A Parigi dal 4 aprile al 1° settembre
In gioco! Al Musée Marmottan Monet lo sport visto dagli artisti, da Manet a Toulouse-Lautrec
Alfred Sisley, Regate a Molesey, 1874, Olio su tela, 91.5 x 66 cm, Paris, musée d’Orsay | Foto: © (C) RMN-Grand Palais (musée d’Orsay) / Hervé Lewandowski
Samantha De Martin
28/12/2023
Mondo - Da Henri de Toulouse-Lautrec, spettatore appassionato, a Paul Signac, atleta esperto, lo sport ha talvolta impresso sulla tela un segno dirompente, strettamente connesso con la società e con i grandi maestri del pennello.
In occasione dei Giochi Olimpici e Paralimpici di Parigi 2024, il Musée Marmottan Monet ospiterà, dal 4 aprile al 1° settembre, una mostra dal titolo En jeu! Artisti e sport: 1870-1930.
Mecca dei capolavori impressionisti, scrigno di un’impressionante collezione, il museo parigino restituisce da sempre, attraverso i suoi gioielli, un autentico ritratto della società della seconda metà dell'Ottocento. Un contesto che ha via via riscoperto il piacere di investire il proprio tempo libero in attività sportive e ricreative. Queste nuove attività hanno occupato un posto rilevante nelle tele degli Impressionisti, sempre più avvezzi a mettere in dialogo elementi naturali e modernità, come testimoniano alcuni capolavori provenienti dalle collezioni del museo e alcuni disegni di Monet.
Louise Abbéma, Pierre Bonnard, Gustave Courbet, Théodore Géricault, Claude Monet, Henri de Toulouse-Lautrec, Pierre Auguste Renoir, Auguste Rodin, Félicien Rops, Paul Signac, Alfred Sisley sono solo sono alcuni dei maestri che saranno chiamati in mostra per celebrare l'interesse dell’arte per il tema dello sport, letto attraverso il prisma della modernità e del cambiamento sociale. Oltre 160 lavori, tra opere e documenti significativi provenienti da collezioni private e pubbliche d’Europa, Stati Uniti e Giappone - dalla Peggy Guggenheim di Venezia al Philadelphia Museum of Art, dal Musée national du Sport di Nizza alla National Gallery of Art di Washington - mostreranno come lo sport abbia cambiato, nel corso della seconda metà dell'Ottocento, il proprio statuto sociale e culturale.
Claude Monet, Les Patineurs à Giverny, 1899, Olio su tela, 80 x 60 cm Postdam, Collection Hasso Plattner © Hasso Planer Collection
Presto cominciò ad attirare l’interesse di pittori, scultori e fotografi che videro in esso l'espressione di una modernità già esplorata altrove. Tennis sull’erba, regate, corse di cavalli, la scherma sono solo alcune delle attività praticate da sportivi e gentiluomini e dalle quali gli impressionisti, da Manet a Sisley, da Degas a Caillebotte, hanno tratto ispirazione per i loro dipinti. Presto la pratica dello sport divenne sempre più accessibile anche alla classe operaia in cerca di svago. La scoperta delle attività sportive da parte di un pubblico fino ad allora ad esse poco avvezzo divenne ad esempio fonte di ispirazione per le divertenti (e crudeli) caricature di Honoré Daumier e Félicien Rops.
Il progressivo incremento del tempo libero estese la pratica dello sport, individuale o collettiva, all’intera società europea. L’entusiasmo del pubblico, alimentato da eventi sportivi e mediatici spettacolari, al centro di fotografie, poster e stampa illustrata, ha permesso allo sport di assicurarsi un ruolo importante in un contesto che ha consacrato sportivi e atleti a nuovi eroi moderni.
La prima edizione dei Giochi Olimpici moderni si svolse ad Atene nel 1896, mentre Parigi ospitò le edizioni del 1900 e del 1924. Lo sport moderno assunse presto anche una valenza politica. La vitalità e la forza degli atleti vennero presto collegate al sesso e alle questioni razziali. La mostra esplora anche il cambiamento dei i codici sociali degli ambienti sportivi i cui spazi sono via via divenuti il teatro per celebrare l’abilità fisica.
Oltre a seguire lo sviluppo dello sport nelle società occidentali a cavallo del XIX secolo e del Novecento, la mostra invita il pubblico a interrogarsi sull’identificazione degli artisti con la figura dello sportivo. Che fossero spettatori appassionati come Henri de Toulouse-Lautrec o essi stessi atleti esperti come Paul Signac, questi maestri si sono senza dubbio identificati con la determinazione e la resistenza degli sportivi che cercavano di superare se stessi. Il lottatore, il pugile, lo schermidore o il marinaio diventano così l’autoritratto metaforico di quei maestri che hanno lottato anch'essi per il successo e il riconoscimento.
In occasione dei Giochi Olimpici e Paralimpici di Parigi 2024, il Musée Marmottan Monet ospiterà, dal 4 aprile al 1° settembre, una mostra dal titolo En jeu! Artisti e sport: 1870-1930.
Mecca dei capolavori impressionisti, scrigno di un’impressionante collezione, il museo parigino restituisce da sempre, attraverso i suoi gioielli, un autentico ritratto della società della seconda metà dell'Ottocento. Un contesto che ha via via riscoperto il piacere di investire il proprio tempo libero in attività sportive e ricreative. Queste nuove attività hanno occupato un posto rilevante nelle tele degli Impressionisti, sempre più avvezzi a mettere in dialogo elementi naturali e modernità, come testimoniano alcuni capolavori provenienti dalle collezioni del museo e alcuni disegni di Monet.
Louise Abbéma, Pierre Bonnard, Gustave Courbet, Théodore Géricault, Claude Monet, Henri de Toulouse-Lautrec, Pierre Auguste Renoir, Auguste Rodin, Félicien Rops, Paul Signac, Alfred Sisley sono solo sono alcuni dei maestri che saranno chiamati in mostra per celebrare l'interesse dell’arte per il tema dello sport, letto attraverso il prisma della modernità e del cambiamento sociale. Oltre 160 lavori, tra opere e documenti significativi provenienti da collezioni private e pubbliche d’Europa, Stati Uniti e Giappone - dalla Peggy Guggenheim di Venezia al Philadelphia Museum of Art, dal Musée national du Sport di Nizza alla National Gallery of Art di Washington - mostreranno come lo sport abbia cambiato, nel corso della seconda metà dell'Ottocento, il proprio statuto sociale e culturale.
Claude Monet, Les Patineurs à Giverny, 1899, Olio su tela, 80 x 60 cm Postdam, Collection Hasso Plattner © Hasso Planer Collection
Presto cominciò ad attirare l’interesse di pittori, scultori e fotografi che videro in esso l'espressione di una modernità già esplorata altrove. Tennis sull’erba, regate, corse di cavalli, la scherma sono solo alcune delle attività praticate da sportivi e gentiluomini e dalle quali gli impressionisti, da Manet a Sisley, da Degas a Caillebotte, hanno tratto ispirazione per i loro dipinti. Presto la pratica dello sport divenne sempre più accessibile anche alla classe operaia in cerca di svago. La scoperta delle attività sportive da parte di un pubblico fino ad allora ad esse poco avvezzo divenne ad esempio fonte di ispirazione per le divertenti (e crudeli) caricature di Honoré Daumier e Félicien Rops.
Il progressivo incremento del tempo libero estese la pratica dello sport, individuale o collettiva, all’intera società europea. L’entusiasmo del pubblico, alimentato da eventi sportivi e mediatici spettacolari, al centro di fotografie, poster e stampa illustrata, ha permesso allo sport di assicurarsi un ruolo importante in un contesto che ha consacrato sportivi e atleti a nuovi eroi moderni.
La prima edizione dei Giochi Olimpici moderni si svolse ad Atene nel 1896, mentre Parigi ospitò le edizioni del 1900 e del 1924. Lo sport moderno assunse presto anche una valenza politica. La vitalità e la forza degli atleti vennero presto collegate al sesso e alle questioni razziali. La mostra esplora anche il cambiamento dei i codici sociali degli ambienti sportivi i cui spazi sono via via divenuti il teatro per celebrare l’abilità fisica.
Oltre a seguire lo sviluppo dello sport nelle società occidentali a cavallo del XIX secolo e del Novecento, la mostra invita il pubblico a interrogarsi sull’identificazione degli artisti con la figura dello sportivo. Che fossero spettatori appassionati come Henri de Toulouse-Lautrec o essi stessi atleti esperti come Paul Signac, questi maestri si sono senza dubbio identificati con la determinazione e la resistenza degli sportivi che cercavano di superare se stessi. Il lottatore, il pugile, lo schermidore o il marinaio diventano così l’autoritratto metaforico di quei maestri che hanno lottato anch'essi per il successo e il riconoscimento.
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