Al via la prima grande mostra
A Vienna nasce Albertina Modern, nuovo museo dedicato al contemporaneo
ALBERTINA modern | Foto: © Rupert Steiner
Francesca Grego
11/03/2020
Mondo - Il momento è arrivato. Dal 13 marzo Vienna darà il benvenuto ad Albertina Modern, il nuovo spazio che lo storico museo austriaco dedica all’arte declinata al presente. Con circa 5000 artisti rappresentati e oltre 60 mila dipinti, acquerelli, grafiche e fotografie, la creatura del direttore Klaus Albert Schröder si configura già come una vetrina del contemporaneo di livello mondiale.
Frutto dell’incontro tra le raccolte dell’Albertina e la prestigiosa collezione privata della famiglia Essl, il patrimonio del nuovo museo comprende opere di celebri artisti austriaci come Franz West, Maria Lassnig, Hermann Nitsch, Valie Export, nonché di star del firmamento internazionale e in particolare statunitense, da Andy Warhol a Cindy Sherman, da Roy Lietchenstein a Damien Hirst. Particolare attenzione è data poi a noti protagonisti dell’arte di area tedesca come Georg Baselitz o Anselm Kiefer.
ALBERTINA modern, Scalone interno | Foto: © Rupert Steiner
Tutta da scoprire anche la sede scelta per ospitare tanto ben di Dio. Si tratta della Künstlerhaus, la “casa degli artisti” che nel 1865 l’imperatore Francesco Giuseppe decise di donare ai creativi di una Vienna in pieno fermento. L’imponente edificio in stile storicista fu costruito proprio nei pressi della centralissima Ringstrasse e divenne presto un modello per l’architettura dell’epoca. Alterne vicende ne hanno segnato i destini: a rischio demolizione tra le due guerre mondiali, la Künstlerhaus ha vissuto una grande rinascita negli anni Ottanta e Novanta, quando è diventata il set di grandi mostre, festival di musica e di teatro.
Dopo 20 anni di chiusura parziale e un accurato restauro, ora è pronta a riaprire con un nuovo volto. Circa 2500 metri quadri di spazi espositivi accolgono le collezioni tra affreschi e decorazioni tardo ottocentesche - da notare i bei pavimenti originali alla veneziana - mentre il piano superiore resta a disposizione degli artisti e si arricchisce di un ulteriore spazio culturale: la Factory. Qui troveranno posto le ultime novità quanto a mostre temporanee, performance e produzioni multimediali. Una conferma della rinascita dell’interesse per l’arte più recente nella capitale austriaca, grazie al quale in questi anni anche le collezioni dell’Albertina hanno beneficiato di nuove acquisizioni.
Max Weiler, Laufes (Corso), 1961 | © Albertina, Wien - The ESSL Collection/Robert Najar
“Con l’apertura di Albertina Modern, possiamo finalmente mostrare le nostre collezioni di arte contemporanea in tutta la loro bellezza e vastità”, ha detto il direttore generale dell’Albertina Klaus Albert Schröder: “Vienna diventa così la casa di un nuovo museo di arte moderna dove i capolavori della Collezione Essl e della nostra più recente acquisizione, la Collezione Jablonka, saranno esposti insieme al nostro patrimonio di lunga data e serviranno come base per grandi mostre sempre più richieste in città. Infine il museo intende promuovere la conquista di un nuovo status per l’arte prodotta in Austria dal secondo dopoguerra in poi”.
Un programma che a partire da venerdì 13 troverà espressione in un progetto espositivo inedito: al piano terra della Künstlerhaus The Beginning. Art in Vienna, 1945-1980 sarà un lungo viaggio nel XX secolo verso Postmoderno, alla scoperta dei contributi offerti dall’arte austriaca alla scena internazionale.
Frutto dell’incontro tra le raccolte dell’Albertina e la prestigiosa collezione privata della famiglia Essl, il patrimonio del nuovo museo comprende opere di celebri artisti austriaci come Franz West, Maria Lassnig, Hermann Nitsch, Valie Export, nonché di star del firmamento internazionale e in particolare statunitense, da Andy Warhol a Cindy Sherman, da Roy Lietchenstein a Damien Hirst. Particolare attenzione è data poi a noti protagonisti dell’arte di area tedesca come Georg Baselitz o Anselm Kiefer.
ALBERTINA modern, Scalone interno | Foto: © Rupert Steiner
Tutta da scoprire anche la sede scelta per ospitare tanto ben di Dio. Si tratta della Künstlerhaus, la “casa degli artisti” che nel 1865 l’imperatore Francesco Giuseppe decise di donare ai creativi di una Vienna in pieno fermento. L’imponente edificio in stile storicista fu costruito proprio nei pressi della centralissima Ringstrasse e divenne presto un modello per l’architettura dell’epoca. Alterne vicende ne hanno segnato i destini: a rischio demolizione tra le due guerre mondiali, la Künstlerhaus ha vissuto una grande rinascita negli anni Ottanta e Novanta, quando è diventata il set di grandi mostre, festival di musica e di teatro.
Dopo 20 anni di chiusura parziale e un accurato restauro, ora è pronta a riaprire con un nuovo volto. Circa 2500 metri quadri di spazi espositivi accolgono le collezioni tra affreschi e decorazioni tardo ottocentesche - da notare i bei pavimenti originali alla veneziana - mentre il piano superiore resta a disposizione degli artisti e si arricchisce di un ulteriore spazio culturale: la Factory. Qui troveranno posto le ultime novità quanto a mostre temporanee, performance e produzioni multimediali. Una conferma della rinascita dell’interesse per l’arte più recente nella capitale austriaca, grazie al quale in questi anni anche le collezioni dell’Albertina hanno beneficiato di nuove acquisizioni.
Max Weiler, Laufes (Corso), 1961 | © Albertina, Wien - The ESSL Collection/Robert Najar
“Con l’apertura di Albertina Modern, possiamo finalmente mostrare le nostre collezioni di arte contemporanea in tutta la loro bellezza e vastità”, ha detto il direttore generale dell’Albertina Klaus Albert Schröder: “Vienna diventa così la casa di un nuovo museo di arte moderna dove i capolavori della Collezione Essl e della nostra più recente acquisizione, la Collezione Jablonka, saranno esposti insieme al nostro patrimonio di lunga data e serviranno come base per grandi mostre sempre più richieste in città. Infine il museo intende promuovere la conquista di un nuovo status per l’arte prodotta in Austria dal secondo dopoguerra in poi”.
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