Zaha Hadid e il centro per le arti contemporanee

Hadid
 

25/02/2004

E' stato inaugurato a Roma, lo scorso 15 dicembre, il nuovo Centro per le Arti Contemporanee. Lo spazio, che nasce come laboratorio multidisciplinare – nel senso che ospiterà le collezioni di artisti contemporanei, ma anche eventi dal vivo, una biblioteca, un laboratorio per le produzioni sperimentali – vuole essere l’inizio di un percorso importante per L’Italia: valorizzare e supportare i nostri giovani talenti in campo artistico, togliere Roma da un certo provincialismo culturale e mettersi al passo con i paesi esteri, che hanno investito e continuano ad investire moltissimo sui giovani. Lo spazio, che chiuderà ad Aprile e riaprirà i battenti nel 2004 completamente ristrutturato, già adesso - per la grandezza, la luminosità e il minimal degli ambienti –introduce il visitatore in un’atmosfera esotica e stimolante. Il Ministero per i Beni e le Attività Culturali - in seguito ad una gara internazionale alla quale ha partecipato tra gli altri anche l’architetto Rem Koolhaas - ha assegnato l'incarico di ideare il Centro all’architetta anglo irakena Zaha Hadid. Il progetto da lei ideato, mostrato a Roma nel marzo del 1999 presso la Galleria Nazionale di Arte Moderna (GNAM), verrà portato a termine in tre anni; per i lavori sono stati stanziati 140 miliardi, di cui 15 saranno impiegati per l’acquisizione di nuove opere d’arte. La nuova costruzione , che andrà a coprire i 26 mila m2 della ex caserma Montello, avrà uno spazio espositivo di 6000 m2, integrato da altri 2.000 m2 per le mostre temporanee, e una superficie di 4.000 m2 per le gallerie e gli archivi relativi al materiale architettonico. Il progetto di Zaha Hadid, il cui plastico è attualmente esposto all’interno del Centro, prevede per il nuovo museo una costruzione leggera, priva di volume, che sembra una scultura. L’idea stessa di ambiente espositivo, quale lo concepisce la Hadid, è quello di uno spazio dove la compenetrazione tra interno ed esterno, tra visitatore e opera d’arte sia totale. Ecco allora un percorso sinuoso di cinque livelli che sembreranno sovrapporsi l’un l’altro e che ospiteranno le collezioni del museo. I materiali previsti - cemento, metallo, vetro – e la luce naturale catturata dall’alto giocheranno un ruolo fondamentale in questo “progetto di esaltazione della leggerezza”. Non esisteranno più nette linee di demarcazione tra un ambiente e l’altro, ma le pareti diventeranno soffitti o pavimenti, il rapporto tra interno ed esterno sarà “dinamico” e verranno stravolte tutte le tradizionali idee di costruzione chiusa. Il parcheggio obbligatorio sarà invece sotterraneo dato che, in linea con le teorie della Hadid, anche il “fuori” del museo verrà considerato spazio espositivo . Del suo progetto la architetta dice: "Mantenendo alcuni punti fermi nella maglia architettonica preesistente, ti entra poi dentro come un fiotto d'acqua, come una forte corrente, e imposta tutto il progetto funzionale come una sorta di navigazione su Internet".

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