Dal 9 settembre a Vienna una retrospettiva completa
Di simboli e segni: Albertina Modern presenta Basquiat

Jean-Michel Basquiat, La Hara, 1981 I Courtesy of Arora Collection
Francesca Grego
25/08/2022
Mondo - Sarà un evento da non perdere la mostra che vedrà brillare la stella di Jean-Michel Basquiat nell’autunno viennese. Dal prossimo 9 settembre un viaggio completo nell'universo del genio statunitense andrà in scena negli spazi dell’antica Künstlerhaus, la “casa degli artisti” che nel 1865 l’imperatore Francesco Giuseppe donò ai creativi della capitale e che oggi ospita le strepitose collezioni di arte contemporanea austriaca e internazionale di Albertina Modern. Sono circa 50 le opere scelte per ripercorrere integralmente la carriera di Basquiat in un’esposizione che in Austria non ha precedenti, con prestiti da prestigiose raccolte pubbliche e private di tutto il mondo.
“Pochi altri artisti sono in grado di rappresentare la vibrante scena artistica di New York negli anni Ottanta come Jean-Michel Basquiat”, scrivono i curatori: “più attuale che mai, il suo lavoro è ancora innovativo e visionario”. Nelle sale di Albertina Modern impareremo a decodificarne l’originale linguaggio visivo e scopriremo le ultime novità emerse intorno alla sua opera.

Jean-Michel Basquiat, Self Portrait, 1983. Collection Thaddaeus Ropac, London · Paris · Salzburg · Seoul. Photo: Ulrich Ghezzi © Estate of Jean-Michel Basquiat. Licensed by Artestar, New York
Sezione dopo sezione, rivedremo Jean-Michel muovere i primi passi come writer sui muri della Grande Mela a soli 17 anni dopo essere scappato di casa, per poi seguirne l’ascesa fulminea, l’amicizia stimolante con Andy Warhol – tra gli artisti internazionali meglio rappresentati nelle collezioni del museo – e le frequentazioni con stelle della musica come Madonna e David Bowie. Fino al 1982, quando Basquiat è il più giovane artista invitato alla prestigiosa rassegna internazionale documenta e il primo con radici afro-caraibiche. Le sue opere sono ormai richiestissime sul mercato e stanno diventando sempre più costose: solo la morte prematura per overdose nel 1988 potrà interrompere la marcia di Basquiat, segnandone d’altra parte la consacrazione definitiva nel firmamento dell’arte globale.

Jean-Michel Basquiat, Light Blue Movers, 1987. Nicola Erni Collection, Reto Pedrini Photography © Estate of Jean-Michel Basquiat. Licensed by Artestar, New York
Outsider eccentrico e tuttavia destinato a influenzare con forza le generazioni future, Basquiat conquista l’attenzione grazie a un’espressività potente e diretta, che fonde elementi delle culture africane, afroamericane e azteche, ma anche le ispirazioni della Pop Art e dell’amatissima musica jazz. Imprescindibili sono poi i temi delle ingiustizie sociali e del razzismo, che il pittore ha vissuto sulla propria pelle e che nell’arte veste di graffiante ironia.
In programma fino all’8 gennaio 2023, Basquiat. Di simboli e segni offrirà uno sguardo privilegiato sull’universo effervescente dell’artista, mostrando al pubblico come e perché sia diventato una figura chiave sulla scena contemporanea mondiale. L’esperienza è disponibile anche da remoto, grazie ai tour su Zoom in inglese e in tedesco da prenotare sul sito del museo.

Jean-Michel Basquiat, Untitled, 1982. Private collection I Courtesy of Homeart, Hong Kong
“Pochi altri artisti sono in grado di rappresentare la vibrante scena artistica di New York negli anni Ottanta come Jean-Michel Basquiat”, scrivono i curatori: “più attuale che mai, il suo lavoro è ancora innovativo e visionario”. Nelle sale di Albertina Modern impareremo a decodificarne l’originale linguaggio visivo e scopriremo le ultime novità emerse intorno alla sua opera.

Jean-Michel Basquiat, Self Portrait, 1983. Collection Thaddaeus Ropac, London · Paris · Salzburg · Seoul. Photo: Ulrich Ghezzi © Estate of Jean-Michel Basquiat. Licensed by Artestar, New York
Sezione dopo sezione, rivedremo Jean-Michel muovere i primi passi come writer sui muri della Grande Mela a soli 17 anni dopo essere scappato di casa, per poi seguirne l’ascesa fulminea, l’amicizia stimolante con Andy Warhol – tra gli artisti internazionali meglio rappresentati nelle collezioni del museo – e le frequentazioni con stelle della musica come Madonna e David Bowie. Fino al 1982, quando Basquiat è il più giovane artista invitato alla prestigiosa rassegna internazionale documenta e il primo con radici afro-caraibiche. Le sue opere sono ormai richiestissime sul mercato e stanno diventando sempre più costose: solo la morte prematura per overdose nel 1988 potrà interrompere la marcia di Basquiat, segnandone d’altra parte la consacrazione definitiva nel firmamento dell’arte globale.

Jean-Michel Basquiat, Light Blue Movers, 1987. Nicola Erni Collection, Reto Pedrini Photography © Estate of Jean-Michel Basquiat. Licensed by Artestar, New York
Outsider eccentrico e tuttavia destinato a influenzare con forza le generazioni future, Basquiat conquista l’attenzione grazie a un’espressività potente e diretta, che fonde elementi delle culture africane, afroamericane e azteche, ma anche le ispirazioni della Pop Art e dell’amatissima musica jazz. Imprescindibili sono poi i temi delle ingiustizie sociali e del razzismo, che il pittore ha vissuto sulla propria pelle e che nell’arte veste di graffiante ironia.
In programma fino all’8 gennaio 2023, Basquiat. Di simboli e segni offrirà uno sguardo privilegiato sull’universo effervescente dell’artista, mostrando al pubblico come e perché sia diventato una figura chiave sulla scena contemporanea mondiale. L’esperienza è disponibile anche da remoto, grazie ai tour su Zoom in inglese e in tedesco da prenotare sul sito del museo.

Jean-Michel Basquiat, Untitled, 1982. Private collection I Courtesy of Homeart, Hong Kong
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