Un'opera del Maestro dal soggetto insolito

Un capolavoro perduto: la Leda col cigno di Leonardo

Leonardo da Vinci, Testa di Leda, 1510 circa, Castello Sforzesco
 

Samantha De Martin

28/05/2020

Narra il mito che Zeus, innamoratosi della bella Leda, assunse le sembianze di cigno per congiungersi con lei sulle rive del Fiume Eurota, nel punto esatto in cui la donna, moglie del re di Sparta, depose un uovo dal quale nacquero i figli Elena e Polluce. Nella stessa notte, con il marito Tindaro, Leda avrebbe concepito anche Castore e Clitennestra.
Questo personaggio, caro al mito, dovette affascinare anche Leonardo, sebbene il Maestro fosse poco avvezzo ad arricchire la sua produzione di soggetti mitologici.


Leonardo da Vinci, Studio per la Testa di Leda, 1504-1506 circa, Penna e inchiostro su gesso nero su carta, 14.7x 17.7 cm

A un dipinto su tavola che aveva come protagonista proprio Leda l’artista dovette lavorare nella fase tarda della sua attività, probabilmente già durante il suo secondo soggiorno fiorentino. Il pittore avrebbe poi portato con sé l'opera a Milano e da qui in Francia.
Ma purtroppo il dipinto Leda col cigno databile al 1505-1510, andò perduto e oggi possiamo risalire all’opera di Leonardo solo attraverso alcuni studi e nove copie realizzate da allievi e imitatori.

La Scapigliata: uno studio per la Leda?

Una delle tante ipotesi che ruotano intorno al dipinto perduto di Leonardo, c’è quella che vorrebbe la celebre Scapigliata, oggi capolavoro delle Galleria Nazionale di Parma, come studio per la Leda col cigno, ora perduta.


Leonardo da Vinci, La Scapigliata, 1500-1510 circa, olio su pannello, 21 x 24.6 cm, Parma, Galleria Nazionale

La Leda in Francia
Nel 1590 l'originale leonardesco venne ricordato in Francia da Giovanni Paolo Lomazzo, nelle raccolte reali, assieme alla Gioconda.
Nel 1625 Cassiano dal Pozzo testimonia la presenza dell’opera a Fontainebleau, sebbene in cattive condizioni conservative. “Una Leda in piedi, quasi tutta nuda, col cigno e due uova a' piè della figura dalle guscia delle quali si vede esser usciti quattro bambini. Questo pezzo è finitissimo, ma alquanto secco, in ispecie il petto della donna” scriveva il collezionista.
Tuttavia alla fine del XVII secolo le tracce della Leda col cigno si perdono per sempre.

Gli studi preparatori
Sono molteplici gli studi preparatori per la tavola perduta Leonardo. Tra questi spicca una Testa di Leda, un disegno a gessetto rosso su carta preparata rossa attribuito a Leonardo, databile al 1505 e oggi custodito nel Castello Sforzesco di Milano.
Con la pettinatura studiata, i capelli, raccolti in trecce, che incorniciano il volto dolce e l'espressione languida, e vagamente ambigua, questa Testa di Leda costituisce uno dei migliori studi per l’opera di Leonardo.


Leonardo da Vinci, Studio per la Leda inginocchiata e il cigno , 1505-1507 circa, Disegno, 160 x 139 mm, Chatsworth House

Un altro studio preparatorio è rappresentato dal disegno Leda inginocchiata e il cigno, parte delle collezioni del duca di Devonshire, Chatsworth. Qui il Maestro utilizza linee curve e tratteggiate per rappresentare il corpo di Leda, conferendole tridimensionalità. Leonardo dirige il nostro sguardo attraverso la narrazione: il cigno si inclina verso la donna, la cui mano fa un gesto verso i figli, sbucati dalle uova tra le piante, ai suoi piedi.
I tratti a penna a spirale, tracciati dall'artista, creano una sorta di movimento e conferiscono al disegno un’energia dinamica.
Un altro studio di Leda accovacciata e il cigno si trova oggi al Museum Boijmans Van Beuningen di Rotterdam.

Le copie

Ad oggi si conoscono almeno nove copie - provenienti proprio dalla bottega vinciana - di questo dipinto di Leonardo che dovette suscitare grande ammirazione, specie per l’originale scelta dell'iconografia, mai usata prima di allora.
Alla realizzazione della posizione in piedi della figura, l’artista dovette arrivare dopo numerosi studi, alcuni dei quali vedono due varianti di Leda col cigno, con la donna accovacciata o inginocchiata.

Oltre alla Leda col cigno, dipinto realizzato dal pittore Cesare da Sesto, oggi alla Wilton House di Salisbury, nel Wiltshire, sopravvive un'altra copia, forse dello stesso pittore, conservata alla Galleria Borghese di Roma.


 Cesare da Sesto?, Copia da Leonardo da Vinci, Leda col cigno, tempera su tavola, 86 x 115 cm, Roma, Galleria Borghese

In una posa decisamente sensuale, la protagonista viene colta mentre abbraccia l’animale. Nella composizione Borghese, l’uovo, quasi nascosto dall’erba, è il centro simbolico dell’opera, cui fa da contrappunto la figura di Leda, ancora stretta nell’abbraccio del suo amante. 
Paesaggi e architetture, percorse da antiche rovine, attraversano lo sfondo, sfumato con la prospettiva aerea.

Nella Leda col cigno conservata alle Gallerie degli Uffizi, databile intorno al 1505-1507 e attribuita a un pittore leonardesco, forse Francesco Melzi, riconosciamo una delle migliori copie del dipinto perduto di Leonardo.



Seguace di Leonardo, Leda e il cigno, Primo decennio del XVI secolo, Olio su tavola, 77.5 x 130 cm, Firenze, Galleria degli Uffizi

Anche in questa raffigurazione ritroviamo la sensuale figura femminile, abbracciata al cigno. Ai piedi della donna, le due uova. Lo sfondo si presenta particolarmente ricco, con una descrizione dettagliata delle erbe e dei fiori del prato. Prettamente leonardesca appare la rappresentazione delle montagne a picco, rese quasi invisibili dalla foschia.
Un’altra copia seicentesca dell’opera di Leonardo è invece attribuita al suo allievo Giampietrino. Si tratta di Leda inginocciata con i figli, custodita nella Gemäldegalerie Alte Meister di Kassel, in Germania.


Giampietrino, Leda inginocchiata con i figli, 1515-1520, Olio su tavola, 105,5 x 128, Kassel, Gemäldegalerie Alte Meister

Prima di arrivare nell’attuale sede, l’opera attraversò, negli anni, turbolente peripezie. Il 12 gennaio 1940 fu regalata a Hermann Göring che la aggiunse alla sua ricca collezione d'arte di nudi del Gotico e Rinascimento a Carinhall. Dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale il quadro fu portato al Central Collecting Point a Monaco di Baviera per essere ricomprato nel 1962 dal land Assia.
Ad un primo sguardo notiamo come il cigno, elemento presente in tutte le copie dell’opera di Leonardo, sia stato omesso da Giampietrino. Solo i gusci d'uovo lasciano trapelare la relazione divina.
Le analisi eseguite con la riflettografia infrarossa hanno reso visibili due disegni preparatori: un disegno della Leda inginocchiata con i figli, corrispondente al dipinto eseguito, e un secondo identico alla Sant' Anna, la Vergine e il Bambino con l'agnello di Leonardo, oggi al Louvre.
Ciò confermerebbe l'esistenza di un cartone preparatorio di Leonardo per la Sant' Anna.


Leonardo, Madonna con Bambino e Sant'Anna, Parigi, Louvre

Il disegno di Raffaello
La prima menzione antica dell’opera diLeonardo risale all'Anonimo Gaddiano, intorno al 1540, anche se uno studio di Leonardo (Windsor 1500) su un disegno preparatorio del Maestro, lascerebbe immaginare che già verso il 1505 l'opera fosse stata concepita dal suo autore e che l’Urbinate potrebbe averla vista a Firenze. Il disegno di Leonardo, a penna, inchiostro e gesso nero, conservato oggi presso le Collezioni Reali Windsor, mostra la figura nuda di Leda, con le braccia intorno al collo del cigno, in piedi sulla destra. In basso, a sinistra dell’osservatore, c'è un bambino che guarda verso l'alto.


Raffaello Sanzio, Studio della Leda col cigno di Leonardo, 1507, disegno, 19.2 x 31 cm, Windsor, Royal Collection

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