Fine anno nel segno dell’arte con la rassegna “Rembrandt e il Secolo d’Oro”

Sotto il segno di Rembrandt. Quattro mostre da non perdere in Olanda

Rembrandt van Rijn, Self-Portrait with Barret and Gold Chain, 1654. Kassel, Museumlandschaft Hessen Kassel, Gemaldegalerie Alte Meister
 

Francesca Grego

01/10/2019

Mondo - Proseguono in tutta l’Olanda le celebrazioni per l’anno di Rembrandt, scomparso 350 anni fa e precisamente il 4 ottobre del 1669. Importanti collaborazioni internazionali, prestiti prestigiosi,  approfondimenti speciali e grandi progetti espositivi animano il palinsesto culturale dei Paesi Bassi sotto la bandiera di Rembrandt e il Secolo d’Oro.  
Dopo l’imponente sfilata di capolavori che ha illuminato la scorsa primavera (Tutti i Rembrandt), il Rijksmuseum di Amsterdam dà il benvenuto a un confronto al vertice costruito in sinergia con il Museo del Prado di Madrid: dall’11 ottobre Rembrandt – Velàsquez: Dutch and Spanish Masters presenterà una straordinaria selezione di dipinti del Seicento, quando i legami culturali tra Spagna e Paesi Bassi erano ancora molto forti e in entrambi i regni le arti fiorivano dando vita a un Secolo d’Oro. Nelle sale del Rijks i capolavori di Rembrandt incontreranno perciò quelli di giganti della pittura iberica come Diego Velàsquez, Francisco Zurbaràn, Bartolomé Murillo, nonché di grandi maestri olandesi come Jan Vermeer e Frans Hals. L’allestimento sarà costruito per coppie di opere – una olandese e una spagnola – per esplorare rimandi e punti di contatto dando vita a  dialoghi e cortocircuiti inattesi.
Il viaggio continua a Delft e L’Aia, rendendo l’ultimo scorcio dell’anno particolarmente denso di eventi. Qui i riflettori si accendono su altri due maestri del Seicento olandese immeritatamente rimasti in ombra in una stagione così ricca di talenti. È il caso di Pieter de Hooch, protagonista della mostra Oltre l’ombra di Vermeer al museo Prinsenhof di Delft (11 ottobre 2019-16 febbraio 2020): le sue accattivanti scene di vita quotidiana torneranno finalmente nella città dove furono dipinte 400 anni fa da prestigiosi musei come l’Ermitage di San Pietroburgo, la National Gallery di Londra, il Thyssen-Bornemisza di Madrid.
All’Aia, invece, è la volta di Nicolaes Maes – Allievo di Rembrandt dai molteplici talenti, in scena dal 17 ottobre al Mauritshuis. Prestiti da grandi musei europei e statunitensi renderanno ancora più interessante la prima retrospettiva internazionale dedicata a uno dei più innovativi maestri olandesi del XVII secolo. Nella sua produzione figurano ritratti di grande successo e quadri storici, ma anche pionieristiche scene di genere che quasi sempre hanno le donne come protagoniste in interni dalla struttura complessa, con porte, scale e viste che attraversano diverse stanze. Imperdibile la serie delle Spie. In uno di questi dipinti una padrona di casa sorridente osserva l’incontro della cameriera con il suo amante: con un dito sulle labbra attrae l’attenzione dello spettatore e lo invita al silenzio.
Dulcis in fundo, Rembrandt torna protagonista assoluto a Leiden, la sua città natale. Dal 2 novembre il Museo de Lakenhal presenterà una grande mostra sugli anni giovanili del pittore. In collaborazione con l’Ashmolean Museum di Oxford, Young Rembrandt – Rising Star potrà contare su 40 dipinti, 70 acqueforti e 10 disegni per illustrare l’evoluzione di uno dei talenti più prorompenti della storia dell’arte. Tra i pezzi forti dell’esposizione, il Nobile orientale in arrivo dal Metropolitan Museum di New York e l’Autoritratto del 1628 conservato al Rijksmuseum, nonché L’allegoria della vista, in assoluto la prima opera conosciuta del maestro olandese.
 
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