Il capolavoro della pittrice romana entra nella collezione del museo di Los Angeles
Il Getty museum acquista Lucrezia, il dipinto riscoperto di Artemisia Gentileschi
Artemisia Gentileschi, Lucrezia, 1627, Olio su tela, Los Angeles, The J. Paul Getty Museum | Courtesy Getty Museum
Samantha De Martin
01/04/2021
Mondo - Il pugnale rivolto al seno, la testa abbandonata all’indietro, gli occhi stravolti, puntati verso il cielo.
Lucrezia, la leggendaria eroina romana, virtuosa moglie di Lucio Tarquinio Collatino, infertasi la morte, secondo la tradizione, dopo essere stata abusata da Sesto Tarquinio, sbuca da una tela riscoperta di Artemisia Gentileschi invitando chi osserva a condividere con devozione il suo dramma.
Il J. Paul Getty Museum di Los Angeles ha annunciato oggi l’acquisizione di quest’opera dipinta da Artemisia nel 1627, e solo recentemente riscoperta. La grande tela, riemersa sul mercato nel 2019 e messa all’asta nel novembre dello stesso anno, è rimasta per secoli in mani private.
Il pubblico potrà adesso ammirarla, insieme agli altri capolavori della collezione, non appena il museo riaprirà i battenti.
In realtà questa figura mitica della storia di Roma, legata alla cacciata dalla città dell'ultimo re Tarquinio il Superbo, è un soggetto molto caro all'arte rinascimentale e barocca. Anche Artemisia la ritrae spesso, isolata, nell’istante prima di affondare il pugnale nel petto. L’artista romana ne fa più volte la protagonista delle sue tele, condividendo con questo personaggio, esempio di forza e coraggio femminili, la sua personale violenza, subita da Agostino Tassi durante la giovinezza trascorsa all’ombra del padre pittore.
Eppure questa Lucrezia sembra avere un’importanza diversa, perché getterebbe nuova luce su un momento cruciale della carriera dell’artista.
Tiziano Vecellio, Il suicidio di Lucrezia, 1516-1517, Vienna, Kunsthistorisches Museum
Un capolavoro della maturità
“Negli ultimi vent’anni, grazie alla scoperta di nuovi documenti e l'emergere di nuovi dipinti, la nostra comprensione dell’arte di Artemisia è diventata molto più complessa e ricca di sfumature - commenta Davide Gasparotto, senior curator della sezione dipinti al Getty Museum -. Questo lavoro, ritrovato di recente, getta una nuova luce su un momento cruciale e finora trascurato della sua carriera, quando la pittrice sta passando dal caravaggismo, segno distintivo dei suoi anni di formazione, a uno stile più aggraziato e idealizzato che caratterizzerà la sua maturità. Lucrezia è un esempio potente e convincente del soggetto più significativo di Artemisia: la rappresentazione di figure femminili dinamiche che controllano il proprio destino. Eppure, con la sua espressività lirica e sofisticata, e la pennellata vibrante, la pittura suggerisce anche nuove direzioni nel suo percorso artistico”.
La pittrice potrebbe aver dipinto la sua Lucrezia durante il soggiorno a Venezia. Avvolta nel suo vorticoso ed esuberante drappeggio, scolpita da pennellate libere, la protagonista - simile alle figure femminili dei quadri di Tiziano e Veronese - vibra dell’influsso dell’eredità artistica del Cinquecento veneziano.
Ma il dipinto riflette anche i contatti tra la pittrice e gli artisti attivi a Venezia negli anni Venti del Seicento, come il francese Nicolas Régnier, il tedesco Johann Liss e il genovese Bernardo Strozzi.
Lucrezia in un opuscolo di poesie
Risale al 1627 la stampa di un opuscolo con una serie di poesie dedicate a quattro dipinti di Artemisia eseguiti a Venezia. A scriverle era stato molto probabilmente Giovanni Francesco Loredan, membro di un affiatato gruppo di scrittori, artisti, musicisti, librettisti e mecenati vicini ad Artemisia durante il suo soggiorno veneziano. È molto probabile che la Lucrezia del Getty sia lo stesso dipinto lodato in questi versi veneziani.
Jean Paul Getty Museum, Los Angeles | Foto: © ketchupbrause via pixabay.com
Leggi anche:
• La National Gallery celebra Artemisia in una grande mostra
Lucrezia, la leggendaria eroina romana, virtuosa moglie di Lucio Tarquinio Collatino, infertasi la morte, secondo la tradizione, dopo essere stata abusata da Sesto Tarquinio, sbuca da una tela riscoperta di Artemisia Gentileschi invitando chi osserva a condividere con devozione il suo dramma.
Il J. Paul Getty Museum di Los Angeles ha annunciato oggi l’acquisizione di quest’opera dipinta da Artemisia nel 1627, e solo recentemente riscoperta. La grande tela, riemersa sul mercato nel 2019 e messa all’asta nel novembre dello stesso anno, è rimasta per secoli in mani private.
Il pubblico potrà adesso ammirarla, insieme agli altri capolavori della collezione, non appena il museo riaprirà i battenti.
In realtà questa figura mitica della storia di Roma, legata alla cacciata dalla città dell'ultimo re Tarquinio il Superbo, è un soggetto molto caro all'arte rinascimentale e barocca. Anche Artemisia la ritrae spesso, isolata, nell’istante prima di affondare il pugnale nel petto. L’artista romana ne fa più volte la protagonista delle sue tele, condividendo con questo personaggio, esempio di forza e coraggio femminili, la sua personale violenza, subita da Agostino Tassi durante la giovinezza trascorsa all’ombra del padre pittore.
Eppure questa Lucrezia sembra avere un’importanza diversa, perché getterebbe nuova luce su un momento cruciale della carriera dell’artista.
Tiziano Vecellio, Il suicidio di Lucrezia, 1516-1517, Vienna, Kunsthistorisches Museum
Un capolavoro della maturità
“Negli ultimi vent’anni, grazie alla scoperta di nuovi documenti e l'emergere di nuovi dipinti, la nostra comprensione dell’arte di Artemisia è diventata molto più complessa e ricca di sfumature - commenta Davide Gasparotto, senior curator della sezione dipinti al Getty Museum -. Questo lavoro, ritrovato di recente, getta una nuova luce su un momento cruciale e finora trascurato della sua carriera, quando la pittrice sta passando dal caravaggismo, segno distintivo dei suoi anni di formazione, a uno stile più aggraziato e idealizzato che caratterizzerà la sua maturità. Lucrezia è un esempio potente e convincente del soggetto più significativo di Artemisia: la rappresentazione di figure femminili dinamiche che controllano il proprio destino. Eppure, con la sua espressività lirica e sofisticata, e la pennellata vibrante, la pittura suggerisce anche nuove direzioni nel suo percorso artistico”.
La pittrice potrebbe aver dipinto la sua Lucrezia durante il soggiorno a Venezia. Avvolta nel suo vorticoso ed esuberante drappeggio, scolpita da pennellate libere, la protagonista - simile alle figure femminili dei quadri di Tiziano e Veronese - vibra dell’influsso dell’eredità artistica del Cinquecento veneziano.
Ma il dipinto riflette anche i contatti tra la pittrice e gli artisti attivi a Venezia negli anni Venti del Seicento, come il francese Nicolas Régnier, il tedesco Johann Liss e il genovese Bernardo Strozzi.
Lucrezia in un opuscolo di poesie
Risale al 1627 la stampa di un opuscolo con una serie di poesie dedicate a quattro dipinti di Artemisia eseguiti a Venezia. A scriverle era stato molto probabilmente Giovanni Francesco Loredan, membro di un affiatato gruppo di scrittori, artisti, musicisti, librettisti e mecenati vicini ad Artemisia durante il suo soggiorno veneziano. È molto probabile che la Lucrezia del Getty sia lo stesso dipinto lodato in questi versi veneziani.
Jean Paul Getty Museum, Los Angeles | Foto: © ketchupbrause via pixabay.com
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