Presentati i risultati degli ultimi scavi

Le rivelazioni della Villa di Sette Bassi, giacimento di storia sull’Appia Antica

Le Terme dei Tritoni, Villa di Sette Bassi I Courtesy Parco Archeologico dell’Appia Antica
 

Francesca Grego

09/12/2025

Roma - Una delle ville più ricche della Campagna Romana torna a stupire gli archeologi: parliamo della Villa di Sette Bassi, la più vasta dopo quella dei Quintili, che incuriosisce gli studiosi di antichità fin dal Settecento. Nuovi scavi condotti nell’ambito del PNRR Caput Mundi hanno portato alla luce le testimonianze di una storia ancora sconosciuta. Siamo nell’area delle cosiddette Terme dei Tritoni, risalenti al regno dell’imperatore Antonino il Pio e ornate da mosaici preziosi: le ultime indagini raccontano di quando, tra il IV e il V secolo d.C., le sontuose aule termali furono trasformate in un luogo di culto cristiano dotato di una vasca liturgica usata per i battesimi. I marmi che la rivestono, i resti di un tiburio e l’impianto idraulico particolarmente raffinato indicano che la cura dedicata alla sua costruzione sia stata pari a quella riservata ai fonti battesimali urbani. Il sito di Sette Bassi, insomma, conservò un’importanza notevole anche in epoca tardo antica. L’ipotesi degli archeologi è che la chiesa potesse essere la sede di una diocesi suffraganea di Roma denominata Subaugusta o Subaugustana. Oggi la sua scoperta è considerata l’inizio di nuovi studi sulla cristianizzazione della Campagna Romana.  

“Le indagini alla Villa di Sette Bassi offrono una lettura nuova e sorprendente di questo tratto dell’antica via Latina”, ha commentato il Direttore generale Musei Massimo Osanna: “Un complesso termale di età imperiale che, tra IV e V secolo d.C., si trasforma in un edificio cristiano dotato di fonte battesimale, di straordinaria qualità costruttiva. Un risultato che amplia in modo significativo la nostra conoscenza della Campagna Romana tardo antica”. 

Se la scoperta del fonte battesimale è giunta inattesa, rilevanti sono anche i ritrovamenti riguardanti le fasi iniziali della vita della villa, la cui prima edificazione risale al II secolo a.C. La testimonianza più interessante del periodo imperiale è certamente l’esteso mosaico di tessere bianche e nere raffigurante un thiasos marino, che si sviluppa per quasi 60 metri quadrati ed è giunto fino a noi in ottime condizioni.   
“L’intervento - spiega il dirigente delegato Luana Toniolo - ora prevede il restauro del bellissimo mosaico con corteo marino e delle nuove evidenze oltre che coperture per garantirne la migliore conservazione possibile”. 

Le Terme dei Tritoni rappresentano solo una porzione della Villa di Sette Bassi, il cui nome, in uso già nell’Alto Medioevo, deriva probabilmente dall’imperatore Lucius Septimius Bassianus detto Caracalla, che pare avesse accorpato in un unico, vasto fondo imperiale la Villa di Sette Bassi e la Villa dei Quintili. Disteso su un pianoro collinare nei pressi della Via Latina, il complesso si sviluppa intorno a un grande ippodromo-giardino, che anticamente comprendeva specchi d’acqua, viali, statue e fontane. Architetture monumentali racchiudevano sfarzosi ambienti residenziali e sale da cerimonia decorate con mosaici e marmi policromi, mentre la pars rustica, a Nord-Est del fondo, ospitava le attività agricole, nonché un ninfeo, un acquedotto e le cisterne per l’approvvigionamento idrico della residenza.

Talmente vasta da far pensare che si trattasse di una città a sé stante - di qui l’epiteto tradizionale di “Roma Vecchia” - la Villa di Sette Bassi è stata a lungo saccheggiata per estrarne materiali edilizi e di pregio destinati al mercato antiquario. Polo di attrazione per i cultori di antichità fin dal XVIII secolo, all’inizio dell’Ottocento entrò nel patrimonio della famiglia Torlonia che, scavando, rinvennero numerose statue romane, ma durante la Seconda Guerra Mondiale fu gravemente danneggiata da un bombardamento eseguito dall’aviazione britannica per colpire Cinecittà.