Alla Gagosian di Grosvenor Hill fino al 26 luglio
Il corpo come materia. Giacometti, Picasso e Nauman si incontrano a Londra
Alberto Giacometti mentre lavora nel suo studio, 1956 | Foto: © Pierre Vauthey/Sygma/Sygma via Getty Images © Succession Alberto Giacometti / DACS 2024
Samantha De Martin
21/06/2024
Mondo - C’è l’urgenza modernista di un corpo frammentato o disintegrato che attraversa i lavori di Pablo Picasso e Alberto Giacometti. E c’è l’espansione postmoderna della scultura nella gamma di forme anti-monumentali di Bruce Nauman.
Per la prima volta le sculture di questi tre artisti si incontrano alla Gagosian di Londra dove, fino al 26 luglio, la sede di Grosvenor Hill ospita la mostra The Body as Matter: Giacometti Nauman Picasso.
All’interno del percorso a cura di Richard Calvocoressi, attraverso iconici pezzi come La femme enceinte I (1950) e Bras vertical (1961) di Picasso, La jambe (1958) e Grande tête (1960) di Giacometti, o ancora Henry Moore Bound to Fail (1967/1970), Model for Room with My Soul Left Out, Room That Does Not Care (1984) di Nauman i visitatori sono invitati a cogliere le radicali indagini sul corpo umano e sulla sua percezione attraverso le sculture di Giacometti e dei colleghi.
Pioniere del cubismo maggiormente conosciuto per i suoi dipinti, i disegni e i collage, Picasso ha prodotto diverse sculture che si possono annoverare tra le sue opere più sperimentali. Ha scolpito principalmente modellando l'argilla o il gesso assemblando forme da oggetti di scarto e materiali economici come legno, lamiera, cartone. Con un’originalità sorprendente, accompagnata da una suggestione erotica, l’artista di Malaga ha indagato i mezzi per manipolare la massa e la superficie incorporando più prospettive in una singola testa, arto o figura.
Bruce Nauman, Untitled, 1967 Wax, plaster, and rope © 2024 Bruce Nauman / Artists Rights Society (ARS), New York and DACS | Foto: © Robert Bayer. Private Collection
Nella Parigi degli anni '20 Giacometti ha invece subito il fascino del Surrealismo che lo ha incoraggiato a incorporare nelle sue sculture un senso di sadismo o di minaccia. D’altra parte nella Parigi bohèmien dell’epoca, il nome del marchese de Sade fungeva da parola d’ordine. Le sculture che Giacometti modella e fonde nel dopoguerra sono corpi fragili, filiformi, protesi verso l’alto, sorprendentemente allungati. Si allontanano dalle convenzioni della scultura classica come a volere evocare i sopravvissuti a una qualche catastrofe umana o naturale. Queste raffigurazioni di persone fratturate e vulnerabili, con parti isolate del corpo appaiono congelate nel loro movimento, inducendo riflessioni sulla mortalità.
La riduzione, da parte di Giacometti, della figura ai suoi elementi essenziali, è stata messa in discussione spingendo gli artisti contemporanei a considerare nuove possibilità. Tra questi si inserisce il fotografo, scultore, videoartista e artista concettuale statunitense Bruce Nauman che, a partire dagli anni Sessanta, ha perseguito una pratica basata sull’approccio innovativo introdotto da Picasso e Giacometti. Nauman realizza sculture, performance, video e neon che pongono gli spettatori al cospetto dei loro limiti fisici attraverso l’impiego di azioni ripetitive, giochi linguistici e immagini crude che disturbano il pensiero e la percezione. Alla maniera di Giacometti, Nauman evoca la condizione umana attraverso i prismi della cultura contemporanea e della tecnologia moderna. Le opere di Nauman richiedono la presenza fisica e il coinvolgimento mentale dello spettatore per essere attivate.
Pablo Picasso, Tête de femme, 1951,1955, Bronzo © Succession Picasso/DACS, London 2024 | Foto: © Rob McKeever | Courtesy Gagosian
La mostra londinese vuole sottolineare come Giacometti, Nauman e Picasso, sebbene in maniera differente, abbiamo contribuito a ridefinire la scultura, rimodellando i mezzi tradizionali e pionieristici. Ma soprattutto ambisce a sottolineare la grande carica innovatrice e l’attualità dell’indagine artistica condotta nel secolo scorso sul tema della percezione del corpo umano, proprio e degli altri. L’innovativo allontanamento di Picasso da una rappresentazione naturalistica della forma umana è stata estesa da Giacometti, le cui figure allungate, modellate e fuse attirano l'attenzione verso la materia e verso il processo compositivo, evocando lo sforzo compiuto dall’artista nel catturare una presenza viva nelle tre dimensioni.
Nauman usa spesso il proprio corpo come soggetto e incoraggia lo spettatore a diventare anch’esso attore attivo. Per tutti e tre gli artisti, lo spazio che occupiamo, i modi in cui siamo percepiti costituiscono elementi indispensabili per l'indagine esistenziale.
Per la prima volta le sculture di questi tre artisti si incontrano alla Gagosian di Londra dove, fino al 26 luglio, la sede di Grosvenor Hill ospita la mostra The Body as Matter: Giacometti Nauman Picasso.
All’interno del percorso a cura di Richard Calvocoressi, attraverso iconici pezzi come La femme enceinte I (1950) e Bras vertical (1961) di Picasso, La jambe (1958) e Grande tête (1960) di Giacometti, o ancora Henry Moore Bound to Fail (1967/1970), Model for Room with My Soul Left Out, Room That Does Not Care (1984) di Nauman i visitatori sono invitati a cogliere le radicali indagini sul corpo umano e sulla sua percezione attraverso le sculture di Giacometti e dei colleghi.
Pioniere del cubismo maggiormente conosciuto per i suoi dipinti, i disegni e i collage, Picasso ha prodotto diverse sculture che si possono annoverare tra le sue opere più sperimentali. Ha scolpito principalmente modellando l'argilla o il gesso assemblando forme da oggetti di scarto e materiali economici come legno, lamiera, cartone. Con un’originalità sorprendente, accompagnata da una suggestione erotica, l’artista di Malaga ha indagato i mezzi per manipolare la massa e la superficie incorporando più prospettive in una singola testa, arto o figura.
Bruce Nauman, Untitled, 1967 Wax, plaster, and rope © 2024 Bruce Nauman / Artists Rights Society (ARS), New York and DACS | Foto: © Robert Bayer. Private Collection
Nella Parigi degli anni '20 Giacometti ha invece subito il fascino del Surrealismo che lo ha incoraggiato a incorporare nelle sue sculture un senso di sadismo o di minaccia. D’altra parte nella Parigi bohèmien dell’epoca, il nome del marchese de Sade fungeva da parola d’ordine. Le sculture che Giacometti modella e fonde nel dopoguerra sono corpi fragili, filiformi, protesi verso l’alto, sorprendentemente allungati. Si allontanano dalle convenzioni della scultura classica come a volere evocare i sopravvissuti a una qualche catastrofe umana o naturale. Queste raffigurazioni di persone fratturate e vulnerabili, con parti isolate del corpo appaiono congelate nel loro movimento, inducendo riflessioni sulla mortalità.
La riduzione, da parte di Giacometti, della figura ai suoi elementi essenziali, è stata messa in discussione spingendo gli artisti contemporanei a considerare nuove possibilità. Tra questi si inserisce il fotografo, scultore, videoartista e artista concettuale statunitense Bruce Nauman che, a partire dagli anni Sessanta, ha perseguito una pratica basata sull’approccio innovativo introdotto da Picasso e Giacometti. Nauman realizza sculture, performance, video e neon che pongono gli spettatori al cospetto dei loro limiti fisici attraverso l’impiego di azioni ripetitive, giochi linguistici e immagini crude che disturbano il pensiero e la percezione. Alla maniera di Giacometti, Nauman evoca la condizione umana attraverso i prismi della cultura contemporanea e della tecnologia moderna. Le opere di Nauman richiedono la presenza fisica e il coinvolgimento mentale dello spettatore per essere attivate.
Pablo Picasso, Tête de femme, 1951,1955, Bronzo © Succession Picasso/DACS, London 2024 | Foto: © Rob McKeever | Courtesy Gagosian
La mostra londinese vuole sottolineare come Giacometti, Nauman e Picasso, sebbene in maniera differente, abbiamo contribuito a ridefinire la scultura, rimodellando i mezzi tradizionali e pionieristici. Ma soprattutto ambisce a sottolineare la grande carica innovatrice e l’attualità dell’indagine artistica condotta nel secolo scorso sul tema della percezione del corpo umano, proprio e degli altri. L’innovativo allontanamento di Picasso da una rappresentazione naturalistica della forma umana è stata estesa da Giacometti, le cui figure allungate, modellate e fuse attirano l'attenzione verso la materia e verso il processo compositivo, evocando lo sforzo compiuto dall’artista nel catturare una presenza viva nelle tre dimensioni.
Nauman usa spesso il proprio corpo come soggetto e incoraggia lo spettatore a diventare anch’esso attore attivo. Per tutti e tre gli artisti, lo spazio che occupiamo, i modi in cui siamo percepiti costituiscono elementi indispensabili per l'indagine esistenziale.
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