Dal 23 novembre al 2 aprile alla Tate Modern
In scena a Londra il mito di Modì
Amedeo Modigliani, Grande nudo disteso (Le Grand Nu), 1917, Museum of Modern Art, New York | © Museum of Modern Art, New York
Francesca Grego
16/11/2017
Mondo - “Mi scusi commissario, ma i nudi nell’arte ci sono da sempre. Ne è piena la storia!”. Fu questa la replica di un’esterrefatta Berthe Weill davanti al funzionario di polizia che si agitava tra la folla davanti alla vetrina della sua galleria.
I nudi in questione erano quelli di Amedeo Modigliani, e non ci fu niente da fare: l’unica mostra personale organizzata mentre l’artista era in vita chiuse i battenti a poche ore dall’inaugurazione, per riaprire solo dopo la rimozione delle – non poche – tele dello scandalo.
A un secolo esatto dall’incredibile episodio, la Tate Modern ci riprova. Dal 23 novembre, nella grande monografica Modigliani il pubblico britannico potrà ammirare quasi tutti i dipinti censurati nel 1917, tra le 100 opere scelte per rappresentare l’intero percorso creativo di Modì.
Ci saranno il celeberrimo Grande nudo disteso del MoMa di New York e il Nudo seduto del Royal Museum of Fine Arts di Anversa, che per partecipare all’evento ha infranto le regole interne sui prestiti, insieme ad altre dieci conturbanti bellezze riunite in una sezione dedicata: un gruppo così cospicuo di nudi di Modigliani non si è mai visto in Gran Bretagna.
Ma non finisce qui. Il progetto espositivo a cura di Nancy Ireson abbraccia tutta la ricca – seppur breve – carriera del bohémien livornese, indagandone anche le dimensioni meno note.
Tra le chicche, il dipinto del Giovane Contadino, il primo Modigliani sbarcato in Gran Bretagna. Acquistato nel lontano 1918 da un lungimirante curatore dell’Holburne Museum di Bath, oggi è uno dei tesori più preziosi delle collezioni Tate.
Non manca naturalmente una nutrita schiera di ritratti, il genere preferito da Modì, che per dipingere necessitava di stabilire un profondo contatto con i propri modelli.
Ecco gli amici e colleghi Pablo Picasso, Costantin Brancusi, Juan Gris e Diego Rivera, ma anche un Jean Cocteau quasi caricaturale, che non piacque molto allo scrittore.
E poi il mercante Léopold Zborosky, che si occupò del sostentamento di Modigliani nei periodi più bui, le compagne Hanka e Jeanne Hébuterne, la musa, amica e compagna di bevute Beatrice Hastings, con cui l’artista intrattenne un rapporto burrascoso.
Una rara serie di sculture aprirà una finestra su un lato spesso sottovalutato della creatività di Modì: Teste dalle forme fragili e allungate ricordano da vicino le fisionomie dei quadri e raccontano tutto l’amore del loro autore per pietre e scalpelli, offrendo spunti per comprenderne più compiutamente la pittura.
Infine, per la prima volta nei musei Tate, un’installazione di realtà virtuale di ultima generazione trasporterà il pubblico nelle atmosfere della Parigi di inizio secolo.
La mostra Modigliani sarà in programma alla Tate Modern di Londra dal prossimo 23 novembre al 2 aprile 2018.
Leggi anche:
• Verso il 2020, nel segno di Modigliani
• A Genova l’enigma di Modì
• Modigliani
I nudi in questione erano quelli di Amedeo Modigliani, e non ci fu niente da fare: l’unica mostra personale organizzata mentre l’artista era in vita chiuse i battenti a poche ore dall’inaugurazione, per riaprire solo dopo la rimozione delle – non poche – tele dello scandalo.
A un secolo esatto dall’incredibile episodio, la Tate Modern ci riprova. Dal 23 novembre, nella grande monografica Modigliani il pubblico britannico potrà ammirare quasi tutti i dipinti censurati nel 1917, tra le 100 opere scelte per rappresentare l’intero percorso creativo di Modì.
Ci saranno il celeberrimo Grande nudo disteso del MoMa di New York e il Nudo seduto del Royal Museum of Fine Arts di Anversa, che per partecipare all’evento ha infranto le regole interne sui prestiti, insieme ad altre dieci conturbanti bellezze riunite in una sezione dedicata: un gruppo così cospicuo di nudi di Modigliani non si è mai visto in Gran Bretagna.
Ma non finisce qui. Il progetto espositivo a cura di Nancy Ireson abbraccia tutta la ricca – seppur breve – carriera del bohémien livornese, indagandone anche le dimensioni meno note.
Tra le chicche, il dipinto del Giovane Contadino, il primo Modigliani sbarcato in Gran Bretagna. Acquistato nel lontano 1918 da un lungimirante curatore dell’Holburne Museum di Bath, oggi è uno dei tesori più preziosi delle collezioni Tate.
Non manca naturalmente una nutrita schiera di ritratti, il genere preferito da Modì, che per dipingere necessitava di stabilire un profondo contatto con i propri modelli.
Ecco gli amici e colleghi Pablo Picasso, Costantin Brancusi, Juan Gris e Diego Rivera, ma anche un Jean Cocteau quasi caricaturale, che non piacque molto allo scrittore.
E poi il mercante Léopold Zborosky, che si occupò del sostentamento di Modigliani nei periodi più bui, le compagne Hanka e Jeanne Hébuterne, la musa, amica e compagna di bevute Beatrice Hastings, con cui l’artista intrattenne un rapporto burrascoso.
Una rara serie di sculture aprirà una finestra su un lato spesso sottovalutato della creatività di Modì: Teste dalle forme fragili e allungate ricordano da vicino le fisionomie dei quadri e raccontano tutto l’amore del loro autore per pietre e scalpelli, offrendo spunti per comprenderne più compiutamente la pittura.
Infine, per la prima volta nei musei Tate, un’installazione di realtà virtuale di ultima generazione trasporterà il pubblico nelle atmosfere della Parigi di inizio secolo.
La mostra Modigliani sarà in programma alla Tate Modern di Londra dal prossimo 23 novembre al 2 aprile 2018.
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