Mostra fotografica in due atti
Il Duomo? E’ il nostro Empire State Building
Alessandro Gandolfi, Cantiere Duomo, 2016, Milano
Eleonora Zamparutti
24/11/2016
Milano - Si inaugura oggi a Milano, nelle sale dell’Archivio della Veneranda Fabbrica del Duomo e presso la chiesa di San Gottardo in Corte – due luoghi recentemente restaurati - la mostra fotografica in due atti “Il Duomo si racconta” che testimonia da un lato il passato della Cattedrale, e dall’altro l’attualità e i lavori del cantiere della Veneranda Fabbrica, sempre aperto.
Dall’Archivio della Veneranda Fabbrica del Duomo, che quest’anno festeggia i 630 anni, sono state selezionate alcune fotografie d’epoca scattate a partire dalla seconda metà dell’Ottocento, agli albori dell’utilizzo del mezzo fotografico. “Un secolo di vita intorno al Duomo” propone una selezione di immagini che testimoniano in modo diretto e immediato com’era il Duomo tra Otto e Novecento, lungo un periodo durante il quale si sono avvicendati cantieri, restauri, interventi di riqualificazione nell’antistante rione di Rebecchino, bombardamenti tra il ’43 e il ’44, scavi che hanno portato alla luce i resti dell’antico battistero sotto il sagrato del Duomo.
Poco distante, presso la chiesa di San Gottardo, è possibile ammirare la selezione di fotografie realizzate da Alessandro Gandolfi, fotoreporter dell’agenzia Parallelozero, e pubblicate recentemente sul National Geographic. L’esposizione “L’infinita energia dei grandi cantieri del Duomo” è un reportage che parte dalle Cave di Candoglio, da cui si estrae ancora oggi il marmo impiegato per il mantenimento del Duomo, e arriva fino alla sommità del tetto della chiesa dove operano gli operai “rocciatori” che si inerpicano sulle alte guglie del Monumento. Una testimonianza dell’operosa attività di sapienti artigiani e figure professionali che vivono ogni giorno all’interno del laboratori infinito della Cattedrale.
“La Fabbrica è simbolo di una grande forza energetica e collettiva” afferma Philippe Daverio. “E il Duomo è l’unico edificio americano in Italia, è il nostro Empire State Building, certamente meno mistico e più recente, ma con analoghe problematiche di mantenimento. Il Duomo è l’unico monumento che non ha paura di intervenire costantemente sul proprio passato”. Un esempio per un paese come l’Italia per certi aspetti eccessivamente romantica nella conservazione del proprio patrimonio d’arte.
Vedi anche:
• Il Duomo si racconta
• I conti che non tornano del Duomo
• FOTO: La "gran macchina del Duomo". Racconto fotografico a Milano
• Guida d'arte di Milano
Dall’Archivio della Veneranda Fabbrica del Duomo, che quest’anno festeggia i 630 anni, sono state selezionate alcune fotografie d’epoca scattate a partire dalla seconda metà dell’Ottocento, agli albori dell’utilizzo del mezzo fotografico. “Un secolo di vita intorno al Duomo” propone una selezione di immagini che testimoniano in modo diretto e immediato com’era il Duomo tra Otto e Novecento, lungo un periodo durante il quale si sono avvicendati cantieri, restauri, interventi di riqualificazione nell’antistante rione di Rebecchino, bombardamenti tra il ’43 e il ’44, scavi che hanno portato alla luce i resti dell’antico battistero sotto il sagrato del Duomo.
Poco distante, presso la chiesa di San Gottardo, è possibile ammirare la selezione di fotografie realizzate da Alessandro Gandolfi, fotoreporter dell’agenzia Parallelozero, e pubblicate recentemente sul National Geographic. L’esposizione “L’infinita energia dei grandi cantieri del Duomo” è un reportage che parte dalle Cave di Candoglio, da cui si estrae ancora oggi il marmo impiegato per il mantenimento del Duomo, e arriva fino alla sommità del tetto della chiesa dove operano gli operai “rocciatori” che si inerpicano sulle alte guglie del Monumento. Una testimonianza dell’operosa attività di sapienti artigiani e figure professionali che vivono ogni giorno all’interno del laboratori infinito della Cattedrale.
“La Fabbrica è simbolo di una grande forza energetica e collettiva” afferma Philippe Daverio. “E il Duomo è l’unico edificio americano in Italia, è il nostro Empire State Building, certamente meno mistico e più recente, ma con analoghe problematiche di mantenimento. Il Duomo è l’unico monumento che non ha paura di intervenire costantemente sul proprio passato”. Un esempio per un paese come l’Italia per certi aspetti eccessivamente romantica nella conservazione del proprio patrimonio d’arte.
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