Alla Certosa di San Giacomo
A Capri inaugura il nuovo museo archeologico. L'isola dei Cesari si racconta tra mare e storia
Certosa San Giacomo, Capri, Museo Archeologico
Samantha De Martin
30/07/2024
Napoli - Augusto la amò per la bellezza del paesaggio, la dolcezza del clima, l’atmosfera serena che favoriva la meditazione, ma anche per l’aura di sacralità e per la tradizione greca ancora fortemente radicata nei suoi abitanti.
Tiberio vi ospitò filosofi, matematici, astrologi.
L’isola di Capri, al tempo del suo massimo splendore, all’epoca degli imperatori Augusto e Tiberio, si racconta adesso all’interno del nuovo Museo archeologico, negli spazi del Quarto del Priore della Certosa di San Giacomo, con il nuovo allestimento intitolato “L’Isola dei Cesari. Capri da Augusto a Tiberio”. In un affascinante percorso di otto sale, 120 opere d’arte, tra sculture in marmo, affreschi, vasellame da mensa in ceramica e argento, elementi architettonici, raccontano un viaggio che trova il suo fulcro nei reperti rinvenuti sull’isola, finora conservati nei depositi della stessa Certosa e del Museo Archeologico Nazionale di Napoli, e ora finalmente riuniti e fruibili da parte del pubblico.
Ad arricchire il racconto museale sono numerosi oggetti della stessa epoca, provenienti principalmente dall’area campana e finora custoditi nei depositi del Parco archeologico dei Campi Flegrei, del Parco archeologico di Paestum e Velia, del Parco archeologico di Ostia Antica, recuperati da recenti sequestri condotti dal Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale.
Certosa San Giacomo, Capri, Museo Archeologico
I visitatori potranno ammirare, tra le altre bellezze, tre coppe in argento rientrate dagli Stati Uniti e un suggestivo affresco proveniente dall’area vesuviana che riproduce un tempio. A rendere il percorso espositivo accessibile a tutti, i supporti multimediali, come lo schermo touchscreen che, partendo da un modello tridimensionale dell’isola, guida all’interno delle dodici ville imperiali ricordate dalle fonti antiche ripercorrendone la storia, lo scavo, la fortuna nelle arti.
Il rapporto continuo e simbiotico con il mare, elemento per eccellenza che definisce l’isola, visibile da ogni sala del museo, definisce l’esposizione dei reperti scandendo l’intero allestimento. A dettare la palette cromatica del percorso è la tela di K.W. Diefenbach esposta nella prima sala, che immortala lo scoglio delle Sirene riproponendo anche all’interno il mare, in un continuo dialogo tra la natura che avvolge l’edificio e l’interno del museo.
Gli spazi dedicati all’otium dell’imperatore si aprono sui giardini del Quarto del Priore, facendo entrare nel museo la natura di horti e viridaria, altro elemento immancabile delle residenze imperiali.
“Capri - spiega il direttore generale Musei Massimo Osanna - è protagonista di un ampio programma di valorizzazione del patrimonio culturale che il Ministero ha intrapreso con l’istituzione del museo autonomo, con il riallestimento, in corso, della collezione Diefenbach e con l’apertura, oggi, di un museo archeologico interamente dedicato all’isola in epoca giulio-claudia, momento fondamentale in cui Augusto acquisì Capri come proprietà imperiale e il suo successore Tiberio vi si stabilì, portandovi l’amministrazione e la corte. Per questo suo ruolo centrale nell’ambito della romanità, l’isola aspettava e meritava questo museo che, a buon diritto, si inserisce nel Sistema museale nazionale, e che è stato reso possibile dalla fattiva collaborazione, oltre che di tutte le istituzioni ministeriali coinvolte, anche delle amministrazioni di Capri e Anacapri. Oltre ai reperti rinvenuti nel territorio isolano, si restituiscono alla pubblica fruizione anche altri oggetti, utili a completare il racconto museale, fino ad oggi conservati nei depositi di altri musei o provenienti da recuperi condotti dai Carabinieri: sono testimonianze storico-archeologiche di quei decenni che portarono Capri al centro dell’Impero romano”.
Dalla prima sala dedicata alla natura selvaggia dell’isola, all’atmosfera raffinata delle ville imperiali che hanno caratterizzato la perla adagiata tra mare e cielo ritrovo da sempre di intellettuali, fuggiaschi e utopisti, il pubblico scivola verso la seconda sala che racconta la battaglia di Azio, a seguito della quale Augusto, nel 31 a.C., fondò un nuovo sistema politico.
Certosa San Giacomo, Capri, Museo Archeologico
La testimonianza di Strabone dell’avvio con Augusto di un’intensa attività edilizia lascia immaginare che l’isola ospitasse a quel tempo più di una residenza imperiale abbellita dal principe con oggetti rari e antichità. Lo sfarzo e la raffinatezza delle residenze imperiali popolano la sala 3 come testimoniano gli oggetti di uso quotidiano e gli arredi delle residenze di Capri. La sala 4 ci guida invece all’interno di un banchetto che, secondo le fonti, Augusto offrì a Capri, l’isola dove, ormai vecchio e malato, trascorse quattro giorni beneficiando di un miracoloso miglioramento prima che la morte lo cogliesse a Nola il 19 agosto del 14 d.C.
Accanto alla Domus Augusta la sala 5 propone una galleria di ritratti dei membri della famiglia giulio-claudia, mentre la sala 6 racconta il vivere in villa, uno spazio aperto tra il mare e i giardini. Se La sala 7 racconta la Capri di Tiberio, che accolse filosofi, matematici e astrologi, l’ultima parte di questo ricco racconto ruota intorno alla Grotta Azzurra, lo straordinario scrigno naturale trasformato in età tiberiana in un suggestivo ninfeo, dove, a pelo dell’acqua, emergeva il gruppo marmoreo di Nettuno e Tritoni, qui riproposto nella sua completezza anche con una statua di fanciulla vestita di peplo.
Tiberio vi ospitò filosofi, matematici, astrologi.
L’isola di Capri, al tempo del suo massimo splendore, all’epoca degli imperatori Augusto e Tiberio, si racconta adesso all’interno del nuovo Museo archeologico, negli spazi del Quarto del Priore della Certosa di San Giacomo, con il nuovo allestimento intitolato “L’Isola dei Cesari. Capri da Augusto a Tiberio”. In un affascinante percorso di otto sale, 120 opere d’arte, tra sculture in marmo, affreschi, vasellame da mensa in ceramica e argento, elementi architettonici, raccontano un viaggio che trova il suo fulcro nei reperti rinvenuti sull’isola, finora conservati nei depositi della stessa Certosa e del Museo Archeologico Nazionale di Napoli, e ora finalmente riuniti e fruibili da parte del pubblico.
Ad arricchire il racconto museale sono numerosi oggetti della stessa epoca, provenienti principalmente dall’area campana e finora custoditi nei depositi del Parco archeologico dei Campi Flegrei, del Parco archeologico di Paestum e Velia, del Parco archeologico di Ostia Antica, recuperati da recenti sequestri condotti dal Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale.
Certosa San Giacomo, Capri, Museo Archeologico
I visitatori potranno ammirare, tra le altre bellezze, tre coppe in argento rientrate dagli Stati Uniti e un suggestivo affresco proveniente dall’area vesuviana che riproduce un tempio. A rendere il percorso espositivo accessibile a tutti, i supporti multimediali, come lo schermo touchscreen che, partendo da un modello tridimensionale dell’isola, guida all’interno delle dodici ville imperiali ricordate dalle fonti antiche ripercorrendone la storia, lo scavo, la fortuna nelle arti.
Il rapporto continuo e simbiotico con il mare, elemento per eccellenza che definisce l’isola, visibile da ogni sala del museo, definisce l’esposizione dei reperti scandendo l’intero allestimento. A dettare la palette cromatica del percorso è la tela di K.W. Diefenbach esposta nella prima sala, che immortala lo scoglio delle Sirene riproponendo anche all’interno il mare, in un continuo dialogo tra la natura che avvolge l’edificio e l’interno del museo.
Gli spazi dedicati all’otium dell’imperatore si aprono sui giardini del Quarto del Priore, facendo entrare nel museo la natura di horti e viridaria, altro elemento immancabile delle residenze imperiali.
“Capri - spiega il direttore generale Musei Massimo Osanna - è protagonista di un ampio programma di valorizzazione del patrimonio culturale che il Ministero ha intrapreso con l’istituzione del museo autonomo, con il riallestimento, in corso, della collezione Diefenbach e con l’apertura, oggi, di un museo archeologico interamente dedicato all’isola in epoca giulio-claudia, momento fondamentale in cui Augusto acquisì Capri come proprietà imperiale e il suo successore Tiberio vi si stabilì, portandovi l’amministrazione e la corte. Per questo suo ruolo centrale nell’ambito della romanità, l’isola aspettava e meritava questo museo che, a buon diritto, si inserisce nel Sistema museale nazionale, e che è stato reso possibile dalla fattiva collaborazione, oltre che di tutte le istituzioni ministeriali coinvolte, anche delle amministrazioni di Capri e Anacapri. Oltre ai reperti rinvenuti nel territorio isolano, si restituiscono alla pubblica fruizione anche altri oggetti, utili a completare il racconto museale, fino ad oggi conservati nei depositi di altri musei o provenienti da recuperi condotti dai Carabinieri: sono testimonianze storico-archeologiche di quei decenni che portarono Capri al centro dell’Impero romano”.
Dalla prima sala dedicata alla natura selvaggia dell’isola, all’atmosfera raffinata delle ville imperiali che hanno caratterizzato la perla adagiata tra mare e cielo ritrovo da sempre di intellettuali, fuggiaschi e utopisti, il pubblico scivola verso la seconda sala che racconta la battaglia di Azio, a seguito della quale Augusto, nel 31 a.C., fondò un nuovo sistema politico.
Certosa San Giacomo, Capri, Museo Archeologico
La testimonianza di Strabone dell’avvio con Augusto di un’intensa attività edilizia lascia immaginare che l’isola ospitasse a quel tempo più di una residenza imperiale abbellita dal principe con oggetti rari e antichità. Lo sfarzo e la raffinatezza delle residenze imperiali popolano la sala 3 come testimoniano gli oggetti di uso quotidiano e gli arredi delle residenze di Capri. La sala 4 ci guida invece all’interno di un banchetto che, secondo le fonti, Augusto offrì a Capri, l’isola dove, ormai vecchio e malato, trascorse quattro giorni beneficiando di un miracoloso miglioramento prima che la morte lo cogliesse a Nola il 19 agosto del 14 d.C.
Accanto alla Domus Augusta la sala 5 propone una galleria di ritratti dei membri della famiglia giulio-claudia, mentre la sala 6 racconta il vivere in villa, uno spazio aperto tra il mare e i giardini. Se La sala 7 racconta la Capri di Tiberio, che accolse filosofi, matematici e astrologi, l’ultima parte di questo ricco racconto ruota intorno alla Grotta Azzurra, lo straordinario scrigno naturale trasformato in età tiberiana in un suggestivo ninfeo, dove, a pelo dell’acqua, emergeva il gruppo marmoreo di Nettuno e Tritoni, qui riproposto nella sua completezza anche con una statua di fanciulla vestita di peplo.
LA MAPPA
NOTIZIE
VEDI ANCHE
-
Milano | Dal 30 novembre apre la nuova area del Museo Nazionale Scienza e Tecnologia Leonardo da Vinci
Nasce PLAYLAB, il museo per i piccoli visitatori, da tre a sei anni
-
Milano | Dal 28 novembre ai Chiostri di Sant’Eustorgio
Il Retablo dei Magi, gioiello fiammingo, svela i suoi colori originali
-
Mondo | Fino al 28 febbraio al Museo Nazionale d’Arte di Timisoara
Caravaggio e i capolavori della Collezione Roberto Longhi in mostra in Romania
-
Mondo | Le mostre in attesa del grande appuntamento di CAMERA nel 2026
Da Santiago del Cile a Torino, la fotografia di Letizia Battaglia in quattro appuntamenti
-
Forlì-Cesena | In mostra dal 22 febbraio al 29 giugno 2025
Dalla maschera al selfie, il ritratto dell’artista al Museo San Domenico di Forlì
-
Roma | Un nuovo percorso di visita al Parco archeologico del Colosseo
Viaggio nel tempo dentro gli Horrea Piperataria. I magazzini delle spezie sotto la Basilica di Massenzio si svelano al pubblico