Il nuovo reperto rivela la vera causa della morte
Scoperta la testa del fuggiasco di Pompei
La scenografia di Alessandro Sanquirico raffigurante l'Eruzione del Vesuvio, scena culminante dell'opera di Giovanni Pacini L'ultimo giorno di Pompei, presentata in anteprima al Teatro San Carlo di Napoli nel 1825, Set scenografico del 1827, La Scala, Milano | Wikipedia Pubblico Dominio
Francesca Grego
29/06/2018
Napoli - Gli scavi del Vicolo dei Balconi mantengono le promesse: a un mese dall’annuncio del ritrovamento della parte inferiore del corpo, riemerge la testa del fuggiasco dell’eruzione 79 d.C..
Il nuovo, decisivo reperto è stato rinvenuto proprio come il primo nell’area all’incrocio con il Vicolo delle Nozze d’Argento, ma molto più in profondità.
Lo scivolamento del cranio verso il basso insieme alla parte superiore dello scheletro, hanno spiegato gli archeologi, è avvenuto in seguito a un cedimento del terreno e non, come si era ipotizzato inizialmente, perché un masso era andato a colpire l’uomo in fuga tagliandone in due il corpo.
Sembra dunque che l’uomo, trentacinquenne e claudicante, sia morto lentamente per asfissia, soffocato dalla polvere e dalle ceneri che saturavano l’aria durante l’eruzione. Ulteriori verifiche sono in corso nei laboratori specialistico di Pompei, dove le spoglie del fuggiasco saranno studiate in ogni minimo dettaglio per arrivare a ricostruirne gli ultimi istanti di vita con la massima precisione possibile.
Teschio del fuggiasco | Courtesy of Parco Archeologico di Pompei
Intanto proseguono gli scavi del Grande Progetto Pompei, intrapresi per esigenze di sicurezza e rivelatisi una fonte di interessantissime scoperte: “dalle pareti dipinte con i colori dell’oro e del vino”, ha ricordato il direttore del Parco Archeologico Massimo Osanna, “fino al cumulo di immondizia che ci svelerà nei particolari quello che si cucinava e si mangiava in quegli anni in città”. Impossibile esaminare tutti i 22 ettari ancora sepolti: l’obiettivo prioritario sono per ora le insulae non toccate dagli scavi ottocenteschi, in cui le sorprese non sembrano affatto improbabili.
Durante l’estate il parco sarà protagonista di concerti e visite serali, in attesa di settembre, quando la stagione espositiva sarà aperta da una grande mostra sugli Etruschi a Pompei. Un nuovo progetto in collaborazione con il MADRE di Napoli inaugurerà invece una serie di iniziative legate al contemporaneo, perché tra le antiche insulae “l’arte continui a essere viva”.
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Teschio del fuggiasco | Courtesy of Parco Archeologico di Pompei
Intanto proseguono gli scavi del Grande Progetto Pompei, intrapresi per esigenze di sicurezza e rivelatisi una fonte di interessantissime scoperte: “dalle pareti dipinte con i colori dell’oro e del vino”, ha ricordato il direttore del Parco Archeologico Massimo Osanna, “fino al cumulo di immondizia che ci svelerà nei particolari quello che si cucinava e si mangiava in quegli anni in città”. Impossibile esaminare tutti i 22 ettari ancora sepolti: l’obiettivo prioritario sono per ora le insulae non toccate dagli scavi ottocenteschi, in cui le sorprese non sembrano affatto improbabili.
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