Tutti i venerdì di luglio e agosto dalle 16 alle 19
Apre al pubblico la Villa B di Oplontis, un' "azienda agricola" di duemila anni fa
Panoramica della Villa B di Oplontis | Courtesy Parco Archeologico di Pompei
Samantha De Martin
13/07/2021
Napoli - Pesi in marmo e terracotta, attrezzi in metallo e persino una grande quantità di melograni inframezzati da strati di fieno si apprestano ad accogliere i visitatori nella villa del loro proprietario, Lucius Crassius Tertius.
Per la prima volta, infatti, grazie a un'operazione in sinergia tra il Parco Archeologico di Pompei e il Comune di Torre Annunziata, la cosiddetta Villa B di Oplontis, meglio conosciuta come Villa di Lucius Crassius Tertius, risalente alla fine del II sec. a.C., spalanca le sue meraviglie al pubblico. Al momento solo tutti i venerdì di luglio e agosto, dalle 16 alle 19.
Il complesso è stato reso accessibile al piano terra. Da qui è possibile ammirarne le caratteristiche architettoniche, mentre una parte della struttura potrà essere fruibile con visite contingentate, in attesa dell’avvio di un più ampio progetto di restauro e valorizzazione.
In realtà, come si evince dai materiali rinvenuti e dagli ambienti, più che una villa, è probabile che si trattasse di un'azienda dedita alla lavorazione di prodotti agricoli, all'imbottigliamento e al commercio del vino, dotata di un quartiere residenziale al piano superiore.
Anfore nella Villa B di Oplontis | Courtesy Parco Archeologico di Pompei
A restituirci il nome del suo proprietario, un certo Lucius Crassius Tertius, un anello-sigillo rinvenuto all’interno del complesso. In attesa di venerdì 16 luglio - quando la Villa B di Oplontis spalancherà ufficialmente i cancelli, ma solo in giorni e in orari prestabiliti - entriamo, per il momento idealmente, all’interno del nucleo centrale della struttura, costituito da un porticato a due ordini di colonne doriche in tufo grigio di Nocera, circondato da diversi ambienti di servizio e ad uso produttivo.
Il lato nord è occupato da abitazioni su due livelli, separate da una strada in terra battuta. Tra il 1984 e il 1991, gli scavi della Villa B si concentrarono nell’area orientata verso sud, occupata da otto ambienti a volta, affacciati su un portico colonnato, all’epoca rivolto verso il mare, e di cui rimane visibile soltanto un breve tratto.
Dai materiali ritrovati all'interno sappiamo che questi ambienti dovevano essere rimasti in uso come magazzini e luoghi di deposito fino al momento dell’eruzione del 79 d.C. In particolare, l’ambiente 10 fu adibito a tomba di un gruppo di persone che, nel tentativo drammatico di sfuggire all'eruzione, cercarono disperatamente riparo al suo interno.
Panoramica della Villa B di Oplontis | Courtesy Parco Archeologico di Pompei
Avremmo visto alcuni di questi fuggiaschi stringere a sé il gruzzolo di oggetti preziosi, gioielli, ornamenti in osso ed avorio, monete d’oro e d’argento, suppellettili in bronzo. Molti di questi furono rinvenuti accanto ai corpi, evidentemente avvolti nelle vesti o racchiusi in appositi contenitori di cuoio, stoffa o corda.
“Il Parco archeologico di Pompei - assicura il direttore Gabriel Zuchtriegel - sta mettendo in atto una serie di azioni al fine di ampliare il più possibile l’offerta di visita in tutti i siti, con aperture straordinarie e visite serali, compatibilmente con le attività in ripresa post pandemia. I progetti futuri prevedono il miglioramento dell’accessibilità e l’ampliamento della fruizione dei due complessi di Oplontis con l’apertura permanente anche della cosiddetta Villa B. Iniziamo con piccoli passi”.
Colonne nella Villa B di Oplontis | Courtesy Parco Archeologico di Pompei
Al momento la Villa B si potrà visitare tutti i venerdì di luglio e agosto, dalle 16 alle 19 (ultimo ingresso ore 18.30) accompagnati dall'Archeoclub di Torre Annunziata, grazie a una convenzione tra l'associazione e il Parco archeologico di Pompei.
L'ingresso di 5 euro è compreso nel biglietto della Villa A "di Poppea", per un massimo di dieci persone ogni 30 minuti.
La prenotazione non è obbligatoria, ma consigliata ai numeri +39 333 307 8635 e +39 081.8612704.
Leggi anche:
• Le Terme di caracalla al chiaro di luna. Al via i percorsi estivi con visita ai sotterranei restaurati
Per la prima volta, infatti, grazie a un'operazione in sinergia tra il Parco Archeologico di Pompei e il Comune di Torre Annunziata, la cosiddetta Villa B di Oplontis, meglio conosciuta come Villa di Lucius Crassius Tertius, risalente alla fine del II sec. a.C., spalanca le sue meraviglie al pubblico. Al momento solo tutti i venerdì di luglio e agosto, dalle 16 alle 19.
Il complesso è stato reso accessibile al piano terra. Da qui è possibile ammirarne le caratteristiche architettoniche, mentre una parte della struttura potrà essere fruibile con visite contingentate, in attesa dell’avvio di un più ampio progetto di restauro e valorizzazione.
In realtà, come si evince dai materiali rinvenuti e dagli ambienti, più che una villa, è probabile che si trattasse di un'azienda dedita alla lavorazione di prodotti agricoli, all'imbottigliamento e al commercio del vino, dotata di un quartiere residenziale al piano superiore.
Anfore nella Villa B di Oplontis | Courtesy Parco Archeologico di Pompei
A restituirci il nome del suo proprietario, un certo Lucius Crassius Tertius, un anello-sigillo rinvenuto all’interno del complesso. In attesa di venerdì 16 luglio - quando la Villa B di Oplontis spalancherà ufficialmente i cancelli, ma solo in giorni e in orari prestabiliti - entriamo, per il momento idealmente, all’interno del nucleo centrale della struttura, costituito da un porticato a due ordini di colonne doriche in tufo grigio di Nocera, circondato da diversi ambienti di servizio e ad uso produttivo.
Il lato nord è occupato da abitazioni su due livelli, separate da una strada in terra battuta. Tra il 1984 e il 1991, gli scavi della Villa B si concentrarono nell’area orientata verso sud, occupata da otto ambienti a volta, affacciati su un portico colonnato, all’epoca rivolto verso il mare, e di cui rimane visibile soltanto un breve tratto.
Dai materiali ritrovati all'interno sappiamo che questi ambienti dovevano essere rimasti in uso come magazzini e luoghi di deposito fino al momento dell’eruzione del 79 d.C. In particolare, l’ambiente 10 fu adibito a tomba di un gruppo di persone che, nel tentativo drammatico di sfuggire all'eruzione, cercarono disperatamente riparo al suo interno.
Panoramica della Villa B di Oplontis | Courtesy Parco Archeologico di Pompei
Avremmo visto alcuni di questi fuggiaschi stringere a sé il gruzzolo di oggetti preziosi, gioielli, ornamenti in osso ed avorio, monete d’oro e d’argento, suppellettili in bronzo. Molti di questi furono rinvenuti accanto ai corpi, evidentemente avvolti nelle vesti o racchiusi in appositi contenitori di cuoio, stoffa o corda.
“Il Parco archeologico di Pompei - assicura il direttore Gabriel Zuchtriegel - sta mettendo in atto una serie di azioni al fine di ampliare il più possibile l’offerta di visita in tutti i siti, con aperture straordinarie e visite serali, compatibilmente con le attività in ripresa post pandemia. I progetti futuri prevedono il miglioramento dell’accessibilità e l’ampliamento della fruizione dei due complessi di Oplontis con l’apertura permanente anche della cosiddetta Villa B. Iniziamo con piccoli passi”.
Colonne nella Villa B di Oplontis | Courtesy Parco Archeologico di Pompei
Al momento la Villa B si potrà visitare tutti i venerdì di luglio e agosto, dalle 16 alle 19 (ultimo ingresso ore 18.30) accompagnati dall'Archeoclub di Torre Annunziata, grazie a una convenzione tra l'associazione e il Parco archeologico di Pompei.
L'ingresso di 5 euro è compreso nel biglietto della Villa A "di Poppea", per un massimo di dieci persone ogni 30 minuti.
La prenotazione non è obbligatoria, ma consigliata ai numeri +39 333 307 8635 e +39 081.8612704.
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