Nuova scoperta nella città vesuviana

In fuga dall’eruzione: i corpi di una coppia riemergono in una casa di Pompei. Lei portava con sé un piccolo tesoro

Scavi della Regio IX, Pompei I Courtesy Parco Archeologico di Pompei
 

Francesca Grego

12/08/2024

Napoli - Un nuovo scorcio degli ultimi istanti di vita degli abitanti di Pompei emerge dagli scavi della Regio IV. Siamo nell’Insula X, il complesso di abitazioni dove circa due mesi fa è tornato alla luce un suggestivo ambiente ribattezzato “Sacrario blu”, ultima di una lunga serie di scoperte: il salone nero affrescato con le storie della guerra di Troia, una lavanderia o fullonica, un panificio che ha fatto il giro del mondo grazie a un dipinto murale raffigurante una pizza ante litteram. Teatro degli ultimi ritrovamenti è invece un cubiculum, una camera da letto provvisoria utilizzata dagli abitanti durante i lavori di ristrutturazione in corso nel resto della casa. Qui gli archeologi hanno scoperto gli scheletri di un uomo e di una donna, rifugiatisi nel piccolo ambiente in attesa della fine della pioggia di lapilli causata dall’eruzione del Vesuvio. La donna, trovata distesa sul letto, portava con sé un piccolo tesoro di monete d’oro, argento e bronzo, insieme ad alcuni monili tra cui orecchini in oro e perle. 

A causa degli infissi chiusi, la cameretta rimase sgombra dalle pomici che riempirono il vicino salone, bloccando però la fuga della coppia, che trovò la morte con il sopraggiungere dei flussi piroclastici. Le impronte nella cenere hanno permesso di ricostruire gli arredi e individuarne l’esatta posizione nello spazio: un letto, una cassa, un candelabro in bronzo ed un tavolo con piano in marmo, con suppellettili in bronzo, vetro e ceramica ancora al proprio posto.

“L’opportunità di analizzare i preziosissimi dati antropologici relativi alle due vittime rinvenute all’interno del contesto archeologico che ne ha segnato la tragica fine, permette di recuperare una quantità notevole di dati sulla vita quotidiana degli antichi pompeiani e sulle micro storie di alcuni di essi, con una documentazione precisa e puntuale, confermando l’unicità del territorio vesuviano”, ha osservato il direttore del Parco Archeologico di Pompei Gabriel Zuchtriegel: “Un lavoro che vede la collaborazione tra archeologi, antropologi e vulcanologi impegnati nella ricostruzione degli ultimi istanti di vita di uomini, donne e bambini periti durante una delle più grandi catastrofi naturali dell’antichità. Pompei rimane un grande cantiere di ricerca e restauro, ma nei prossimi anni ci aspettiamo importanti sviluppi negli scavi archeologici e nella valorizzazione anche dal territorio, anche grazie agli investimenti Cipess annunciati in questi giorni dal Ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano”.