Unica vendita internazionale in calendario nel semestre
L’Arte Povera all’asta da Sotheby’s: capolavori di Pistoletto, Agnetti, Boetti e Burri
Salvatore Scarpitta, Gravity, 1963
Eleonora Zamparutti
23/11/2017
Milano - “Siamo solo all’inizio di un grande fenomeno di interesse verso l’Arte Povera da parte del collezionismo internazionale, specialmente americano” afferma Beatrice Botta curatrice insieme a Marta Giani, della vendita presso la casa d’aste Sotheby’s Italia. “Nel futuro prevediamo una forte crescita in questa direzione, e noi siamo pronti a sostenerla”.
In occasione del 50° anniversario di quel movimento artistico nato a Torino verso la seconda metà degli anni Sessanta, il 29 e il 30 Novembre a Palazzo Serbelloni, sede milanese di Sotheby’s Italia, verrà messo all’asta un interessante nucleo di capolavori di Pistoletto, Agnetti, Boetti, Burri e Fontana tra gli altri.
Si tratta dell’unica vendita internazionale in calendario nel semestre.
“Non esiste un fil rouge che unisca le proposte, tuttavia c’è stata una grande capacità di reperimento e selezione delle opere perché possano avere riscontro sul mercato internazionale” continua Beatrice Botta. “Tra gli aspetti più particolari di quest’asta, sicuramente è il piccolo omaggio a Piero Dorazio, un artista che sta avendo grande apprezzamento. Per capacità e per fortuna, siamo riusciti a reperire tre opere realizzate in tre momenti diversi, lungo un arco temporale che va dal 1955 al 1970, e che ben testimoniano lo sviluppo del percorso di ricerca da parte dell’artista”. Tra le altre Arc en terre II, tela dedicata a Pier Carlo Billotti e realizzata nel 1967, stimata tra i 70.000 e i 90.000 euro.
Una particolarità del catalogo è legata alla provenienza dei lavori, per lo più appartenuti a collezioni private italiane. In molti casi si tratta di lavori che sono stati acquistati da parte di collezionisti amici direttamente dagli artisti, e che sono rimasti di proprietà degli stessi fino ad oggi.
Tra i lavori più importanti Il Fotografo di Michelangelo Pistoletto, quadro specchiante del 1975, stimato tra i 280.000 e i 350.000 euro.
L’opera riporta sul verso un’iscrizione manoscritta dall’artista, in cui si evidenzia che il “vero fotografo” a cui Pistoletto fa riferimento è Paolo Mussat Sartor, celebre fotografo torinese, noto sia per la sua personale ricerca artistica, sia per la sua collaborazione con gli artisti dell'Arte Povera. Mussat Sartor e Pistoletto cominciarono a collaborare inizia verso la fine degli anni Sessanta: Sartor documentò le mostre e le performance dell’artista, e realizzò alcune fotografie impiegate nei quadri specchianti.
“La vera chicca di quest’asta, una vera rarità, sono gli arazzi di Alighiero Boetti, in particolare Alternando da uno a cento e viceversa del 1977-78: un’opera in bianco e nero dove l’artista affronta la tematica dell’ordine e del caos, testimoniando un periodo di grande sperimentazione” continua la curatrice. Per l’opera in questione la stima è tra i 400.000 e i 600.000 euro.
Ha tutte le carte in regola per promettere un ottimo riscontro all’asta Gravity di Salvatore Scarpitta. Si tratta di un’importante opera della serie bende realizzata nel 1963 e appartenuta a Beatrice Monti von Rezzori, fondatrice della galleria dell’Ariete, nevralgico punto milanese di incontri internazionali. Gravity ha una stima di 450.000-600.000 euro.
E’ vero e proprio un pezzo da museo Il Vettore, una delle opere più importanti mai comparse di Agnetti e presentato alla Galleria Sonnabend di Parigi nel 1975. Si tratta di 6 bacheliti che andavano a comporre un trittico. Nel lavoro rientrano l’idea di sogno, la parola e l’immagine fotografica. La sua valutazione oscilla dai 200.000 ai 250.000 euro. Fu acquistato da un amico di Agnetti così come il pezzo di Alberto Burri in vendita La combustione plastica CP 8, realizzata nel 1964 e proveniente dalla collezione di un architetto amico dell’artista. Un’opera molto delicata, in buono stato di conservazione e di forte drammaticità di impatto.
“Le nostre sono aste piuttosto veloci che non incontrano le tempistiche delle istituzioni museali che in molti casi preferiscono procedere attraverso trattative private” afferma Beatrice Botta. “Sicuramente l’asta dei capolavori dell’Arte Povera interesserà un gran numero di collezionisti stranieri ma anche italiani”.
In occasione del 50° anniversario di quel movimento artistico nato a Torino verso la seconda metà degli anni Sessanta, il 29 e il 30 Novembre a Palazzo Serbelloni, sede milanese di Sotheby’s Italia, verrà messo all’asta un interessante nucleo di capolavori di Pistoletto, Agnetti, Boetti, Burri e Fontana tra gli altri.
Si tratta dell’unica vendita internazionale in calendario nel semestre.
“Non esiste un fil rouge che unisca le proposte, tuttavia c’è stata una grande capacità di reperimento e selezione delle opere perché possano avere riscontro sul mercato internazionale” continua Beatrice Botta. “Tra gli aspetti più particolari di quest’asta, sicuramente è il piccolo omaggio a Piero Dorazio, un artista che sta avendo grande apprezzamento. Per capacità e per fortuna, siamo riusciti a reperire tre opere realizzate in tre momenti diversi, lungo un arco temporale che va dal 1955 al 1970, e che ben testimoniano lo sviluppo del percorso di ricerca da parte dell’artista”. Tra le altre Arc en terre II, tela dedicata a Pier Carlo Billotti e realizzata nel 1967, stimata tra i 70.000 e i 90.000 euro.
Una particolarità del catalogo è legata alla provenienza dei lavori, per lo più appartenuti a collezioni private italiane. In molti casi si tratta di lavori che sono stati acquistati da parte di collezionisti amici direttamente dagli artisti, e che sono rimasti di proprietà degli stessi fino ad oggi.
Tra i lavori più importanti Il Fotografo di Michelangelo Pistoletto, quadro specchiante del 1975, stimato tra i 280.000 e i 350.000 euro.
L’opera riporta sul verso un’iscrizione manoscritta dall’artista, in cui si evidenzia che il “vero fotografo” a cui Pistoletto fa riferimento è Paolo Mussat Sartor, celebre fotografo torinese, noto sia per la sua personale ricerca artistica, sia per la sua collaborazione con gli artisti dell'Arte Povera. Mussat Sartor e Pistoletto cominciarono a collaborare inizia verso la fine degli anni Sessanta: Sartor documentò le mostre e le performance dell’artista, e realizzò alcune fotografie impiegate nei quadri specchianti.
“La vera chicca di quest’asta, una vera rarità, sono gli arazzi di Alighiero Boetti, in particolare Alternando da uno a cento e viceversa del 1977-78: un’opera in bianco e nero dove l’artista affronta la tematica dell’ordine e del caos, testimoniando un periodo di grande sperimentazione” continua la curatrice. Per l’opera in questione la stima è tra i 400.000 e i 600.000 euro.
Ha tutte le carte in regola per promettere un ottimo riscontro all’asta Gravity di Salvatore Scarpitta. Si tratta di un’importante opera della serie bende realizzata nel 1963 e appartenuta a Beatrice Monti von Rezzori, fondatrice della galleria dell’Ariete, nevralgico punto milanese di incontri internazionali. Gravity ha una stima di 450.000-600.000 euro.
E’ vero e proprio un pezzo da museo Il Vettore, una delle opere più importanti mai comparse di Agnetti e presentato alla Galleria Sonnabend di Parigi nel 1975. Si tratta di 6 bacheliti che andavano a comporre un trittico. Nel lavoro rientrano l’idea di sogno, la parola e l’immagine fotografica. La sua valutazione oscilla dai 200.000 ai 250.000 euro. Fu acquistato da un amico di Agnetti così come il pezzo di Alberto Burri in vendita La combustione plastica CP 8, realizzata nel 1964 e proveniente dalla collezione di un architetto amico dell’artista. Un’opera molto delicata, in buono stato di conservazione e di forte drammaticità di impatto.
“Le nostre sono aste piuttosto veloci che non incontrano le tempistiche delle istituzioni museali che in molti casi preferiscono procedere attraverso trattative private” afferma Beatrice Botta. “Sicuramente l’asta dei capolavori dell’Arte Povera interesserà un gran numero di collezionisti stranieri ma anche italiani”.
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