Dal 1° marzo al 30 giugno a Londra

Il ritorno di Angelica Kauffmann alla Royal Academy of Arts

Angelica Kauffmann, Portraits of Domenica Morghen and Maddalena Volpato as Muses of Tragedy and Comedy, 1791, Oil on canvas, 158 x 125 cm, National Museum in Warsaw MNW | Photo © Collection of National Museum in Warsaw. Photo: Piotr Ligier

 

Samantha De Martin

10/11/2023

Mondo - Un contemporaneo la descrisse come “la donna più colta” d'Europa.
Da bambina prodigio ad artista tra le più acclamate del suo tempo, e non solo, Angelica Kauffmann sarà protagonista di una grande mostra che la Royal Academy of Arts inaugurerà nel 2024 per celebrare la vita e l'opera di uno dei suoi membri fondatori. Angelica, infatti, fu, assieme a Mary Moser, l'unica fondatrice di sesso femminile (tra i 34 membri) della prestigiosa accademia londinese.
Dal 1° marzo al 30 giugno a Londra oltre 30 opere, tra dipinti storici, ritratti, autoritratti, che includono importanti prestiti internazionali, molti dei quali mai visti prima nel Regno Unito, scandiranno un viaggio di scoperta della pittrice svizzera nata a Coira nel 1741, specializzata nella ritrattistica e nei soggetti storici.


Angelica Kauffmann, Self-portrait in the Traditional Costume of the Bregenz Forest, 1781, Oil on canvas, Innsbruck, TLM, Ältere kunstgeschichtliche Sammlung, inv. Gem 301. Photo: Innsbruck, Tiroler Landesmuseen

Mentre la sua famiglia viaggiava tra Svizzera, Austria e Italia, Angelica veniva educata alla musica e alla pittura facendo della passione per quest’ultima un mestiere. In Italia, dove trascorse buona parte della vita, ebbe modo di coltivare più intensamente le proprie doti pittoriche, studiando i capolavori dei grandi maestri, da Correggio a Guido Reni, dai Carracci al Guercino. ​
A Londra, dove scelse di trasferirsi nel 1766, raggiunse il culmine della carriera, guadagnandosi fama, fortuna e un notevole successo nella cerchia di mecenati.

Ad aprire l’esposizione londinese, organizzata in quattro sezioni, sarà il corteo degli autoritratti più celebri, come l’Autoritratto nel costume tradizionale della foresta di Bregenz, del 1781 (dal Tiroler Landesmuseum Ferdinandeum di Innsbruck) e l’Autoritratto in abito antico, del 1787 (dalle Gallerie degli Uffizi), opera che lei stessa donò al Granduca di Toscana per la sua celebre Galleria d'Artisti. Seguirà la sezione dedicata alla formazione a Roma e alla sua carriera dopo l’arrivo a Londra, dove venne considerata una delle artiste più ricercate dell'epoca.

Il suo ritratto di Johann Joachim Winckelmann, del 1764 (in prestito dal Kunsthaus di Zurigo), dipinto quando aveva appena 22 anni, stregò pubblico e critica per la straordinaria somiglianza con il protagonista. Sebbene abbia avuto molto successo come ritrattista, Kauffmann si identificò principalmente come pittrice storica, preferendo concentrarsi su protagoniste femminili, come accade in Cleopatra che adorna la tomba di Marco Antonio dalla The Burghley House Collection.


Angelica Kauffmann, Design, 1778-80, Oil on canvas, 128.3 x 149 cm. © Royal Academy of Arts, London. Photo: John Hammond

Il rapporto tra Kauffmann e la Royal Academy of Arts sarà il filo conduttore della terza tappa dell’itinerario espositivo che accenderà i riflettori sul successo della pittrice nella società del XVIII secolo guidata principalmente da uomini. Questa sezione includerà il ritratto dell’artista tedesco Johanh Zoffany che immortala alcuni membri della Royal Academy, e dove la posizione di Kauffmann e Moser si riduce a ritratti appesi al muro, dal momento che le due, in quanto donne, non avevano accesso alla Life Room dove il ritratto è ambientato. A chiudere il percorso sarà un accenno alla tarda carriera di Kauffmann a Roma. Rientrata in Italia nel 1782, il suo studio nei pressi di Piazza di Spagna divenne un centro per l'élite culturale del tempo, mentre la sua reputazione continuava a crescere. Diverse erano le donne che volevano essere ritratte da Angelica, e tra queste Emma, Lady Hamilton raffigurata nel 1791. In Autoritratto al crocevia tra le arti della musica e della pittura del 1794, uno dei più apprezzati del XVIII secolo, la pittrice ripercorre un punto di svolta fondamentale nella sua vita, quando decise di abbandonare la carriera musicale per dedicarsi interamente alla pittura. Chiuderanno il percorso Cristo e la Samaritana, dalla Neue Pinakothek di Monaco, uno dei pochi dipinti religiosi dell'artista, e anche una delle due tele portate nel corteo funebre di Angelica per volere dello scultore e suo caro amico Antonio Canova.