Dal 21 settembre al 21 giugno
Al Museo di Capodimonte un viaggio nella Napoli della moda, dell'arte, della musica
Allestimento della sala 32 - “La Parrucca”. Foto: © Luciano Romano. Courtesy Electa
Samantha De Martin
14/08/2019
Napoli - Dentro la storia di Napoli, sedotti dall’incanto dell’arte e della musica, tra i sentieri delle mode e della storia, come in una favola.
Una scenografia spettacolare ideata dall'artista Hubert le Gall, simile alla regia di un’opera musicale, sarà il palcoscenico d'eccezione della mostra Napoli Napoli. Di lava, porcellana e musica, attesa dal 21 settembre al 21 giugno al Museo e Real Bosco di Capodimonte.
Protagonista la storia di Napoli capitale del Regno, dagli anni di Carlo di Borbone a quelli di Ferdinando II, tra scene di vita che hanno come sfondo il passaggio di potere, i cambiamenti della storia, delle mode, dei gusti estetici.
Grazie all’utilizzo di cuffie dinamiche il visitatore potrà ascoltare le musiche di Giovanni Pergolesi e Domenico Cimarosa, Giovanni Pacini e Paisiello, selezionate a seconda dei vari temi artistici di ciascuna sala.
Il percorso di mostra, caratterizzato da circa mille oggetti - tra porcellane delle Reali Fabbriche di Capodimonte e di Napoli, oltre 100 costumi del Teatro di San Carlo, firmati da stilisti e costumisti illustri (da Ungaro e Odette Nicoletti), dipinti, oggetti d’arte e di arredo - inizia con la sala della musica sacra che accoglie i pianoforti di Paisiello e Cimarosa e l'arpetta Stradivari. Accanto a questi oggetti, un dipinto di Gaspare Traversi e un quadro di Louis Nicolas Lemasle raffigurante le nozze della principessa Maria Carolina di Borbone con il duca di Berry, del 1816, in cui si riconoscono Paisiello e Paganini.
Si prosegue con il Grand Tour di personaggi come Goethe e Stendhal, con gli scavi archeologici, utilizzati dai Borbone, che ne controllavano gli accessi, come un vero e proprio strumento di propaganda, e ancora con l'Egittomania, un gusto nato a Napoli e poi diffuso in tutta Europa con le campagne napoleoniche in Egitto.
Non manca lo sguardo sulla Cina con le cineserie e lo spettacolare boudoir cinese della Regina Maria Amalia, portato a Capodimonte nel 1865 dalla reggia di Portici.
C’è poi il Vesuvio - ritratto durante alcune delle sue eruzioni testimoniate attraverso reperti minerari esposti - accanto agli esemplari tassidermizzati provenienti dal Museo Zoologico dell'Università Federico II di Napoli e ad alcuni prestiti del Bosco di Capodimonte, che aiutano ad individuare una rappresentazione della fauna locale nel primo Novecento, dal Falco cuculo al il Gufo reale.
Dal Salone delle Feste, dedicato al personaggio di Pulcinella, protagonista della commedia dell'arte settecentesca, si arriva alle ultime sale espositive dedicate al gioco, una tradizione di Napoli resa ancora più affascinante dall'azzardo e dal destino. Dalle carte e dagli scacchi il percorso approda ai vezzi della moda, tra parrucche, ventagli e tabacchiere.
L'esposizione si conclude con un videomapping dell'artista Stefano Gargiulo che riporta su quattro grandi monitor i volti della Napoli di ieri e di oggi, scene delle principali opere tratte dall'archivio storico del Teatro San Carlo, e poi Capodimonte, reggia e museo, sintesi di quella Napoli del Settecento ancora capitale delle arti.
Leggi anche:
• Jan Fabre a Napoli tra coralli, l'omaggio a Bosh e un dialogo inedito con Caravaggio
Una scenografia spettacolare ideata dall'artista Hubert le Gall, simile alla regia di un’opera musicale, sarà il palcoscenico d'eccezione della mostra Napoli Napoli. Di lava, porcellana e musica, attesa dal 21 settembre al 21 giugno al Museo e Real Bosco di Capodimonte.
Protagonista la storia di Napoli capitale del Regno, dagli anni di Carlo di Borbone a quelli di Ferdinando II, tra scene di vita che hanno come sfondo il passaggio di potere, i cambiamenti della storia, delle mode, dei gusti estetici.
Grazie all’utilizzo di cuffie dinamiche il visitatore potrà ascoltare le musiche di Giovanni Pergolesi e Domenico Cimarosa, Giovanni Pacini e Paisiello, selezionate a seconda dei vari temi artistici di ciascuna sala.
Il percorso di mostra, caratterizzato da circa mille oggetti - tra porcellane delle Reali Fabbriche di Capodimonte e di Napoli, oltre 100 costumi del Teatro di San Carlo, firmati da stilisti e costumisti illustri (da Ungaro e Odette Nicoletti), dipinti, oggetti d’arte e di arredo - inizia con la sala della musica sacra che accoglie i pianoforti di Paisiello e Cimarosa e l'arpetta Stradivari. Accanto a questi oggetti, un dipinto di Gaspare Traversi e un quadro di Louis Nicolas Lemasle raffigurante le nozze della principessa Maria Carolina di Borbone con il duca di Berry, del 1816, in cui si riconoscono Paisiello e Paganini.
Si prosegue con il Grand Tour di personaggi come Goethe e Stendhal, con gli scavi archeologici, utilizzati dai Borbone, che ne controllavano gli accessi, come un vero e proprio strumento di propaganda, e ancora con l'Egittomania, un gusto nato a Napoli e poi diffuso in tutta Europa con le campagne napoleoniche in Egitto.
Non manca lo sguardo sulla Cina con le cineserie e lo spettacolare boudoir cinese della Regina Maria Amalia, portato a Capodimonte nel 1865 dalla reggia di Portici.
C’è poi il Vesuvio - ritratto durante alcune delle sue eruzioni testimoniate attraverso reperti minerari esposti - accanto agli esemplari tassidermizzati provenienti dal Museo Zoologico dell'Università Federico II di Napoli e ad alcuni prestiti del Bosco di Capodimonte, che aiutano ad individuare una rappresentazione della fauna locale nel primo Novecento, dal Falco cuculo al il Gufo reale.
Dal Salone delle Feste, dedicato al personaggio di Pulcinella, protagonista della commedia dell'arte settecentesca, si arriva alle ultime sale espositive dedicate al gioco, una tradizione di Napoli resa ancora più affascinante dall'azzardo e dal destino. Dalle carte e dagli scacchi il percorso approda ai vezzi della moda, tra parrucche, ventagli e tabacchiere.
L'esposizione si conclude con un videomapping dell'artista Stefano Gargiulo che riporta su quattro grandi monitor i volti della Napoli di ieri e di oggi, scene delle principali opere tratte dall'archivio storico del Teatro San Carlo, e poi Capodimonte, reggia e museo, sintesi di quella Napoli del Settecento ancora capitale delle arti.
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