Nella città elvetica tra mostre e nuove aperture
Dal nuovo Kunsthaus agli impressionisti della Collezione Bührle, Zurigo riparte dall'arte
Kunsthaus Zürich, edificio Chipperfield con Sine Wave / ZigZag (2007–2009) di Dan Graham | Foto: © Franca Candrian, Kunsthaus Zürich
Samantha De Martin
06/10/2021
Mondo - Dall’ultima avveniristica perla dell’archistar David Chipperfield ai capolavori di Frida Kahlo che prendono vita tra luci e suoni, una stimolante agenda di chicche nel segno dell’arte accende l'autunno zurighese.
La città cosmopolita che oltre un secolo fa salutò fiorire del Dadaismo nel leggendario Cabaret Voltaire si appresta adesso ad accogliere, con l’ampliamento del Kunsthaus Zürich, il più grande museo d’arte in Svizzera, mentre allettanti mostre invitano a tuffarsi nelle vivaci arterie della città elvetica dove si è da poco conclusa la Zurich Art Weekend.
In testa, camminando per Zurigo, uno solo il mantra: Art will save us.
A Zurigo il più grande museo d’arte in Svizzera
A partire dal prossimo 9 ottobre, giorno dell'inaugurazione ufficiale, Zurigo avrà il museo più grande di tutta la Svizzera grazie all’ampliamento del Kunsthaus attraverso la nuova ala progettata dalla David Chipperfield Architects. Questo intervento darà avvio a una nuova fase per la collezione museale. Le stanze allineate dell’edificio di Chipperfield, di un’eleganza senza tempo, affiancano le strutture, ben distinte fra loro, dell’edificio che Moser fece costruire tra il 1910 e il 1925, e che Müller completò nel 1976.
In una superficie museale più che raddoppiata, con ulteriori 5mila metri quadrati a disposizione dell’arte, il pubblico potrà esplorare nuove opere e scoprire collezioni private finora raramente esposte.
Kunsthaus Zürich, edificio Chipperfield, Giardino | Foto: © Juliet Haller, Amt für Städtebau, Zürich
Il collezionismo privato sotto la lente
L’ampliamento degli spazi del Kunsthaus sconvolge radicalmente la struttura delle quattro importanti collezioni private presenti all’interno del museo, la Collezione Knecht, con circa 45 opere della pittura olandese e fiamminga del Seicento, la Emil Bührle, con 170 lavori dell’impressionismo, la Collezione Merzbacher, dedicata all’espressionismo astratto e all’arte moderna classica, e infine la Looser, con circa 70 artisti dell'espressionismo astratto, della minimal art e dell’arte povera.
Con l’inaugurazione della nuova ala queste collezioni saranno ben distinte dagli altri gioielli del Kunsthaus e presentate in spazi appositamente individuati. Il nuovo assetto punterà quindi a valorizzare e porre in evidenza il ruolo del collezionismo privato, presentato, anche visibilmente, come attività a sé stante.
La Collezione Bührle nella nuova ala del Kunsthaus, 2021 | Foto: © Franca Candrian | Courtesy Kunsthaus Zürich
Una chicca per gli amanti dell’Impressionismo: la Collezione Emil Bührle
Il Kunsthaus ha in serbo per il visitatore una piccola perla che vale decisamente il viaggio e che pone Zurigo al secondo posto, dopo Parigi, tra le città con il maggior numero di capolavori impressionisti.
A circa 70 anni dalla nascita, la collezione di arte impressionista e moderna che l’industriale Emil Bührle raccolse soprattutto nel secondo dopoguerra continua ad essere considerata una delle più importanti del XX secolo. La sede ufficiale è in un edificio della Zollikerstrasse, oggi non visitabile. Tuttavia i capolavori sono accolti e integrati negli spazi del Kunsthaus. Il contratto di prestito che riguarda 203 opere è di lunga durata; una disdetta è possibile solo con un preavviso pluriennale e comunque non prima della fine del 2034.
Il percorso di 170 opere restituisce anche il contesto storico e il ruolo di Bührle come industriale, mecenate e collezionista di fama mondiale. I capolavori dei Nabis e dei fauves incontrano il prezioso nucleo dell’impressionismo e del postimpressionismo francese. Le tele cubiste, il Seicento olandese e i grandi maestri veneziani dialogano con un gruppo di sculture in legno di epoca gotica. Se opere come Il seminatore al tramonto di Vincent van Gogh, La piccola Irene di Auguste Renoir, Il campo di papaveri a Vétheuil di Claude Monet, un Nudo sdraiato di Modigliani valgono il viaggio, non sfuggono allo sguardo lavori di Manet, Degas, Gauguin, Signac, Vlaminck, Braque, Picasso.
Vincent van Gogh, Il seminatore al tramonto, 1888, Olio su tela, 92 x 73 cm, Collezione Emil Bührle, prestito permanente alla Kunsthaus Zurigo | Courtesy Kunsthaus Zurigo
Le 2000 sculture di Walter De Maria
Oltre ad essere un raffinato contenitore di capolavori, il Kunsthaus ospita diversi progetti temporanei. Fino al 20 febbraio The 2000 sculpture di Walter De Maria sfodera una delle più grandi sculture orizzontali progettate per essere esposte all’interno di uno spazio museale. Si tratta di duemila barre di gesso bianco, diverse nonostante le dimensioni identiche, con i singoli elementi caratterizzati da cinque, sette o nove spigoli, disposti su una superficie di 500 metri quadri.
Walter De Maria, The 2000 Sculpture, 1992, Installation view Kunsthaus Zürich 2021 | Foto: © Franca Candrian, Kunsthaus Zürich, © Estate of Walter De Maria
Dal cambiamento climatico raccontato dall’arte al Grechetto: l'agenda del Kunsthaus
Il cambiamento climatico raccontato dall’arte dal Settecento in poi. È l’originale fil rouge tracciato dalla mostra Earth Beats, attesa al Kunsthaus dal 9 ottobre al 6 febbraio. Il percorso è un appello di alcuni artisti per preservare la Terra e le sue risorse naturali. D’altra parte la natura, sotto forma di pittura di paesaggio, è saldamente radicata nella storia dell'arte. Presentata inizialmente come uno scenario idilliaco, sempre più rappresentata, dagli anni Settanta, come un'entità minacciata dall'intervento umano e meritevole di protezione, la natura diventa protagonista delle 120 opere esposte, accompagnate da "Earth Talks".
Herbert Brandl, Untitled. From the Black Sulm Series, 2013, Olio su tela, 300 x 150 cm, Kunsthaus Zürich, 2015 © Herbert Brandl
A Giovanni Benedetto Castiglione, detto il Grechetto, pittore e incisore fra i massimi esponenti della scuola barocca genovese, è dedicata invece la mostra Baroque Brilliance, attesa dal 10 dicembre al 6 marzo.
Il Kunsthaus Zürich dedica una personale a questo virtuoso pioniere dell'arte su carta guardando in particolare al suo rapporto con Rembrandt, suo grande modello.
Giovanni Benedetto Castiglione, detto Il Grechetto, Culto sacrificale pagano al tempio di Gerusalemme, 1645-1650 circa, Olio su tela, 43,2 x 77,4 cm, Collezione privata | Courtesy Kunsthaus
L’universo d Frida al Lichthalle MAAG
Il fil rouge dell’arte ci guida verso il Lichthalle MAAG. All’interno del primo museo immersivo di Zurigo, la vita di Frida Kahlo invita il pubblico a un’esperienza immersiva e travolgente. Fino al 2 gennaio Viva Frida Kahlo svela opere e pensieri di una delle più apprezzate pittrici di sempre. Dalla tragedia in autobus, il 17 settembre 1925, che plasma per sempre l’arte di Frida, alla solitudine di “Casa Azul” e ancora alla turbolenta relazione con Diego Rivera, un’“empia simbiosi tra un elefante e una colomba”, come qualcuno l'ha definita, il percorso è un omaggio all'artista messicana, icona di lotta e di tenacia.
Viva Frida Kahlo, Lichthalle MAAG | Foto: © Andy Juchli | Courtesy Lichthalle MAAG
Leggi anche:
• In Svizzera l'agenda dell'arte è donna: sei mostre al femminile, da Kara Walker e Frida Kahlo al Surrealismo
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In testa, camminando per Zurigo, uno solo il mantra: Art will save us.
A Zurigo il più grande museo d’arte in Svizzera
A partire dal prossimo 9 ottobre, giorno dell'inaugurazione ufficiale, Zurigo avrà il museo più grande di tutta la Svizzera grazie all’ampliamento del Kunsthaus attraverso la nuova ala progettata dalla David Chipperfield Architects. Questo intervento darà avvio a una nuova fase per la collezione museale. Le stanze allineate dell’edificio di Chipperfield, di un’eleganza senza tempo, affiancano le strutture, ben distinte fra loro, dell’edificio che Moser fece costruire tra il 1910 e il 1925, e che Müller completò nel 1976.
In una superficie museale più che raddoppiata, con ulteriori 5mila metri quadrati a disposizione dell’arte, il pubblico potrà esplorare nuove opere e scoprire collezioni private finora raramente esposte.
Kunsthaus Zürich, edificio Chipperfield, Giardino | Foto: © Juliet Haller, Amt für Städtebau, Zürich
Il collezionismo privato sotto la lente
L’ampliamento degli spazi del Kunsthaus sconvolge radicalmente la struttura delle quattro importanti collezioni private presenti all’interno del museo, la Collezione Knecht, con circa 45 opere della pittura olandese e fiamminga del Seicento, la Emil Bührle, con 170 lavori dell’impressionismo, la Collezione Merzbacher, dedicata all’espressionismo astratto e all’arte moderna classica, e infine la Looser, con circa 70 artisti dell'espressionismo astratto, della minimal art e dell’arte povera.
Con l’inaugurazione della nuova ala queste collezioni saranno ben distinte dagli altri gioielli del Kunsthaus e presentate in spazi appositamente individuati. Il nuovo assetto punterà quindi a valorizzare e porre in evidenza il ruolo del collezionismo privato, presentato, anche visibilmente, come attività a sé stante.
La Collezione Bührle nella nuova ala del Kunsthaus, 2021 | Foto: © Franca Candrian | Courtesy Kunsthaus Zürich
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Il Kunsthaus ha in serbo per il visitatore una piccola perla che vale decisamente il viaggio e che pone Zurigo al secondo posto, dopo Parigi, tra le città con il maggior numero di capolavori impressionisti.
A circa 70 anni dalla nascita, la collezione di arte impressionista e moderna che l’industriale Emil Bührle raccolse soprattutto nel secondo dopoguerra continua ad essere considerata una delle più importanti del XX secolo. La sede ufficiale è in un edificio della Zollikerstrasse, oggi non visitabile. Tuttavia i capolavori sono accolti e integrati negli spazi del Kunsthaus. Il contratto di prestito che riguarda 203 opere è di lunga durata; una disdetta è possibile solo con un preavviso pluriennale e comunque non prima della fine del 2034.
Il percorso di 170 opere restituisce anche il contesto storico e il ruolo di Bührle come industriale, mecenate e collezionista di fama mondiale. I capolavori dei Nabis e dei fauves incontrano il prezioso nucleo dell’impressionismo e del postimpressionismo francese. Le tele cubiste, il Seicento olandese e i grandi maestri veneziani dialogano con un gruppo di sculture in legno di epoca gotica. Se opere come Il seminatore al tramonto di Vincent van Gogh, La piccola Irene di Auguste Renoir, Il campo di papaveri a Vétheuil di Claude Monet, un Nudo sdraiato di Modigliani valgono il viaggio, non sfuggono allo sguardo lavori di Manet, Degas, Gauguin, Signac, Vlaminck, Braque, Picasso.
Vincent van Gogh, Il seminatore al tramonto, 1888, Olio su tela, 92 x 73 cm, Collezione Emil Bührle, prestito permanente alla Kunsthaus Zurigo | Courtesy Kunsthaus Zurigo
Le 2000 sculture di Walter De Maria
Oltre ad essere un raffinato contenitore di capolavori, il Kunsthaus ospita diversi progetti temporanei. Fino al 20 febbraio The 2000 sculpture di Walter De Maria sfodera una delle più grandi sculture orizzontali progettate per essere esposte all’interno di uno spazio museale. Si tratta di duemila barre di gesso bianco, diverse nonostante le dimensioni identiche, con i singoli elementi caratterizzati da cinque, sette o nove spigoli, disposti su una superficie di 500 metri quadri.
Walter De Maria, The 2000 Sculpture, 1992, Installation view Kunsthaus Zürich 2021 | Foto: © Franca Candrian, Kunsthaus Zürich, © Estate of Walter De Maria
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Il cambiamento climatico raccontato dall’arte dal Settecento in poi. È l’originale fil rouge tracciato dalla mostra Earth Beats, attesa al Kunsthaus dal 9 ottobre al 6 febbraio. Il percorso è un appello di alcuni artisti per preservare la Terra e le sue risorse naturali. D’altra parte la natura, sotto forma di pittura di paesaggio, è saldamente radicata nella storia dell'arte. Presentata inizialmente come uno scenario idilliaco, sempre più rappresentata, dagli anni Settanta, come un'entità minacciata dall'intervento umano e meritevole di protezione, la natura diventa protagonista delle 120 opere esposte, accompagnate da "Earth Talks".
Herbert Brandl, Untitled. From the Black Sulm Series, 2013, Olio su tela, 300 x 150 cm, Kunsthaus Zürich, 2015 © Herbert Brandl
A Giovanni Benedetto Castiglione, detto il Grechetto, pittore e incisore fra i massimi esponenti della scuola barocca genovese, è dedicata invece la mostra Baroque Brilliance, attesa dal 10 dicembre al 6 marzo.
Il Kunsthaus Zürich dedica una personale a questo virtuoso pioniere dell'arte su carta guardando in particolare al suo rapporto con Rembrandt, suo grande modello.
Giovanni Benedetto Castiglione, detto Il Grechetto, Culto sacrificale pagano al tempio di Gerusalemme, 1645-1650 circa, Olio su tela, 43,2 x 77,4 cm, Collezione privata | Courtesy Kunsthaus
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Il fil rouge dell’arte ci guida verso il Lichthalle MAAG. All’interno del primo museo immersivo di Zurigo, la vita di Frida Kahlo invita il pubblico a un’esperienza immersiva e travolgente. Fino al 2 gennaio Viva Frida Kahlo svela opere e pensieri di una delle più apprezzate pittrici di sempre. Dalla tragedia in autobus, il 17 settembre 1925, che plasma per sempre l’arte di Frida, alla solitudine di “Casa Azul” e ancora alla turbolenta relazione con Diego Rivera, un’“empia simbiosi tra un elefante e una colomba”, come qualcuno l'ha definita, il percorso è un omaggio all'artista messicana, icona di lotta e di tenacia.
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