Subito aperti al pubblico i nuovi ritrovamenti
Ecco il Salone del Tiaso: l’ultima, dionisiaca, rivelazione di Pompei!

Casa del Tiaso, dettaglio della megalografia I Courtesy Parco Archeologico di Pompei
Francesca Grego
26/02/2025
Napoli - Baccanti che danzano, giovani satiri che suonano il flauto o versano libagioni con gesti acrobatici, una donna accompagnata da un vecchio sileno: è il corteo di Dioniso, dio del vino e dell’ebbrezza, dipinto a dimensioni quasi reali sulle pareti di una grande sala per banchetti scavata nelle ultime settimane a Pompei. A più di cent’anni dalla scoperta della Villa dei Misteri, i cui famosi affreschi sono l’unico altro esempio conosciuto di megalografia (grande pittura) con un soggetto simile, la Casa del Tiaso - come è stata battezzata la dimora pompeiana - promette di gettare nuova luce sui culti misterici legati a Dioniso.
Realizzato nel II stile della pittura pompeiana (I secolo a.C.), il fregio è stato datato dagli archeologi intorno agli anni 40-30 a.C.: quando la furia del Vesuvio seppellì la città, l’opera aveva circa un secolo. Menadi e satiri percorrono senza soluzione di continuità tre pareti del salone, mentre la quarta è aperta sul giardino. Le baccanti vi sono raffigurate come danzatrici, ma anche come cacciatrici feroci, con un capretto sgozzato sulle spalle o con la spada e le interiora di un animale tra le mani. Un tema, quello della caccia, che mancava nelle pitture della Villa dei Misteri, e che invece qui assume un ruolo centrale. Lo conferma un fregio più piccolo che corre al di sopra del primo con immagini di animali vivi e cacciagione: un cerbiatto, un cinghiale appena sventrato, galli, uccelli, pesci e molluschi.

Casa del Tiaso, dettaglio della megalografia: baccante con sileno I Courtesy Parco Archeologico di Pompei
“La caccia delle baccanti di Dioniso, a partire dalle Baccanti di Euripide del 405 a.C., una delle più amate tragedie dell’antichità, diventa una metafora per una vita sfrenata, estatica, che mira a ‘qualcosa di diverso, di grande e di visibile’, come dice il coro nel testo di Euripide”, spiega il direttore del Parco Archeologico di Pompei Gabriel Zuchtriegel, co-autore di un primo studio del nuovo rinvenimento pubblicato sull’E-Journal degli Scavi di Pompei.
“La baccante esprimeva per gli antichi il lato selvaggio e indomabile della donna”, prosegue Zuchtriegel: “la donna che abbandona i figli, la casa e la città, che esce dall’ordine maschile, per danzare libera, andare a caccia e mangiare carne cruda nelle montagne e nei boschi; insomma, l’opposto della donna ‘carina’ che emula Venere, dea dell’amore e delle nozze, la donna che si guarda nello specchio, che si ‘fa bella’. Sia il fregio della casa del Tiaso sia quello dei Misteri mostrano la donna come sospesa, come oscillante tra questi due estremi, due modalità dell’essere femminile a quei tempi”.

Casa del Tiaso, dettaglio del salone dipinto I Courtesy Parco Archeologico di Pompei
Ma è la scena centrale del fregio a suggerire il significato delle pitture ritrovate. Si tratta di una donna con un vecchio sileno che impugna una torcia: sta per essere iniziata ai misteri di Dioniso, il dio che muore e rinasce, promettendo altrettanto ai suoi seguaci. E poi c’è un altro dettaglio curioso che ha attratto l’attenzione degli archeologi: tutte le figure del fregio sono raffigurate su piedistalli, come se fossero statue, mentre i movimenti, gli abiti e la carnagione le fanno apparire più vive che mai.

Casa del Tiaso, dettaglio della megalografia I Courtesy Parco Archeologico di Pompei
Zuchtriegel suggerisce una possibile soluzione dell’enigma: “Sono affreschi con un significato profondamente religioso, che però qui avevano la funzione di adornare spazi per banchetti e feste… Un po’ come quando troviamo una copia della Creazione di Adamo di Michelangelo sulla parete di un ristorante italiano a New York, per creare un po’ di atmosfera. Dietro queste meravigliose pitture, con il loro gioco con illusione e realità, possiamo vedere i segni di una crisi religiosa che stava investendo il mondo antico, ma possiamo anche cogliere la grandezza di una ritualità che risale a un mondo arcaico, almeno fino al II millennio a.C., al Dioniso dei popoli micenei e cretesi, che era chiamato anche Zagreus, signore degli animali selvatici”.

Casa del Tiaso, dettaglio della megalografia I Courtesy Parco Archeologico di Pompei
La Casa del Tiaso sarà accessibile al pubblico fin da subito, previa prenotazione, nel corso delle consuete visite ai cantieri di Pompei, mentre le indagini della Regio IX, teatro della scoperta, volgono al termine: dal 2023 hanno permesso di individuare oltre 50 nuovi ambienti distribuiti su una superficie di oltre 1500 metri quadrati, restituendo due case ad atrio trasformate rispettivamente in una lavanderia e in un panificio, un salone nero con le scene della guerra di Troia, un sacrario dipinto d’azzurro con pitture legate alle stagioni, all’agricoltura e alla pastorizia e in ultimo un grande complesso termale.

Casa del Tiaso, dettaglio del salone affrescato I Courtesy Parco Archeologico di Pompei
Realizzato nel II stile della pittura pompeiana (I secolo a.C.), il fregio è stato datato dagli archeologi intorno agli anni 40-30 a.C.: quando la furia del Vesuvio seppellì la città, l’opera aveva circa un secolo. Menadi e satiri percorrono senza soluzione di continuità tre pareti del salone, mentre la quarta è aperta sul giardino. Le baccanti vi sono raffigurate come danzatrici, ma anche come cacciatrici feroci, con un capretto sgozzato sulle spalle o con la spada e le interiora di un animale tra le mani. Un tema, quello della caccia, che mancava nelle pitture della Villa dei Misteri, e che invece qui assume un ruolo centrale. Lo conferma un fregio più piccolo che corre al di sopra del primo con immagini di animali vivi e cacciagione: un cerbiatto, un cinghiale appena sventrato, galli, uccelli, pesci e molluschi.

Casa del Tiaso, dettaglio della megalografia: baccante con sileno I Courtesy Parco Archeologico di Pompei
“La caccia delle baccanti di Dioniso, a partire dalle Baccanti di Euripide del 405 a.C., una delle più amate tragedie dell’antichità, diventa una metafora per una vita sfrenata, estatica, che mira a ‘qualcosa di diverso, di grande e di visibile’, come dice il coro nel testo di Euripide”, spiega il direttore del Parco Archeologico di Pompei Gabriel Zuchtriegel, co-autore di un primo studio del nuovo rinvenimento pubblicato sull’E-Journal degli Scavi di Pompei.
“La baccante esprimeva per gli antichi il lato selvaggio e indomabile della donna”, prosegue Zuchtriegel: “la donna che abbandona i figli, la casa e la città, che esce dall’ordine maschile, per danzare libera, andare a caccia e mangiare carne cruda nelle montagne e nei boschi; insomma, l’opposto della donna ‘carina’ che emula Venere, dea dell’amore e delle nozze, la donna che si guarda nello specchio, che si ‘fa bella’. Sia il fregio della casa del Tiaso sia quello dei Misteri mostrano la donna come sospesa, come oscillante tra questi due estremi, due modalità dell’essere femminile a quei tempi”.

Casa del Tiaso, dettaglio del salone dipinto I Courtesy Parco Archeologico di Pompei
Ma è la scena centrale del fregio a suggerire il significato delle pitture ritrovate. Si tratta di una donna con un vecchio sileno che impugna una torcia: sta per essere iniziata ai misteri di Dioniso, il dio che muore e rinasce, promettendo altrettanto ai suoi seguaci. E poi c’è un altro dettaglio curioso che ha attratto l’attenzione degli archeologi: tutte le figure del fregio sono raffigurate su piedistalli, come se fossero statue, mentre i movimenti, gli abiti e la carnagione le fanno apparire più vive che mai.

Casa del Tiaso, dettaglio della megalografia I Courtesy Parco Archeologico di Pompei
Zuchtriegel suggerisce una possibile soluzione dell’enigma: “Sono affreschi con un significato profondamente religioso, che però qui avevano la funzione di adornare spazi per banchetti e feste… Un po’ come quando troviamo una copia della Creazione di Adamo di Michelangelo sulla parete di un ristorante italiano a New York, per creare un po’ di atmosfera. Dietro queste meravigliose pitture, con il loro gioco con illusione e realità, possiamo vedere i segni di una crisi religiosa che stava investendo il mondo antico, ma possiamo anche cogliere la grandezza di una ritualità che risale a un mondo arcaico, almeno fino al II millennio a.C., al Dioniso dei popoli micenei e cretesi, che era chiamato anche Zagreus, signore degli animali selvatici”.

Casa del Tiaso, dettaglio della megalografia I Courtesy Parco Archeologico di Pompei
La Casa del Tiaso sarà accessibile al pubblico fin da subito, previa prenotazione, nel corso delle consuete visite ai cantieri di Pompei, mentre le indagini della Regio IX, teatro della scoperta, volgono al termine: dal 2023 hanno permesso di individuare oltre 50 nuovi ambienti distribuiti su una superficie di oltre 1500 metri quadrati, restituendo due case ad atrio trasformate rispettivamente in una lavanderia e in un panificio, un salone nero con le scene della guerra di Troia, un sacrario dipinto d’azzurro con pitture legate alle stagioni, all’agricoltura e alla pastorizia e in ultimo un grande complesso termale.

Casa del Tiaso, dettaglio del salone affrescato I Courtesy Parco Archeologico di Pompei
LA MAPPA
NOTIZIE
VEDI ANCHE
-
Roma | Al Parco del Colosseo fino al 23 aprile
Sulla via delle spezie. I tesori d’Arabia in mostra a Roma
-
Parma | Dal 15 marzo a Mamiano di Traversetolo (Parma)
Primavera alla Magnani Rocca con i fiori nell’arte del Novecento
-
Il complesso del '500 a un passo dal Colosseo torna a essere fruibile
A Roma Villa Silvestri Rivaldi riapre i battenti
-
Roma | Dal 3 febbraio al via i percorsi didattici ogni domenica e lunedì
Apre al pubblico la Schola praeconum, la sede dei banditori pubblici della Roma imperiale
-
Dall’11 febbraio al 18 maggio a Villa Caffarelli
I capolavori della collezione Farnese riuniti in una grande mostra a Roma
-
Firenze | Dal 27 marzo a Firenze
Caravaggio e il Novecento. A Villa Bardini la storia di una riscoperta