Dal 26 marzo al 14 luglio 2024
L’Impressionismo compie 150 anni. Presto una grande mostra al Musée d’Orsay

Edouard Manet (1832-1883), Le Chemin de fer, 1873. Huile sur toile, 93,3 × 111,5 cm. Washington, National Gallery of Art © Photo courtesy of National Gallery of Art, Washington
Francesca Grego
17/11/2023
Mondo - Il 15 aprile del 1874 apriva a Parigi una mostra destinata a cambiare la storia dell’arte. Al numero 35 di Boulevard des Capucines, nel laboratorio del fotografo Nadar, Claude Monet, Pierre-Auguste Renoir, Edgar Degas, Berthe Morisot, Camille Pissarro, Alfred Sisley, Paul Cézanne e altri 24 artisti sfidavano la tradizione con un’esposizione alternativa al Salon ufficiale. Nasceva così l’Impressionismo, uno dei movimenti più amati dagli spettatori contemporanei, e quella data oggi è considerata l’alba dell’era delle avanguardie.
Centocinquant’anni dopo, il Musée d’Orsay ricorda l’evento con una grande mostra organizzata in collaborazione con il Musée de l’Orangerie e la National Gallery of Art di Washington. Dal 26 marzo al 14 luglio 2024, Parigi 1874. L’istante impressionista ricostruirà quel momento cruciale in un percorso di 130 opere. Ci saranno i lavori esposti nello studio di Nadar, a confronto con dipinti e sculture che parteciparono al Salon ufficiale, per evidenziare l’audace novità e l’impatto che poteva avere sul pubblico di allora l’arte dei pittori della luce. Emergeranno anche inattesi punti di contatto tra la pittura impressionista e le proposte del Salon, segno che qualcosa di nuovo stava incrinando anche le rigide convenzioni dell’accademia.

Claude Monet (1840 - 1926), Campo di papaveri, 1873, Olio su tela, 50 x 65 cm, Parigi, Collection Musée d'Orsay
Ma che cosa successe esattamente a Parigi nella primavera del 1874? Quale senso possiamo dare oggi a quella mostra divenuta leggenda? E perché di quei 31 artisti solo sette sono passati alla storia? Partendo da queste domande, i curatori indagano le origini del movimento, sullo sfondo di un’epoca di grandi trasformazioni. In un paese appena uscito da due importanti conflitti - la guerra franco-tedesca del 1870 e la violenta guerra civile che seguì - gli artisti esplorano nuove strade. Un piccolo “clan di rivoltosi” dipinge scene di vita moderna, o paesaggi inondati di luce, abbozzati all’aperto con pennellate veloci e una tecnica mai vista prima. “Quello che sembrano cercare, prima di tutto, è l’impressione”, nota un osservatore.
Il progetto del Musée d’Orsay evidenzierà le contraddizioni e ricostruirà le ricerche in atto nella fatidica primavera del 1874, sottolineando la modernità radicale dei protagonisti di questa avventura. “Buona fortuna!”, li incoraggiava un critico, perché “emerge sempre qualcosa dalle novità”.

Claude Monet, Impression, soleil levant, 1872, Olio su tela, 65 × 50 cm | © Musée Marmottan Monet, Paris
Centocinquant’anni dopo, il Musée d’Orsay ricorda l’evento con una grande mostra organizzata in collaborazione con il Musée de l’Orangerie e la National Gallery of Art di Washington. Dal 26 marzo al 14 luglio 2024, Parigi 1874. L’istante impressionista ricostruirà quel momento cruciale in un percorso di 130 opere. Ci saranno i lavori esposti nello studio di Nadar, a confronto con dipinti e sculture che parteciparono al Salon ufficiale, per evidenziare l’audace novità e l’impatto che poteva avere sul pubblico di allora l’arte dei pittori della luce. Emergeranno anche inattesi punti di contatto tra la pittura impressionista e le proposte del Salon, segno che qualcosa di nuovo stava incrinando anche le rigide convenzioni dell’accademia.

Claude Monet (1840 - 1926), Campo di papaveri, 1873, Olio su tela, 50 x 65 cm, Parigi, Collection Musée d'Orsay
Ma che cosa successe esattamente a Parigi nella primavera del 1874? Quale senso possiamo dare oggi a quella mostra divenuta leggenda? E perché di quei 31 artisti solo sette sono passati alla storia? Partendo da queste domande, i curatori indagano le origini del movimento, sullo sfondo di un’epoca di grandi trasformazioni. In un paese appena uscito da due importanti conflitti - la guerra franco-tedesca del 1870 e la violenta guerra civile che seguì - gli artisti esplorano nuove strade. Un piccolo “clan di rivoltosi” dipinge scene di vita moderna, o paesaggi inondati di luce, abbozzati all’aperto con pennellate veloci e una tecnica mai vista prima. “Quello che sembrano cercare, prima di tutto, è l’impressione”, nota un osservatore.
Il progetto del Musée d’Orsay evidenzierà le contraddizioni e ricostruirà le ricerche in atto nella fatidica primavera del 1874, sottolineando la modernità radicale dei protagonisti di questa avventura. “Buona fortuna!”, li incoraggiava un critico, perché “emerge sempre qualcosa dalle novità”.

Claude Monet, Impression, soleil levant, 1872, Olio su tela, 65 × 50 cm | © Musée Marmottan Monet, Paris
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