Due grandi mostre alla Fondazione Beyeler fino a maggio
La primavera di Picasso è a Basilea
Pablo Picasso, Buste de femme au chapeau (Dora), 1939. Oil on canvas 55.0 x 46.5 cm. Fondation Beyeler, Riehen/Basel, Sammlung Beyeler
Francesca Grego
17/01/2019
Mondo - A Basilea Picasso è di casa: qui si trova una delle collezioni più importanti al mondo dedicate alla sua opera, raccolta in anni di entusiasmo e passione da Ernst e Hildy Beyeler e oggi esposta nel museo che porta il loro nome insieme ad altri 300 capolavori del Novecento.
Per esempio c’è la Femme en Vert, celebre ritratto di Dora Maar che folgorò il giovane mercante Ernst, e c’è un preziosissimo studio per Les Demoiselles d’Avignon, primo grido di una lingua inaudita. Alle rivoluzioni di Picasso Beyeler contribuì poi personalmente, facendo da mediatore per l’acquisto di oltre 1000 opere e ospitandone le mostre nella sua galleria, nata dall’evoluzione di una libreria che vendeva stampe.
I frutti dell’ammirazione e dell’amicizia dei coniugi svizzeri con il genio andaluso risplendono nelle mostre del 2019 alla Fondazione Beyeler, che nella prima parte dell’anno si trasforma in un museo interamente dedicato a Picasso.
Fino al 5 maggio Picasso Panorama ripercorre in 40 opere l’universo del maestro del XX secolo: un corposo itinerario distribuito in otto sale mette in mostra dipinti, sculture, disegni, incisioni realizzati tra il 1907 e la morte dell’artista nel 1973.
Temi, fonti di ispirazione, fasi creative scorrono davanti agli occhi dei visitatori, partendo dal Cubismo e dal classicismo per arrivare, attraverso l’influenza surrealista e i ritratti delle muse predilette, ai lavori influenzati dalla guerra e agli ultimi anni di produzione. E perché il percorso sia ancora più completo, alle opere della Collezione Beyeler si aggiungono prestigiosi prestiti permanenti dalla Anthax Collection Marx e dalla Rudolf Staechelin Collection.
Dal 3 febbraio al 26 maggio lo sguardo della Fondazione si apre invece sugli anni giovanili del maestro con la mostra più ambiziosa ospitata finora tra le sue mura. Realizzata in collaborazione con il Musèe d’Orsay, Il giovane Picasso – Periodo blu e rosa riunirà per la prima volta nella storia 80 capolavori nati tra il 1901 e il 1906, testimoni dell’incredibile profondità e ricchezza creativa di un artista poco più che ventenne.
Una ricerca inarrestabile la sua, che lo porta da Barcellona a Parigi e poi nel remoto villaggio di Gòsol, nei Pirenei spagnoli, alla scoperta delle ispirazioni arcaiche che sfoceranno nell’invenzione del Cubismo. Ma prima ci sono esperimenti su esperimenti, in un rapido alternarsi di stili e atmosfere: dalle inquietudini abissali del Periodo Blu, iniziato con il suicidio dell’amico Carlos Casagemas, ai toni caldi ed elegantemente poetici del Periodo Rosa, quando tra acrobati, pagliacci, bimbi e ballerine una volta tanto Picasso “si contentò di vedere le cose come le vedeva chiunque”, nelle parole di Gertrude Stein.
Per ripercorrere la marcia inesorabile del genio, sono in arrivo a Basilea le pietre miliari che ne hanno segnato il cammino, dipinti e sculture eccezionalmente concessi in prestito da grandi musei e collezioni private di Europa, America, Russia, Cina e Giappone: il Musée national Picasso di Parigi, il Metropolitan Museum of Art di New York, la Tate di Londra, la National Gallery di Washington, il Museo Pushkin di Mosca, il National Museum of Art di Osaka, il Centre Pompidou e il Musée de l'Orangerie di Parigi, il Museu Picasso di Barcelona, il Centro de Arte Reina Sofía di Madrid, la Art Gallery of Ontario di Toronto.
Intanto, in occasione delle mostre, la Fondazione invita i visitatori a un approccio ravvicinato con le opere di Picasso: ogni giovedì mattina per il progetto “Disegnare Picasso” un esperto di disegno guiderà curiosi e artisti in erba a sperimentare le tecniche dell’artista faccia a faccia con i suoi capolavori.
Leggi anche:
• Un giovane Picasso alla Fondation Beyeler per “la mostra dell’anno”
• Milano: Picasso e il mito dell’antico in mostra a Palazzo Reale
Per esempio c’è la Femme en Vert, celebre ritratto di Dora Maar che folgorò il giovane mercante Ernst, e c’è un preziosissimo studio per Les Demoiselles d’Avignon, primo grido di una lingua inaudita. Alle rivoluzioni di Picasso Beyeler contribuì poi personalmente, facendo da mediatore per l’acquisto di oltre 1000 opere e ospitandone le mostre nella sua galleria, nata dall’evoluzione di una libreria che vendeva stampe.
I frutti dell’ammirazione e dell’amicizia dei coniugi svizzeri con il genio andaluso risplendono nelle mostre del 2019 alla Fondazione Beyeler, che nella prima parte dell’anno si trasforma in un museo interamente dedicato a Picasso.
Fino al 5 maggio Picasso Panorama ripercorre in 40 opere l’universo del maestro del XX secolo: un corposo itinerario distribuito in otto sale mette in mostra dipinti, sculture, disegni, incisioni realizzati tra il 1907 e la morte dell’artista nel 1973.
Temi, fonti di ispirazione, fasi creative scorrono davanti agli occhi dei visitatori, partendo dal Cubismo e dal classicismo per arrivare, attraverso l’influenza surrealista e i ritratti delle muse predilette, ai lavori influenzati dalla guerra e agli ultimi anni di produzione. E perché il percorso sia ancora più completo, alle opere della Collezione Beyeler si aggiungono prestigiosi prestiti permanenti dalla Anthax Collection Marx e dalla Rudolf Staechelin Collection.
Dal 3 febbraio al 26 maggio lo sguardo della Fondazione si apre invece sugli anni giovanili del maestro con la mostra più ambiziosa ospitata finora tra le sue mura. Realizzata in collaborazione con il Musèe d’Orsay, Il giovane Picasso – Periodo blu e rosa riunirà per la prima volta nella storia 80 capolavori nati tra il 1901 e il 1906, testimoni dell’incredibile profondità e ricchezza creativa di un artista poco più che ventenne.
Una ricerca inarrestabile la sua, che lo porta da Barcellona a Parigi e poi nel remoto villaggio di Gòsol, nei Pirenei spagnoli, alla scoperta delle ispirazioni arcaiche che sfoceranno nell’invenzione del Cubismo. Ma prima ci sono esperimenti su esperimenti, in un rapido alternarsi di stili e atmosfere: dalle inquietudini abissali del Periodo Blu, iniziato con il suicidio dell’amico Carlos Casagemas, ai toni caldi ed elegantemente poetici del Periodo Rosa, quando tra acrobati, pagliacci, bimbi e ballerine una volta tanto Picasso “si contentò di vedere le cose come le vedeva chiunque”, nelle parole di Gertrude Stein.
Per ripercorrere la marcia inesorabile del genio, sono in arrivo a Basilea le pietre miliari che ne hanno segnato il cammino, dipinti e sculture eccezionalmente concessi in prestito da grandi musei e collezioni private di Europa, America, Russia, Cina e Giappone: il Musée national Picasso di Parigi, il Metropolitan Museum of Art di New York, la Tate di Londra, la National Gallery di Washington, il Museo Pushkin di Mosca, il National Museum of Art di Osaka, il Centre Pompidou e il Musée de l'Orangerie di Parigi, il Museu Picasso di Barcelona, il Centro de Arte Reina Sofía di Madrid, la Art Gallery of Ontario di Toronto.
Intanto, in occasione delle mostre, la Fondazione invita i visitatori a un approccio ravvicinato con le opere di Picasso: ogni giovedì mattina per il progetto “Disegnare Picasso” un esperto di disegno guiderà curiosi e artisti in erba a sperimentare le tecniche dell’artista faccia a faccia con i suoi capolavori.
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