Dal 14 gennaio al Complesso di San Domenico Maggiore

Degas e la grafica, una storia da scoprire a Napoli

Edgar Degas, Danseuse chez le photographe. Acquaforte
 

Francesca Grego

13/01/2023

Napoli - “Il disegno è l’espressione più diretta e spontanea dell’artista, come una sorta di scrittura: rivela molto meglio della pittura la sua vera personalità”. Ne era profondamente convinto Edgar Degas che, fatto raro tra gli Impressionisti, padroneggiò fin da giovanissimo matite e carboncini. Non è l’unica sorpresa della mostra Degas. Il ritorno a Napoli, che dal 14 gennaio al 10 aprile illuminerà presso il Complesso Monumentale di San Domenico Maggiore un altro lato poco battuto del maestro francese: il legame con la città partenopea, dove Degas soggiornò durante la giovinezza e dove risiedeva un ramo della sua famiglia. 


Edgar Degas, La famille Cardinal, 15.5 x 23 cm

A pochi passi da Palazzo Pignatelli di Monteleone, la dimora del nonno paterno Hilaire, scopriremo il volto del Degas “napoletano” in circa 200 opere. In mostra schizzi e disegni, ma anche diverse serie di incisioni e 34 fotografie, testimonianza dell’interesse dell’artista per un medium allora nuovo, che gli servì per studiare il movimento del corpo umano e dei cavalli. Se i disegni sono una finestra aperta sui processi creativi all’origine della pittura di Degas, le incisioni ci parlano di progetti complessi e di successo, come le illustrazioni per i racconti di Guy de Maupassant e dell’amico Ludovic Halévy, pubblicate dal celebre editore Vollard. Accanto alle opere di Degas, troveremo i lavori di altri grandi maestri del suo tempo, da Eduard Manet a Henry Toulouse-Lautrec, di artisti italiani e internazionali che gravitarono nell’area partenopea e perfino di Pablo Picasso. 


Edgar Degas, Carnet Ludovic Halévy

Suddivisa in tre aree tematiche, la mostra esordisce con un’immersione nelle atmosfere della Napoli di fine Ottocento, presentando al pubblico la famiglia del giovane pittore: il nonno Hilaire De Gas, soggetto della prima tela importante che l’artista dipinse in città, e i Bellelli, i parenti italiani rappresentati in un colorito ritratto di famiglia, qui protagonisti di una ricostruzione multimediale. I trenta disegni estemporanei del Carnet Halévy mostrano inoltre come la vena creativa del pittore si esprimesse con spontaneità in qualsiasi momento, anche durante le serate mondane, colorandosi spesso di lieve ironia. 


Edgar Degas, La Maison Tellier

La sezione successiva ci porta nel vivo del mondo di Degas con i suoi temi più noti: prostitute, personaggi del teatro e del café-chantant e soprattutto le celebri ballerine popolano le notti della Belle Époque in una galleria di disegni, studi preparatori, litografie, xilografie e tre sculture in bronzo. Imperdibili le incisioni a colori e in bianco e nero per la novella La Maison Tellier di Guy de Maupassant, pubblicate più tardi da Vollard: qui Degas racconta la vita quotidiana in una casa di piacere di fine Ottocento, come in un foto-reportage. Le incisioni per il romanzo La Famille Cardinal di Halévy, invece, presentano gli ambienti della borghesia parigina, in una delle prove meglio riuscite del Degas illustratore. 


Edgar Degas, La Maison Tellier

Il terzo e ultimo capitolo è uno spaccato delle amicizie e della vita sociale del maestro: tra i volti dei suoi compagni di viaggio riconosciamo alcuni dei più importanti protagonisti della pittura tra Ottocento e Novecento. Qui spiccano per le qualità artistiche un prezioso ritratto di Eugéne Manet, fratello del celebre Édouard e marito della pittrice impressionista Berthe Morisot, anche lei presente in mostra come la collega americana Mary Cassatt. 


Edgar Degas, Carnet Ludovic Halévy


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