Fino al 4 maggio a Riehen (Basilea)

La chiave dei sogni. I Surrealisti della Collezione Hersaint ospiti della Fondation Beyeler

Max Ernst, L’ange du foyer (Le triomphe du surréalisme), 1937, Olio su tela, 146 x 114 cm, Collection Hersaint, © 2024, ProLitteris, Zurich
 

Samantha De Martin

17/02/2025

Mondo - Claude Hersaint aveva appena 17 anni quando acquistò il suo primo quadro di Max Ernst. Da quel momento prese avvio la passione per l’arte destinata a durare tutta la vita e che sarebbe sfociata in una delle più prestigiose collezioni di pittura surrealista.
Cresciuto in Brasile e in seguito trasferitosi a Parigi, nel 1921 il banchiere diede vita alla Collection Hersaint, una straordinaria raccolta che conta oggi circa 150 opere, tra le quali si distingue uno più importanti nuclei di dipinti di Max Ernst in mano privata.

Questo entusiasmo per l’arte, frutto anche dei rapporti d’amicizia coltivati per tutta la vita da Hersaint con artiste e artisti che sostenne generosamente, si trasmisero anche alla moglie Françoise e alla figlia Evangéline. Una lunga amicizia legò Claude, Françoise ed Evangéline Hersaint anche a Ernst e a Hildy Beyeler.
Fino al 4 maggio in un’anteprima mondiale la Fondation Beyeler ospita una selezione di capolavori surrealisti della Collection Hersaint, accogliendo una cinquantina di opere chiave di maestri, da Salvador Dalí a Max Ernst, da Joan Miró e Pablo Picasso a René Magritte.

I protagonisti dei quadri, immersi nelle oniriche atmosfere dell’inconscio, della metamorfosi o in boschi misteriosi, dialogheranno con i dipinti della Fondazione accolta negli spazi realizzati da Renzo Piano.

Il titolo del percorso, “La chiave dei sogni”, a cura di Raphaël Bouvier, senior curator della Fondation Beyeler, prende spunto da un’opera emblematica di René Magritte, ricca di rimandi all’inquietante universo dei sogni e dell’inconscio.
La passeggiata dei visitatori tra le sale attraverserà il dipinto di Max Ernst L’angelo del focolare del 1937, icona assoluta del Surrealismo, e ancora l’enigmatico Il gioco lugubre (1929) di Salvador Dalí che riflette l’attrazione per i tabù erotici e psicologici, Passage du Commerce-Saint-André di Balthus, da lungo tempo in prestito permanente alla Fondation Beyeler. Non mancheranno le presenze femminili come Dorothea Tanning e Toyen, con le loro particolarissime opere mai esposte in pubblico prima d’ora.

La mostra è realizzata grazie al supporto di Evangéline Hersaint e Laetitia Hersaint-Lair.