Visita a tre gioielli svizzeri Patrimonio Unesco

In Ticino tra i Castelli medievali di Bellinzona

La cinta muraria che, dal castello di Montebello, si allunga fino a Bellinzona. Ph. by Samantha De Martin
 

Samantha De Martin

26/09/2017

Mondo - Vigne verdissime, filari pettinati dal vento e da abili mani, e, sulle morbide sinuosità della collina che si stiracchia con garbo verso il centro di Bellinzona, i tre castelli, con la loro murata incredibilmente intatta, che l'Unesco ha voluto premiare conferendo, nel 2000, alle fortezze, il riconoscimento di Patrimonio Mondiale dell'Umanità.
Mentre il trenino Artù si inerpica, sferragliante, dal centro storico della tranquilla capitale del Canton Ticino, a circa 30 minuti da Lugano e a un'ora dall'Italia, verso la collina coccolata dalle ampie chiome dei castagni, il castello di Sasso Corbaro fa capolino quasi a porgere il suo cordiale saluto agli ospiti.
Questo collegamento diretto e divertente - che consente di gustare con lentezza e con un'utile guida acustica la bellezza dei Castelli di Bellinzona - è il modo più romantico per raggiungere queste affascinanti costruzioni, realizzate per ostacolare la spinta espansionistica della Svizzera verso sud. Costruito dall'ingegnere fiorentino Benedetto Ferrini in poco più di sei mesi, per ordine del duca di Milano nel 1479, all'indomani della Battaglia di Giornico, il Castello di Cima - come lo chiamano i Bellinzonesi - serviva ad assicurare chiusura e protezione alla valle del Ticino. Dopo alterne vicessitudini, nel 1919 la fortezza sforzesca passò allo Stato che la restaurò facendo ricostruire il rivellino, i portali di ingresso, la cappella seicentesca e il pozzo.
Entrando nella corte quadrata chiusa tra alte muraglie dove si innestano il mastio dalle possenti spalle e la torre di vedetta, sembra di penetrare in un tempo lontano, cucito a colpi di storia e coraggio.
Un percorso espositivo, allestito fino al 7 gennaio, intitolato Gotthardbahn, descrive la storica linea del Gottardo, che attraversa diverse attrazioni, dal paese di Giornico con le chiese ed i musei, fino a Göschenen.

Ancora qualche minuto prima di iniziare la discesa, sempre a bordo delle carrozze gialle e azzurre di Artù.

Il castello di Montebello e il Museo Civico
Anche se il castello di Montebello rivive in tutto il suo splendore soprattutto durante la manifestazione La Spada nella Rocca che si svolge in primavera - quando la collina vibra alla presenza di dame e musicanti, legionari e gladiatori dai caratteristici costumi - la luce di una tiepida mattina d'autunno e il silenzio della vallata conferiscono a questa fortezza un fascino che, come le sue mura, non conosce tempo.
Da un prato brillante, a una novantina di metri sopra il livello della città, è possibile scorgere bene le mura che avvolgevano i fianchi di questo imponente fortilizio a forma di triangolo, di cui ancora esistono parte dei due rami. Il primo nucleo di questo castello, chiamato durante l'occupazione svizzera Castello di Svitto, risale al XIII-XIV secolo. Diventato di proprietà della famiglia Ghiringhelli, verso la fine del XVIII sec., fu acquistato dal Cantone nel 1903 in occasione del Centenario dell'Indipendenza ticinese. Tra il mastio, i due cortili e le poche abitazioni del castello di Montebello, menzionato a partire dal 1313, trovò riparo, durante l'occupazione milanese, il casato Rusca.
Solo nei secoli successivi sarebbero stati aggiunti i merli ghibellini, le nuove mura, un secondo fossato e un camminamento di ronda nel quale si aprono alcune caditoie.
Dal 1974 una struttura sospesa in acciaio ospita il Museo Civico, con la sezione di Archeologia e Storia delle origini della città. Si tratta di un edificio molto piccolo, ma dove vale la pena fare un rapido giro per osservare i reperti archeologici esposti, tra i quali figurano oggetti di ceramica italiota, pezzi del Quattrocento, come alcuni capitelli e il fonte battesimale di Palagnerda, opere di artisti ticinesi ed armi risalenti al XV e al XIX secolo.

La collina soffice, il riverbero dell'arte e il mormorio della storia invitano a rinunciare ad Artù per concedersi una passeggiata lungo la scalinata che porta fino al centro città. Qui, i tendoni a strisce rosse e blu che mettono in bella mostra i tesori dello storico mercatino del sabato hanno già salutato il caotico viavai della mattina. Ogni sabato cittadini locali e turisti si riversano nell'atmosfera festosa di questa istituzione di Bellinzona, tra i circa 120 produttori della zona che offrono i loro profumati prodotti, dalla frutta ai formaggi della Valle di Muggio, dai fiori ai prodotti di artigianato.

A Castelgrande una mostra celebra i cento anni di promozione turistica in Svizzera
Castelgrande si raggiunge con un ascensore da Piazza del Sole, anche se la passeggiata a piedi, non troppo faticosa, percorrendo i vicoli che si arrampicano dal centro storico nei pressi della Collegiata, ha tutto un altro fascino. In meno di dieci minuti si è in cima e fa un certo effetto gustare un pranzo in uno dei tipici grotti ticinesi accanto all'architetto Aurelio Galfetti - che ha diretto a Castelgrande un accurato restauro, avanzando l'idea dell'ascensore scavato nella roccia - prima di proseguire con la visita al vecchio Castrum Magnum. La prima fortificazione accertata archeologicamente risale al IV secolo d.C.
Il complesso attualmente visibile, che ammicca a un panorama mozzafiato, risale, nel suo insieme, a varie epoche. Con la Torre Bianca e quella Nera, la cinta merlata suddivisa in tre settori, da uno dei quali si stacca la murata che scivola fino in città, questo castello regala una romantica e panoramica passeggiata lungo la cinta merlata.
Anche questa, come le altre costruzioni difensive di Bellinzona, fa parte delle testimonianze più significative dell’arte architettonica militare del Medioevo nell’arco alpino.

Ma Castelgrande ospita anche un museo dove, nella Sala Arsenale, è in corso fino al 22 ottobre la mostra Fate Vacanza che ripercorre la storia della veicolazione pubblicitaria della Svizzera mediante una selezione di capolavori dell'arte grafica elvetica.
I manifesti turistici raccontano di pittoreschi specchi d'acqua, ma anche di paesaggi lacustri e massicci alpini imbiancati, alti ponti ad arco, funivie ad altezze vertiginose, ripide funicolari e paesaggi mozzafiato.
E poi c'è Switzerball, una scultura cinetica a forma di flipper gigante realizzata dall'artista anglo-svizzero Charles Morgan per raccontare il Paese in modo poetico e divertente. Sostituendosi al turista, la pallina compie un viaggio di 80 metri alla scoperta di attrazioni legate al mondo urbano e rurale, azionando nel contempo le singole componenti del mastodontico flipper.

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