Un viaggio a ritroso per raccontare dieci anni di lavoro
La lunga marcia di Pellizza da Volpedo
Pellizza da Volpedo, Il Quarto Stato, 1898-1902
L.S.
14/11/2013
Milano - Il “Quarto Stato” di Giuseppe Pellizza da Volpedo è parte del catalogo del Museo del Novecento di Milano fin dalla sua recente apertura. Si tratta dell’opera più emblematica dell’artista e immortala la silenziosa marcia di protesta della classe contadina, l’affermazione del proletariato, adottata nel tempo come immagine simbolo delle lotte e sindacali ispirate agli ideali di giustizia sociale.
Da oggi e fino al prossimo marzo, il museo ne racconta l’elaborata e faticosa gestazione che costò al suo autore quasi un decennio di lavoro e lo accompagnò fino all’abisso del suicidio.
Partendo dall’opera compiuta, il percorso espositivo procede a ritroso nel tempo destreggiandosi tra bozzetti e disegni preparatori e fotografando il tormentato processo creativo e i ripensamenti che colsero il Pellizza tra le fasi preliminari e la definitiva realizzazione.
Da oggi e fino al prossimo marzo, il museo ne racconta l’elaborata e faticosa gestazione che costò al suo autore quasi un decennio di lavoro e lo accompagnò fino all’abisso del suicidio.
Partendo dall’opera compiuta, il percorso espositivo procede a ritroso nel tempo destreggiandosi tra bozzetti e disegni preparatori e fotografando il tormentato processo creativo e i ripensamenti che colsero il Pellizza tra le fasi preliminari e la definitiva realizzazione.
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