Lo scavo della villa suburbana a nord di Pompei restituisce altri reperti
Stoviglie e coppe in ceramica: ecco i nuovi "tesori" dalla Villa di Civita Giuliana
I reperti rinvenuti nel cantiere di Civita Giuliana | Courtesy Parco archeologico di Pompei
Samantha De Martin
23/03/2023
Napoli - Lo sguardo fruga tra le stoviglie e le coppe in ceramica comune e da fuoco, rinvenute nella stessa posizione dopo quasi duemila anni.
Sono capovolte, come si trovavano, evidentemente su una piccola mensola, al momento dell’eruzione del Vesuvio, in quel fatale 79 d.C. Ecco le ultime meraviglie restituite dallo scavo della Villa Imperialii di Civita Giuliana, villa suburbana a nord di Pompei, oggetto di un saccheggiamento sistematico per anni e dal 2017 al centro di scavi stratigrafici che continuano a restituire nuovi dati e scoperte.
Ultimamente erano stati rinvenuti una stanza con tre brande in legno e reti di corda, - destinata a tre schiavi che lavoravano nella villa, forse una piccola famiglia - un carro cerimoniale decorato con rilievi d’argento, e ancora una stalla con un sauro bardato e gli scheletri di due individui sorpresi dalla furia dell’eruzione, dei quali furono eseguiti i calchi.
I reperti rinvenuti nel cantiere di Civita Giuliana | Courtesy Parco archeologico di Pompei
Grazie a un protocollo d’intesa tra la Procura della Repubblica di Torre Annunziata e il Parco Archeologico di Pompei, siglato nel 2019 dall’allora direttore Massimo Osanna, ora direttore generale Musei, e dal Procuratore della Repubblica di Torre Annunziata Pierpaolo Filippelli, l’area è stata strappata a un'attività di depredamento da parte di scavatori clandestini. Rinnovato nel 2021 dal direttore del Parco, Gabriel Zuchtriegel, e dal procuratore Nunzio Fragliasso, l’accordo prevede sforzi congiunti per contrastare gli scavi clandestini nei dintorni di Pompei e per valorizzare scientificamente i siti sottratti ai tombaroli, grazie anche al supporto del Nucleo Tutela patrimonio culturale Campania e del Nucleo investigativo Torre Annunziata dell’Arma dei Carabinieri.
“Questi ritrovamenti - ha detto il ministro della cultura, Gennaro Sangiuliano - dimostrano l’impegno e la capacità dello Stato di arginare la piaga degli scavi clandestini e del commercio di beni archeologici, e costituisce un'importante risposta allo scempio perpetrato negli anni dai tombaroli -. Pompei è l’orgoglio dell’Italia ed è nostra intenzione difendere e promuovere ancora di più un patrimonio che è un unicum a livello mondiale”.
I calchi di due vittime di Civita Giuliana | Foto: © Luigi Spina
Il rinvenimento delle stoviglie e delle coppe in ceramica che, molto probabilmente si trovavano in situ durante la fase finale dell’eruzione del Vesuvio, nel 79 d.C., conferma come l’indagine stratigrafica di un complesso, per anni oggetto di scavi clandestini, contribuisca a far conoscere aspetti della vita quotidiana poco documentati nelle fonti scritte, grazie allo straordinario stato di conservazione riscontrato.
“Il cantiere di Civita Giuliana ha consolidato un approccio innovativo allo scavo che vede istituzioni differenti muoversi fianco a fianco, grazie all’intuizione della Procura di Torre Annunziata che da subito ha coinvolto il Parco archeologico - afferma il direttore generale Musei, Massimo Osanna -. In un territorio così ricco di storia e pure così tanto abusato, che ancora cela importanti tracce del passato, come stanno dimostrando le scoperte di questi anni, è fondamentale che la tutela dei Beni Culturali e la Legalità procedano di pari passo”.
Gli ultimi reperti sono stati rinvenuti lungo le pareti di quella che doveva essere un'area destinata ai servi, nei pressi di una strada moderna che corre lungo la Villa, fino a pochi giorni fa attraversata dal traffico. L’arteria è adesso chiusa per consentire l’indagine delle strutture antiche al di sotto della carreggiata, ma anche perché l'estesa rete di cunicoli realizzati dai tombaroli ha finito per minare il terreno, rendendo necessaria una tempestiva messa in sicurezza della zona.
La stanza degli schiavi rinvenuta nella Villa di Civita Giuliana | Courtesy Parco archeologico di Pompei
“Queste scoperte - sottolinea il direttore del Parco, Gabriel Zuchtriegel - confermano l’importanza di ampliare ancora l’area di scavo. Lavoriamo affinché il sito di Civita Giuliana possa entrare a pieno titolo nei circuiti di visita del sistema Pompei, come anche le ville di Boscoreale, Oplontis-Torre Annunziata e Castellamare di Stabia. Sotto i nostri piedi possiamo immaginare i cunicoli dei clandestini che hanno scavato e sistematicamente saccheggiato questa grande villa di epoca romana. Vediamo in mezzo conservati quasi miracolosamente oggetti che sono ancora nella loro posizione originale, rovesciati evidentemente su una piccola mensola al momento dell’eruzione e rimasti così per quasi duemila anni”.
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Ultimamente erano stati rinvenuti una stanza con tre brande in legno e reti di corda, - destinata a tre schiavi che lavoravano nella villa, forse una piccola famiglia - un carro cerimoniale decorato con rilievi d’argento, e ancora una stalla con un sauro bardato e gli scheletri di due individui sorpresi dalla furia dell’eruzione, dei quali furono eseguiti i calchi.
I reperti rinvenuti nel cantiere di Civita Giuliana | Courtesy Parco archeologico di Pompei
Grazie a un protocollo d’intesa tra la Procura della Repubblica di Torre Annunziata e il Parco Archeologico di Pompei, siglato nel 2019 dall’allora direttore Massimo Osanna, ora direttore generale Musei, e dal Procuratore della Repubblica di Torre Annunziata Pierpaolo Filippelli, l’area è stata strappata a un'attività di depredamento da parte di scavatori clandestini. Rinnovato nel 2021 dal direttore del Parco, Gabriel Zuchtriegel, e dal procuratore Nunzio Fragliasso, l’accordo prevede sforzi congiunti per contrastare gli scavi clandestini nei dintorni di Pompei e per valorizzare scientificamente i siti sottratti ai tombaroli, grazie anche al supporto del Nucleo Tutela patrimonio culturale Campania e del Nucleo investigativo Torre Annunziata dell’Arma dei Carabinieri.
“Questi ritrovamenti - ha detto il ministro della cultura, Gennaro Sangiuliano - dimostrano l’impegno e la capacità dello Stato di arginare la piaga degli scavi clandestini e del commercio di beni archeologici, e costituisce un'importante risposta allo scempio perpetrato negli anni dai tombaroli -. Pompei è l’orgoglio dell’Italia ed è nostra intenzione difendere e promuovere ancora di più un patrimonio che è un unicum a livello mondiale”.
I calchi di due vittime di Civita Giuliana | Foto: © Luigi Spina
Il rinvenimento delle stoviglie e delle coppe in ceramica che, molto probabilmente si trovavano in situ durante la fase finale dell’eruzione del Vesuvio, nel 79 d.C., conferma come l’indagine stratigrafica di un complesso, per anni oggetto di scavi clandestini, contribuisca a far conoscere aspetti della vita quotidiana poco documentati nelle fonti scritte, grazie allo straordinario stato di conservazione riscontrato.
“Il cantiere di Civita Giuliana ha consolidato un approccio innovativo allo scavo che vede istituzioni differenti muoversi fianco a fianco, grazie all’intuizione della Procura di Torre Annunziata che da subito ha coinvolto il Parco archeologico - afferma il direttore generale Musei, Massimo Osanna -. In un territorio così ricco di storia e pure così tanto abusato, che ancora cela importanti tracce del passato, come stanno dimostrando le scoperte di questi anni, è fondamentale che la tutela dei Beni Culturali e la Legalità procedano di pari passo”.
Gli ultimi reperti sono stati rinvenuti lungo le pareti di quella che doveva essere un'area destinata ai servi, nei pressi di una strada moderna che corre lungo la Villa, fino a pochi giorni fa attraversata dal traffico. L’arteria è adesso chiusa per consentire l’indagine delle strutture antiche al di sotto della carreggiata, ma anche perché l'estesa rete di cunicoli realizzati dai tombaroli ha finito per minare il terreno, rendendo necessaria una tempestiva messa in sicurezza della zona.
La stanza degli schiavi rinvenuta nella Villa di Civita Giuliana | Courtesy Parco archeologico di Pompei
“Queste scoperte - sottolinea il direttore del Parco, Gabriel Zuchtriegel - confermano l’importanza di ampliare ancora l’area di scavo. Lavoriamo affinché il sito di Civita Giuliana possa entrare a pieno titolo nei circuiti di visita del sistema Pompei, come anche le ville di Boscoreale, Oplontis-Torre Annunziata e Castellamare di Stabia. Sotto i nostri piedi possiamo immaginare i cunicoli dei clandestini che hanno scavato e sistematicamente saccheggiato questa grande villa di epoca romana. Vediamo in mezzo conservati quasi miracolosamente oggetti che sono ancora nella loro posizione originale, rovesciati evidentemente su una piccola mensola al momento dell’eruzione e rimasti così per quasi duemila anni”.
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