Dal 5 maggio al 10 luglio per i 200 anni dalla morte dell’imperatore

Città "illuminata" e laboratorio di idee: ecco la Milano di Napoleone in mostra alla Braidense

Giuseppe Diotti, Ritratto di Napoleone I imperatore, 1810 | Courtesy Biblioteca Nazionale Braidense
 

Samantha De Martin

04/05/2021

Milano - Quando Napoleone arrivò in Italia come il più giovane generale della rivoluzione francese, Milano era già un laboratorio di idee rivoluzionarie dalla forte vocazione internazionale ed europea.
Questa città “illuminata”, in preda al fermenti di un rinnovato classicismo, incarnati da pensatori come Monti, Foscolo, Stendhal, travolta dalle meditazioni di Pietro Verri e dai versi di Carlo Porta, è la protagonista della mostra La Milano di Napoleone: un laboratorio di idee rivoluzionarie. 1796-1821. Il percorso, pronto a inaugurare domani, mercoledì 5 maggio, giorno della morte di Bonaparte, a ricordo dei 200 anni dalla scomparsa dell’imperatore, accoglierà fino al 10 luglio rarissimi documenti e autografi dell’epoca.

Così la Biblioteca Braidense, che accoglie l’archivio più grande di Alessandro Manzoni e l’autografo del Cinque maggio, che sarà esposto in occasione della mostra, si unisce alla celebrazioni del duecentenario.
Gli anni che vanno dall’arrivo dell’esercito della Francia repubblicana alla Restaurazione che segue la sconfitta di Napoleone, caratterizzano un periodo intenso che avrebbe rivoluzionato per sempre l’assetto politico e culturale dell’Italia.
Nasce in quegli anni il senso di una nazione moderna, accanto a un primo Stato unitario che porta il nome di Italia. Milano ne è la capitale, e a quel periodo la Braidense deve la qualifica di Nazionale.
A distanza di due secoli dalla scomparsa di Napoleone i curatori della rassegna milanese, Giorgio Panizza e Giulia Raboni, puntano a ripercorrerne la forza delle idee innovative, i contrasti, le passioni, le contraddizioni, le stesse che hanno dato vita all’Italia europea.


Biblioteca Nazionale Braidense, Sala Maria Teresa | Courtesy Biblioteca Nazionale Braidense

“Napoleone figura cardine per Brera e per Milano”
“Brera fu forgiata nel calore della rivoluzione e temperata dagli ideali dell’Illuminismo” commenta James Bradburne, direttore della Pinacoteca di Brera e della Biblioteca Braidense, nel giorno in cui la Pinacoteca riapre i battenti registrando il tutto esaurito. Soffermandosi sul perché di una mostra alla Braidense, il direttore ribadisce come il percorso espositivo miri anche a valorizzare le collezioni e la ricchezza della biblioteca stessa.
“Molto più delle mostre allestite in Pinacoteca - continua Bradburne - gli appuntamenti della biblioteca servono per illustrare ed esplorare le collezioni. Napoleone è una figura cardine per Brera e per Milano. Arrivato in Italia, volle implementare quella visione illuministica incentrata sui valori della rivoluzione francese, gli stessi che diedero vita al Louvre. Ha voluto che Brera diventasse il Louvre d’Italia, aprendola agli artisti e al popolo, promuovendo valori di accessibilità e inclusione. A Milano i fermenti dell’Illuminismo esistevano già e Napoleone trovò un terreno fecondo. Con lui il fermento illuministico raggiunse il suo culmine”.


Prima carta della minuta autografa del Cinque maggio di Alessandro-Manzoni | Courtesy Biblioteca Nazionale Braidense

Dall’autografo del 5 maggio di Manzoni alla prima edizione delle Ultime lettere di Jacopo Ortis: le opere da non perdere 
In questo approfondimento caratterizzato soprattutto da testi e da parole esposte nelle bacheche, il pubblico potrà apprezzare la prima edizione delle Ultime lettere di Jacopo Ortis e quella dei Sepolcri, un esemplare postillato da Stendhal, le stesure autografe del Cinque maggio e gli autografi di Pietro Verri.
Saranno 147 le opere in mostra, delle quali 123 parte del patrimonio conservato nella biblioteca e 24 provenienti da altre istituzioni, tra archivi, biblioteche, fondazioni.

I dipinti in mostra
Non mancano i dipinti, i ritratti di tre protagonisti, parte del patrimonio della Braidense: il Ritratto di Napoleone I imperatore di Giuseppe Diotti, quello di Ugo Foscolo eseguito da Filippo Pistrucci - che riporta sul verso una redazione autografa del sonetto-autoritratto di Foscolo - e infine il ritratto con Alessandro Manzoni a 20 anni già attribuito a Maria Cosway.

“Con questa mostra - spiega Giorgio Panizza, uno dei curatori - abbiamo voluto evidenziare come a Milano, divenuta capitale del regno d’Italia, del primo stato unitario in età moderna, si sia concentrato un grande fermento di idee. I libri, le parole, i manoscritti diventano espressione di questo fermento”.

Il percorso si avvale di una grafica accattivante e di pannelli in grado di mettere meglio a fuoco slogan e concetti centrali.

Un’esperienza di visita in presenza e online
A collegare la mostra della Braidense al patrimonio della Pinacoteca di Brera, che nel cortile d’onore accoglie, tra l’altro, la scultura in bronzo realizzata da Canova, con Napoleone Bonaparte come Marte pacificatore, sarà un’ampia offerta di approfondimenti online che prepareranno la visita del pubblico in presenza.
La mostra, visitabile esclusivamente su prenotazione, rientra tra le iniziative del Comitato per il bicentenario napoleonico 1821-2021, e sarà visibile a maggio sulla piattaforma BreraPlus+ in compagnia dei curatori che illustreranno la rassegna attraverso una visita guidata on line.


Filippo Pistrucci, Ritratto di Ugo Foscolo | Courtesy Biblioteca Nazionale Braidense

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