alle stanze vaticane, e in particolare inizia con la Stanza della Segnatura, con, tra gli altri, i celebri affreschi della Disputa sul Sacramento e della Scuola di Atene (dove i filosofi hanno i volti degli artisti contemporanei a Raffaello). Mentre era al lavoro alla Stanza della Segnatura, Raffaello trova il tempo anche di realizzare gli affreschi per la cappella Chigi in Santa Maria della Pace e il Ritratto di Giulio II. Nel 1512 inizia i lavori per la Stanza di Eliodoro, con la Liberazione di San Pietro dal carcere. Il 1513 è un anno chiave nella vita di Raffaello: la morte di Giulio II e l’avvento di Leone X segnano una vera e propria svolta nella carriera artistica dell’urbinate. Innanzi tutto Raffaello non riceverà più commissioni veramente importanti a Roma, se si esclude il ritratto “di servizio” di Leone X: l’inizio dei lavori sulla nuova Stanza dell’Incendio del borgo vede Raffaello quasi del tutto assente, se non, e solo in parte, nell’affresco che dà il nome alla stanza. Le committenze private gli permettono comunque di realizzare alcuni dei suoi dipinti più celebri, tra cui il Ritratto di Baldassarre Castiglione e il Doppio ritratto. Inizia invece una inaspettata carriera di architetto e umanista: alla morte del Bramante, nel 1514, va ad occupare il suo posto come direttore dei lavori della Fabbrica di San Pietro, e, l’anno successivo, Leone X lo nomina Soprintendente alle antichità, una carica importante che Raffaello assolve con passione, diventando una sorta di nuovo Alberti. L’interesse di Raffaello per l’architettura, che non può esplicarsi appieno nel cantiere di San Pietro, momentaneamente fermo (Raffaello realizza solo il progetto, passando dalla pianta centrale pensata dal Bramante ad una pianta basilicale), si esprime per altre vie: la cappella Chigi in Santa Maria del Popolo e Villa Madama, una villa su Monte Mario per conto di Giulio de’ Medici. Non si hanno molte informazioni sugli anni che vanno dal 1515 al 1520: le commissioni arrivano ormai soprattutto da fuori Roma, come la celebre pala di Santa Cecilia. Muore a Roma nel 1520, “di una febbre continua e acuta, che già otto giorni l’assaltò”. Sulla sua sepoltura, nel Pantheon, Pietro Bembo volle scrivere, in latino: “Qui giace Raffaello: da lui, quando visse, la natura temette di essere vinta, ora che egli è morto, teme di morire”.

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