Uno sguardo sul jazz
Jazz
25/02/2004
Il percorso che porta alla musica di Jazz & Image a Villa Celimontana a Roma passa attraverso le immagini fotografiche di Luciano Rossetti. “Uno sguardo sul jazz” poco prima di entrare in diretto contatto con la musica, nel vivo di un concerto. Ritratti di musicisti, che ci attraggono magneticamente come se in essi vi fosse nascosto il segreto della loro genialità. E se le note del jazz volano via veloci, il bianco e nero di Rossetti riesce a sospendere l’attimo e a scolpirlo nell’immagine, offrendoci una possibilità di riflessione, se non altro il confronto con la prospettiva del suo sguardo fotografico.
Abbiamo rivolto alcune domande a Luciano Rossetti riguardo alla sua esperienza.
Come nasce l’idea di fotografare il jazz?
"La musica jazz mi è sempre piaciuta, un po' di anni fa ho cominciato a fotografare gli amici musicisti e da allora, un po' alla volta sono arrivato a farlo a livello professionale."
Puoi descrivere il tuo “sguardo sul jazz”?
"Quello che sto cercando di rappresentare (il lavoro è in costante evoluzione) è il mio sguardo sul jazz attraverso l'obbiettivo, oltre allo sguardo vero e proprio dei musicisti che a volte assumono espressioni ironiche, intense, simpatiche, umane.
Il mio "sguardo sul jazz" è teso a rappresentare il musicista nella sua componente umana, quindi poche "figurine" (come le chiamo io) di musicisti colti nell'attimo supremo dello sforzo della musica, bensì immagini, storie raccontate in uno scatto (il Dave Liebman stanco sdraiato sul parquet del teatro, il Craig Harris ieratico con lo sguardo all'insù alla ricerca della concentrazione, il Rava pensieroso, e via di questo passo ).
Ogni immagine ha una storia, una costruzione, un momento particolare (il Michel Petrucciani pochi mesi prima di morire), situazioni di vita più che di musica, colte durante le prove, nei camerini, in albergo. Dietro le quinte.
Questa è la mia ricerca, il mio tentativo di raccontare gli uomini, più che i musicisti."
Eppure qualcosa ti spinge a raccontare solo storie di uomini che si sono dedicati alla musica...
"Mi ha sempre affascinato il mondo dello spettacolo in generale, ho iniziato a fotografare alla fine degli anni '70, fotografando i concerti dei cantautori italiani e il teatro d'avanguardia. Il mio imprinting è questo, non so perché. Anche se in passato ho esteso la mia "ricerca umana" anche ad altre categorie di persone (operai, pubblico di teatro, attori)."
Secondo te c’è un elemento che accomuna personalità così diverse?
"Quello che io cerco di cogliere nei miei scatti e la differenza tra le varie persone.
La cosa che li accomuna è la musica, ognuno è però diverso dall'altro e la mia ricerca cerca di cogliere queste ovvie differenze e fermarle in uno scatto, cosa non facile.
Di alcuni musicisti, pur avendoli fotografati più volte, non riesco a trovare un'immagine che li racconti come io vorrei ( ovviamente c'è anche un discorso di interpretazione )."
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