Un inedito itinerario archeologico

Particolare della parete nella Domus dell'Ortaglia
 

25/03/2003

All'interno del Complesso architettonico di Santa Giulia, durante gli scavi del 1967-1971, vennero alla luce alcune abitazioni di età romana, databili intorno al I – II secolo d.C. Poiché però lo scavo del 1967 fu di semplice raccoglimento dati e portato avanti adottando tecniche di restauro non conservative, gran parte di quegli ambienti rimasero ancora inesplorati. Con lo scavo successivo del 2000-2001, invece, sono stati rinvenuti e studiati altri mille metri quadri, quelli che oggi si possono visitare e che prima erano preclusi al grande pubblico. Le domus vengono dette "dell'Ortaglia" proprio perché scoperte a ridosso dell'orto delle monache di Santa Giulia. Esse facevano parte dei quartieri nordorientali di Brixia romana, i quartieri residenziali: ne sono testimonianza l'alto tenore delle strutture e delle decorazioni. I loro nomi - domus di Dioniso e domus delle Fontane - sono molto evocativi. Datata II sec. d.C. la domus di Dioniso viene così chiamata per la raffigurazione del dio in un pannello a mosaico nel triclinio, nel luogo cioè dove i romani di un certo ceto sociale usavano mangiare. Questo pannello raffigura il dio, rivolto ad ipotetici commensali, mentre abbevera una pantera con un rythòn, un calice a forma di corno. Accanto si possono ammirare figure di kantharoi, vasi a due anse, dai quali fuoriescono tralci di vite. Le due immagini suggeriscono la finalità di tale ambiente, il simposio, il banchetto, momento importantissimo nella vita del dominus. In prossimità del triclinio si poteva trovare una piccola cucina con un bancone in muratura, su cui, una volta postevi sopra delle braci, si cuocevano i cibi. Il fuoco della cucina serviva anche a riscaldare il cubiculum adiacente, piccola camera da letto. La domus delle fontane era probabilmente nota per via degli apprestamenti idraulici. Sorta nel I sec. d.C., ebbe vita fino al III secolo, dopodiché divenne un cimitero. Visse un momento di fulgore nel II secolo, durante il quale fu realizzata la maggior parte delle decorazioni. La parte centrale del cortile d'ingresso era costituita dall'impluvium, grande bacino in pietra che serviva per la raccolta d'acqua quando pioveva. Successivamente la parte restante del cortile venne adibita alla costruzione di altri vani, di cui il più esteso doveva essere la sala di ricevimento. I motivi decorativi più antichi di tutta la domus sono di età Flavia e sono riscontrabili nel cubiculum, uno studiolo che serviva al dominus. In un altro ambiente infine si trova un mosaico raffigurante le quattro stagioni dell'anno, di cui è visibile solamente parte dell'Estate, con spighe di grano nei capelli. Ma non è tutto: la zona visitabile è solo una piccola parte della superficie interessata dalle indagini: gli archeologi prevedono ulteriori sviluppi.

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