Dal 15 ottobre all'8 gennaio alla Fondazione Ragghianti
Oltre il Futurismo. L'avventura artistica di Leonardo Dudreville in mostra a Lucca
Leonardo Dudreville, Un caduto, 1919, Olio su tela, 120 x 88 cm © Comune di Milano | Foto: © Ranzani. Tutti i diritti riservati, e il Credit Line Museo del Novecento Milano
Samantha De Martin
11/10/2022
Lucca - Attraverso le sue opere ispirate agli stati d’animo, nelle quali “fissa e realizza graficamente la sintesi dello stato d’animo che si determina nell’artista quando la sua individualità psichica entra in contatto con la vita esterna che lo circonda”, Leonardo Dudreville, all’inizio del Novecento, si pone alla ricerca di una nuova estetica.
E poco conta che i primi anni del nuovo secolo siano dominati dal Futurismo. Tra le tante realtà artistiche riesce a farsi spazio il gruppo Nuove Tendenze, fondato a Milano nel 1913 dall’artista veneziano Dudreville (nato da una famiglia di origine francese, il cui nome Dudreuil verrà successivamente trasformato in Dudreville) e dal critico Ugo Nebbia.
Ai suoi linguaggi e al contesto artistico in cui questo movimento si forma, la Fondazione Ragghianti dedica dal 15 ottobre all’8 gennaio un percorso incentrato su alcuni momenti dell’avventura artistica di Dudreville, dalla visita con Umberto Boccioni allo studio di Vittore Grubicy alle incursioni nella tecnica divisionista.
La mostra, intitolata Nuove tendenze. Leonardo Dudreville e l’avanguardia negli anni Dieci, a cura di Francesco Parisi, è attesa a Lucca, presso il Complesso monumentale di San Micheletto, con il suo corpus di opere realizzate tra il 1905 e il 1919.
Leonardo Dudreville, Borgotaro, 1907-1908, Olio su cartone, 33 x 23 cm, Collezione privata © Mapelli
È l’assoluta libertà sperimentale a guidare il movimento ispirato agli stati d’animo, che intrattiene molte assonanze con i gruppi di matrice secessionista su scala europea.
Nel febbraio 1910 il nome di Dudreville avrebbe dovuto figurare in calce al Manifesto dei pittori futuristi, ma non fu così. Dopo aver partecipato, sempre a Milano, ad alcune collettive presso la Famiglia artistica nel 1910 e nel 1911 e alla mostra di Arte libera del 1911, passò dal divisionismo a quella che egli stesso definì "astrazione”.
L’esposizione alla Fondazione Ragghianti ammicca al contesto delle avanguardie internazionali e delle “mostre di fronda” italiane, affrancando Nuove Tendenze dall’etichetta di “parafuturista”, nonostante i molti contatti, specie comunicativi, con il movimento di Marinetti. I visitatori della Fondazione Centro Studi sull’Arte Licia e Carlo Ludovico Ragghianti entreranno nel vivo del contesto artistico in cui Nuove Tendenze matura, indagando alcuni momenti dell’avventura artistica di Leonardo Dudreville grazie ai materiali provenienti dall’Archivio Leonardo Dudreville e da diverse collezioni pubbliche e private.
Punto di partenza del percorso sarà la sezione dedicata agli sviluppi del Divisionismo nel primo decennio del Novecento, durante il quale le opere di Dudreville, grande ammiratore di Segantini e Favretto, mostrano un’apertura inedita verso valori espressivi che puntano a un uso autonomo della luce, del colore e del segno pittorico.
Aroldo Bonzagni, Londra sotto la pioggia, 1912, Olio su tela, Collezione privata | Foto: © Piero Pozzi
Questo viaggio di scoperta di una pittura non più fondata su una semplice osservazione della realtà esterna, ma che viene adesso orientata dal ritmo interiore delle cose, prosegue con una sala dedicata alla Mostra dei Rifiutati del Cova del 1912.
Si va avanti, nella seconda parte del percorso, con la partecipazione di Dudreville a “mostre di fronda” come Nuove Tendenze, uno dei principali episodi espositivi in cui l’avanguardia artistica milanese elabora una strategia operativa alternativa rispetto ai canali ufficiali legati al mondo accademico.
Pubblicazioni, lettere, fotografie, cartoline testimoniano, in questa parte del percorso, come la mostra Nuove Tendenze (1914) proclami la nascita di un progetto espositivo autonomo legato all’individuazione di una posizione estetica d’avanguardia che va oltre la logica delle mostre Arte Libera del 1911 e Rifiutati del Cova del 1912.
Carlo Eerba, Le trottole del villaggio, 1913-1914, Olio su tela, 195 x 178 cm, Collezione privata © Bacci di Capaci
Oltre ai lavori opere di Dudreville esposti in quell’occasione, il pubblico potrà apprezzare opere come La danza di Adriana Bisi Fabbri, La gru elettrica di Mario Chiattone, Le trottole del villaggio di Carlo Erba, Uomo che scende dal tram di Achille Funi.
In questo contesto spicca anche il ruolo centrale dell’associazione della Famiglia Artistica che assicurava agli artisti più giovani e militanti un centro espositivo libero, privo di giurie di ammissione.
Realizzata con il supporto della Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca, il contributo di Anthilia Sgr e il sostegno di Banco BPM, la mostra abbraccia anche alcune opere che furono esposte nell’aprile del 1919 nella Galleria Centrale d’Arte nell’ex Caffè Cova, e che documentano anche gli ultimi rapporti diretti di Dudreville con il Futurismo di matrice boccioniana e marinettiana.
Ugo Piatti, Periferia di Milano con fabbriche, Olio su tela, 159 x 79.5 cm, Milano, Collezione privata
Nel gennaio del 1920, infatti, Dudreville firma con Funi, Russolo e Sironi il manifesto Contro tutti i ritorni in pittura che chiude idealmente la mostra rivelando il passaggio a una nuova visione teorica ed estetica.
Il percorso espositivo è accompagnato da un libro-catalogo edito dalla Fondazione Ragghianti con Silvana Editoriale, che include i saggi del curatore Francesco Parisi con quelli di Alessandro Botta, Niccolò D’Agati, Roberto Dulio, Elena Pontiggia e Sergio Rebora.
La mostra si potrà visitare da martedì alla domenica dalle 10 alle 18.
Leggi anche:
• Nuove Tendenze. Leonardo Dudreville e l'avanguardia negli anni Dieci
E poco conta che i primi anni del nuovo secolo siano dominati dal Futurismo. Tra le tante realtà artistiche riesce a farsi spazio il gruppo Nuove Tendenze, fondato a Milano nel 1913 dall’artista veneziano Dudreville (nato da una famiglia di origine francese, il cui nome Dudreuil verrà successivamente trasformato in Dudreville) e dal critico Ugo Nebbia.
Ai suoi linguaggi e al contesto artistico in cui questo movimento si forma, la Fondazione Ragghianti dedica dal 15 ottobre all’8 gennaio un percorso incentrato su alcuni momenti dell’avventura artistica di Dudreville, dalla visita con Umberto Boccioni allo studio di Vittore Grubicy alle incursioni nella tecnica divisionista.
La mostra, intitolata Nuove tendenze. Leonardo Dudreville e l’avanguardia negli anni Dieci, a cura di Francesco Parisi, è attesa a Lucca, presso il Complesso monumentale di San Micheletto, con il suo corpus di opere realizzate tra il 1905 e il 1919.
Leonardo Dudreville, Borgotaro, 1907-1908, Olio su cartone, 33 x 23 cm, Collezione privata © Mapelli
È l’assoluta libertà sperimentale a guidare il movimento ispirato agli stati d’animo, che intrattiene molte assonanze con i gruppi di matrice secessionista su scala europea.
Nel febbraio 1910 il nome di Dudreville avrebbe dovuto figurare in calce al Manifesto dei pittori futuristi, ma non fu così. Dopo aver partecipato, sempre a Milano, ad alcune collettive presso la Famiglia artistica nel 1910 e nel 1911 e alla mostra di Arte libera del 1911, passò dal divisionismo a quella che egli stesso definì "astrazione”.
L’esposizione alla Fondazione Ragghianti ammicca al contesto delle avanguardie internazionali e delle “mostre di fronda” italiane, affrancando Nuove Tendenze dall’etichetta di “parafuturista”, nonostante i molti contatti, specie comunicativi, con il movimento di Marinetti. I visitatori della Fondazione Centro Studi sull’Arte Licia e Carlo Ludovico Ragghianti entreranno nel vivo del contesto artistico in cui Nuove Tendenze matura, indagando alcuni momenti dell’avventura artistica di Leonardo Dudreville grazie ai materiali provenienti dall’Archivio Leonardo Dudreville e da diverse collezioni pubbliche e private.
Punto di partenza del percorso sarà la sezione dedicata agli sviluppi del Divisionismo nel primo decennio del Novecento, durante il quale le opere di Dudreville, grande ammiratore di Segantini e Favretto, mostrano un’apertura inedita verso valori espressivi che puntano a un uso autonomo della luce, del colore e del segno pittorico.
Aroldo Bonzagni, Londra sotto la pioggia, 1912, Olio su tela, Collezione privata | Foto: © Piero Pozzi
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Si va avanti, nella seconda parte del percorso, con la partecipazione di Dudreville a “mostre di fronda” come Nuove Tendenze, uno dei principali episodi espositivi in cui l’avanguardia artistica milanese elabora una strategia operativa alternativa rispetto ai canali ufficiali legati al mondo accademico.
Pubblicazioni, lettere, fotografie, cartoline testimoniano, in questa parte del percorso, come la mostra Nuove Tendenze (1914) proclami la nascita di un progetto espositivo autonomo legato all’individuazione di una posizione estetica d’avanguardia che va oltre la logica delle mostre Arte Libera del 1911 e Rifiutati del Cova del 1912.
Carlo Eerba, Le trottole del villaggio, 1913-1914, Olio su tela, 195 x 178 cm, Collezione privata © Bacci di Capaci
Oltre ai lavori opere di Dudreville esposti in quell’occasione, il pubblico potrà apprezzare opere come La danza di Adriana Bisi Fabbri, La gru elettrica di Mario Chiattone, Le trottole del villaggio di Carlo Erba, Uomo che scende dal tram di Achille Funi.
In questo contesto spicca anche il ruolo centrale dell’associazione della Famiglia Artistica che assicurava agli artisti più giovani e militanti un centro espositivo libero, privo di giurie di ammissione.
Realizzata con il supporto della Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca, il contributo di Anthilia Sgr e il sostegno di Banco BPM, la mostra abbraccia anche alcune opere che furono esposte nell’aprile del 1919 nella Galleria Centrale d’Arte nell’ex Caffè Cova, e che documentano anche gli ultimi rapporti diretti di Dudreville con il Futurismo di matrice boccioniana e marinettiana.
Ugo Piatti, Periferia di Milano con fabbriche, Olio su tela, 159 x 79.5 cm, Milano, Collezione privata
Nel gennaio del 1920, infatti, Dudreville firma con Funi, Russolo e Sironi il manifesto Contro tutti i ritorni in pittura che chiude idealmente la mostra rivelando il passaggio a una nuova visione teorica ed estetica.
Il percorso espositivo è accompagnato da un libro-catalogo edito dalla Fondazione Ragghianti con Silvana Editoriale, che include i saggi del curatore Francesco Parisi con quelli di Alessandro Botta, Niccolò D’Agati, Roberto Dulio, Elena Pontiggia e Sergio Rebora.
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