Un ricco calendario al Museo d'arte della Svizzera italiana di Lugano
Dal Surrealismo svizzero a Segantini: il 2019 del MASI
Paul Klee, Marionetten, 1930, olio su cartone, 30,5 x 32 cm, Zurigo, Kunsthaus, Zürich. Donazione Ema e Curt Burgauer © 2019, ProLitteris, Zurich. Courtesy MASI Lugano
Samantha De Martin
22/01/2019
Mondo - Dal Surrealismo in Svizzera al dialogo inedito tra Giovanni Segantini e la Collezione del MASI, un 2019 ricco di appuntamenti attende gli ospiti del Museo d’arte della Svizzera italiana.
Si comincia il 10 febbraio quando il LAC - Lugano Arte Cultura - una delle due sedi del MASI, inaugurerà la grande retrospettiva Surrealismo Svizzera, organizzata in collaborazione con l’Aargauer Kunsthaus.
Il percorso - in programma fino al 16 giugno - indagherà l’influenza che il movimento nato Parigi a metà degli anni Venti attorno alla figura di André Breton, ha avuto sulla produzione artistica elvetica.
La mostra si soffermerà sul contributo degli artisti svizzeri - tra i quali Hans Arp, Alberto Giacometti, Paul Klee, Meret Oppenheim - nella definizione del movimento che ha incentrato la propria ricerca su tematiche quali il sogno, le angosce, le fantasie, le ossessioni, la sessualità, approdando a forme e creazioni del tutto nuove.
Resa possibile grazie alla collaborazione dei principali musei svizzeri, dal Kunsthaus di Zurigo al Kunstmuseum di Basilea, e al sostegno di importanti collezionisti privati in Svizzera e all’estero, la mostra proporrà un centinaio di opere offrendo una panoramica al contesto e allo sviluppo del movimento surrealista attraverso una significativa scelta di disegni e documenti.
Muovendo dalla domanda “Esiste un Surrealismo svizzero?” l’esposizione presenterà al pubblico i più importanti rappresentanti svizzeri del movimento, dai due precursori, Hans Arp e Paul Klee ai membri effettivi del movimento parigino Alberto Giacometti, Serge Brignoni, Gérard Vulliamy, Kurt Seligmann e Meret Oppenheim, per arrivare ai portavoce della nuova arte in Svizzera, come Otto Abt e Max von Moos.
Ed è proprio il legame tra gli artisti svizzeri a Parigi e quelli attivi in patria a favorire la diffusione e lo sviluppo delle idee surrealiste anche in Svizzera, promuovendo la creazione di gruppi progressisti come Gruppe 33, formato da quei coraggiosi artisti che negli anni Trenta hanno voluto dimostrare il loro dissenso contro il nazismo dilagante in tutta Europa.
Accanto alla mostra Surrealismo Svizzera, il MASI presenterà, dal 24 marzo al 28 luglio 2019, assieme al Museo nazionale di Zurigo, un’esposizione dedicata ai capolavori della Fondazione Gottfried Keller, la grande collezione nazionale gestita dall’Ufficio federale della cultura. A questa farà seguito, dal 25 agosto al 10 novembre 2019, il progetto intitolato Sublime, che prende spunto dall’eccezionale presenza del trittico La Natura, La Vita, La Morte di Giovanni Segantini posto in dialogo con una selezione di opere della Collezione del MASI.
Dal 12 maggio al 22 settembre il Museo accoglierà un progetto curatoriale dell’artista svizzero Franz Gertsch, mentre dall’8 settembre 2019 al 5 gennaio 2020 sarà la volta del fotografo americano William Wegman, del cui progetto, Being Human, il Museo ospiterà la prima tappa europea.
Leggi anche:
• La primavera di Picasso è a Basilea
• A Lugano con Magritte lungo la "Ligne de vie"
• Surrealismo Svizzera
• Un giovane Picasso alla Fondation Beyeler per "la mostra dell'anno"
• Da Paul Klee a Giacometti, viaggio nel surrealismo svizzero
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Si comincia il 10 febbraio quando il LAC - Lugano Arte Cultura - una delle due sedi del MASI, inaugurerà la grande retrospettiva Surrealismo Svizzera, organizzata in collaborazione con l’Aargauer Kunsthaus.
Il percorso - in programma fino al 16 giugno - indagherà l’influenza che il movimento nato Parigi a metà degli anni Venti attorno alla figura di André Breton, ha avuto sulla produzione artistica elvetica.
La mostra si soffermerà sul contributo degli artisti svizzeri - tra i quali Hans Arp, Alberto Giacometti, Paul Klee, Meret Oppenheim - nella definizione del movimento che ha incentrato la propria ricerca su tematiche quali il sogno, le angosce, le fantasie, le ossessioni, la sessualità, approdando a forme e creazioni del tutto nuove.
Resa possibile grazie alla collaborazione dei principali musei svizzeri, dal Kunsthaus di Zurigo al Kunstmuseum di Basilea, e al sostegno di importanti collezionisti privati in Svizzera e all’estero, la mostra proporrà un centinaio di opere offrendo una panoramica al contesto e allo sviluppo del movimento surrealista attraverso una significativa scelta di disegni e documenti.
Muovendo dalla domanda “Esiste un Surrealismo svizzero?” l’esposizione presenterà al pubblico i più importanti rappresentanti svizzeri del movimento, dai due precursori, Hans Arp e Paul Klee ai membri effettivi del movimento parigino Alberto Giacometti, Serge Brignoni, Gérard Vulliamy, Kurt Seligmann e Meret Oppenheim, per arrivare ai portavoce della nuova arte in Svizzera, come Otto Abt e Max von Moos.
Ed è proprio il legame tra gli artisti svizzeri a Parigi e quelli attivi in patria a favorire la diffusione e lo sviluppo delle idee surrealiste anche in Svizzera, promuovendo la creazione di gruppi progressisti come Gruppe 33, formato da quei coraggiosi artisti che negli anni Trenta hanno voluto dimostrare il loro dissenso contro il nazismo dilagante in tutta Europa.
Accanto alla mostra Surrealismo Svizzera, il MASI presenterà, dal 24 marzo al 28 luglio 2019, assieme al Museo nazionale di Zurigo, un’esposizione dedicata ai capolavori della Fondazione Gottfried Keller, la grande collezione nazionale gestita dall’Ufficio federale della cultura. A questa farà seguito, dal 25 agosto al 10 novembre 2019, il progetto intitolato Sublime, che prende spunto dall’eccezionale presenza del trittico La Natura, La Vita, La Morte di Giovanni Segantini posto in dialogo con una selezione di opere della Collezione del MASI.
Dal 12 maggio al 22 settembre il Museo accoglierà un progetto curatoriale dell’artista svizzero Franz Gertsch, mentre dall’8 settembre 2019 al 5 gennaio 2020 sarà la volta del fotografo americano William Wegman, del cui progetto, Being Human, il Museo ospiterà la prima tappa europea.
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