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La Biennale
 

03/07/2001

La giuria internazionale della 49. Esposizione Internazionale d’Arte, composta da Ery Camara, Carolyn Christov-Bakargiev, Manray Hsu, Hans Ulrich Obrist, Virginia Perez-Ratton, ha deciso di assegnare i seguenti premi: Premi speciali “La Biennale di Venezia” Janet Cardiff e George Bures Miller Per la capacità di coinvolgere gli spettatori in una nuova esperienza cinematica in cui finzione e realtà, tecnologia e corpo, convergono in molteplici e mutevoli viaggi attraverso lo spazio e il tempo Marisa Merz Una tra le più grandi figure artistiche visionarie del nostro tempo Pierre Huyghe Per la capacità di esplorare l’esperienza dello spettatore nello spazio della videoproiezione, ed in generale dei media digitali, affrontando i temi della durata, della partecipazione, della circolazione e della collaborazione Premi speciali per giovani artisti Federico Herrero Per la sua fresca pittura murale nelle Artiglierie in cui la fantasia viene proiettata sulla realtà che trova nel sito Anri Sala Per il suo rispettoso e filmico ritratto della vecchiaia, della solitudine e della marginalità nel contesto urbano contemporaneo John Pilson Per la sua rappresentazione umoristica ed anarchica dell’ambiente aziendale. L’arte può apparire dove meno la si aspetta A1-53167 Per l’ efficace testimonianza di un’azione solitaria e coraggiosa per le strade del Guatemala, azione che è sia politica sia poetica Leone d’oro per la migliore partecipazione nazionale Padiglione tedesco Per la trasformazione operata da Gregor Schneider di un’architettura autoritaria e monumentale in un labirinto di stanze ossessivo, Totenhaus ur, che riflette segrete condizioni di disagio, ma anche auspici di libertà Menzioni Yinka Shonibare Tiong Ang Samuel Beckett/Marin Karmitz Juan Downey Leoni d’oro a due maestri dell’arte contemporanea assegnati dalla Biennale a Richard Serra e Cy Twombly Premio non ufficiale Premio Fondazione Panathlon “Domenico Chiesa” Urs Lüthi Per la sua derisione di un mondo eccessivamente preoccupato della forma fisica e per l’autoironia con cui affronta l’invecchiamento e il mutarsi dell’identità da più di trent’anni

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