Per la salvaguardia del patrimonio archeologico

A rischio la Villa di Cicerone a Formia

Busto di Cicerone conservato ai Musei Capitolini
 

L.S.

21/07/2015

Latina - “Non si può perdere un tale gioiello solo perché insiste su una proprietà privata: aiutateci a salvare la Villa di Cicerone, prima che crolli giù tutto”. Il Sindaco di Formia, Sandro Bartolomeo, lancia un grido d’allarme.

L’obiettivo è di acquistare o espropriare il sito comprato dalla famiglia Rubino nella seconda metà dell'Ottocento e da anni abbandonato al suo destino. “Si stanno perdendo tutte le decorazioni parietali e gli stucchi e anche il terrapieno, se continua a esser abbandonato, cederà. Prima che i ninfei crollino - prosegue il primo cittadino - sarebbe meglio si dicesse ai privati che non ci si può appropriare di un pezzo di Storia e poi lasciarlo al degrado''.

La Villa d’otium, rifugio prediletto di Cicerone che qui seppellì l’amata figlia Tulliola, e in cui, secoli più tardi, anche Ferdinando II di Borbone trascorse molto tempo arricchendo la residenza con la costruzione di un agrumeto, versa in condizioni critiche già da molti anni ed è ormai diventata un’urgenza strappare all’incuria il complesso e sottoporlo ad un restauro.

Tra i primi a mobilitarsi al fianco dei comitati cittadini è stato il FAI, o meglio la su community, che nel 2015 ha eletto il sito come primo "luogo del cuore" del Lazio, compiendo un passo importante nel percorso diretto alla fruizione pubblica del bene.

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