A settembre in una grande mostra

Tutti pazzi per Maria Antonietta al Victoria & Albert Museum

Elisabeth-Louise Vigée Le Brun, Ritratto di Maria Antonietta con una rosa © Chateau de Versailles, Dist. Grand Palais RMN, Christophe Fouin
 

Francesca Grego

20/08/2025

Mondo - Ha ispirato film, abiti, acconciature, giardini, oggetti di ogni tipo e perfino cartoni animati, ma non aveva mai calcato le scene di un museo del Regno Unito, forse a causa della plurisecolare diffidenza britannica verso i cugini d’Oltremanica. Amata e detestata, affascinante e frivola, controversa e fatale, Maria Antonietta è al centro della grande mostra della prossima stagione al Victoria and Albert Museum di Londra. Da vedere 250 oggetti preziosi, tra cui prestiti mai esposti prima al di fuori di Versailles e della Francia, compresi gioielli ed effetti personali della regina, nonché l’ultimo messaggio scritto di suo pugno prima di avviarsi alla ghigliottina. Ma perché Maria Antonietta è diventata un mito? Che cosa ha spinto artisti, stilisti, designer e cineasti a guardare alla figura dell’arciduchessa austriaca ascesa al trono di Francia? Prima di tutto una questione di stile, risponde l’esposizione londinese, che dal 20 settembre 2025 al 22 marzo 2026 esplorerà il fenomeno Maria Antonietta nelle sue diverse sfaccettature. Accanto agli oggetti originali posseduti dalla sovrana troveremo esclusive creazioni contemporanee che ne testimoniano l’influenza attraverso il tempo: abiti di Valentino, Moschino, Dior, Chanel o della regina della moda britannica Vivienne Westwood, nonché sontuosi costumi per il cinema, tra cui quelli per il film premio Oscar Marie Antoinette di Sofia Coppola. Manolo Blahnik, che per quel lungometraggio disegnò le calzature, è sponsor della mostra.  

Ma l’attrazione per Maria Antonietta è ben più antica. Come scopriremo al Victoria and Albert Museum, il culto di Sua Altezza rinasce pochi decenni dopo la sua morte, dando origine nel XIX secolo al cosiddetto French Revival, che domina in Inghilterra e Nord America per circa 50 anni: mentre i collezionisti inglesi acquisiscono oggetti, mobili e cimeli legati alla regina ghigliottinata, stilisti come Charles Worth ne rivisitano i look in chiave contemporanea. A cavallo tra Ottocento e Novecento lo stile di Maria Antonietta è sinonimo di fantasia, evasione e irresistibile dissolutezza: lo racconta una varietà di opere Art Nouveau e Art Déco, accanto agli abiti di Jeanne Lanvin e alle eleganti illustrazioni di disegnatori come Erté. 

Prima di indagare sull’eredità di Maria Antonietta, tuttavia, la mostra londinese ci accompagnerà alla scoperta del suo stile e della sua vita. La prima sezione è un viaggio a tutto tondo nel mondo della “regina più alla moda della storia”, attraverso oggetti rari e preziosi come le sue famose pantofole di seta, la trousse per la toletta personale, la coppa che la leggenda vuole sia stata modellata sul suo seno - antenata della moderna coppa di champagne - o la replica della famigerata collana di diamanti Boehmer e Bassenge, rubata e venduta a Londra, che sarà esposta accanto alla collana Sutherland, creata probabilmente con le pietre trafugate. Arredi, abiti, porcellane e strumenti musicali provenienti dalla corte di Versailles sveleranno le occupazioni e gli interessi della regina, ma anche il suo approccio al pensiero illuminista - che accolse in parte, per esempio in relazione alla maternità e all’infanzia - o l’origine di frasi celebri come “che mangino brioche”, commento crudele che sarebbe stato pronunciato quando il popolo di Parigi si sollevò per mancanza di pane.   

"Il nome di Maria Antonietta, la regina più alla moda, esaminata e controversa della storia, evoca sia visioni di eccesso che oggetti e interni di grande bellezza. L'arciduchessa austriaca divenuta regina di Francia ebbe un enorme impatto sul gusto e sulla moda europea del suo tempo, creando uno stile distintivo che ora ha un fascino e un'applicazione universali”, spiega la curatrice di Marie Antoinette Style Sarah Grant: “La storia di Maria Antonietta è stata raccontata e riproposta da ogni generazione successiva per adattarla ai propri scopi. La rara combinazione di glamour, spettacolo e tragedia che presenta rimane inebriante oggi come lo era nel XVIII secolo."