“Le affinità immaginate”, a Nuoro fino al 16 giugno
Una grande mostra per i 25 anni del MAN. Parla la direttrice Chiara Gatti
Le affinità immaginate. Opere dalla collezione del MAN I Courtesy MAN - Museo d'Arte Provincia di Nuoro
Francesca Grego
05/04/2024
Nuoro - Venticinque anni fa nasceva la collezione del MAN di Nuoro: un osservatorio privilegiato sull’arte in Sardegna, ma anche una lente per guardare sotto una luce nuova agli sviluppi dell’arte italiana e internazionale nel corso del Novecento. Non sono pochi i grandi artisti che hanno incrociato l’isola sul proprio cammino. E così la collezione del museo diventa lo specchio di incontri, ricerche, intuizioni che hanno segnato l’arte del XX secolo partendo proprio dalla Sardegna, una terra affascinante e forse poco frequentata dagli studi maggioritari, ma decisamente meno periferica di quanto si potrebbe immaginare.
Fino al prossimo 16 giugno, a raccontare questa storia attraverso 100 capolavori scelti del MAN sarà la mostra Le affinità immaginate, pensata per festeggiare il primo quarto di secolo del museo nuorese: un viaggio tra associazioni imprevedibili e cortocircuiti illuminanti, che spazia da Mario Sironi - presente con una bellissima Madre del periodo divisionista - a Costantino Nivola, scelto dal curatore della prossima Biennale di Venezia Adriano Pedrosa per la sua mostra dedicata agli esuli; da Maria Lai, l’artista sarda più famosa nel mondo, a una signora della fotografia come Lisetta Carmi; da Jorge Eielson, di cui quest’anno si celebra il centenario, a Guido Strazza, che ha recentemente donato al museo sardo tre opere monumentali.
“Si tratta di un dipinto e due incisioni di dimensioni davvero notevoli”, rivela la direttrice del MAN Chiara Gatti, curatrice della mostra insieme a Rita Moro: “Le incisioni, in particolare, sono impressionanti perché nascono da lastre davvero enormi: Strazza ha utilizzato il torchio in tutta la sua lunghezza, rivelando una capacità di gestire il segno straordinaria. Nell’allestimento le opere di Strazza dialogano con altri pezzi della collezione permanente sulla base di ‘affinità immaginate’ con i maestri sardi. Un contesto in cui Strazza si inserisce perfettamente, in quanto anche lui sardo di origine e con importanti trascorsi sull’isola”.
Le affinità immaginate. Opere dalla collezione del MAN I Courtesy MAN - Museo d'Arte Provincia di Nuoro
Quali fili legano insieme le opere in mostra?
“La mostra rilegge la collezione permanente del MAN creando nuovi intrecci tra le opere. Anziché seguire un criterio cronologico, abbatte le barriere spazio-temporali per mettere in luce le relazioni tra epoche diverse, tra passato e presente. A dare forma al percorso sono ‘accoppiamenti giudiziosi’ basati su forme, linguaggi e soluzioni compositive affini”.
È il caso del dialogo tutto al femminile che attraversa il tempo per mettere in comunicazione la fotografa Lisetta Carmi con Wanda Nazzari, “madre nobile dell’arte astratta nella Sardegna del secondo dopoguerra”. Incise come cortecce d’albero, le spesse e materiche carte di cotone della Nazzari si specchiano in un’immagine della Carmi, la pietra di una grande domus de janas, una delle numerose tombe preistoriche che punteggiano il paesaggio della Sardegna. “Entrambe lavorano sul tema della materia”, racconta Gatti: “Lisetta attraverso la fotografia, Wanda manipolando la carta di cotone, con effetti formali ed espressivi diversi: rocce che sembrano di carta e carte che sembrano roccia”.
“È davvero interessante notare come artisti di estrazione diversa siano giunti agli stessi risultati”, osserva la direttrice del MAN: “Spesso, inoltre, la mostra diventa il racconto di sintonie di vita, di esperienze condivise, capitoli di storia dell’arte che questi artisti hanno attraversato e abitato, tutti insieme appassionatamente, proprio in Sardegna”.
Le affinità immaginate. Opere dalla collezione del MAN I Courtesy MAN - Museo d'Arte Provincia di Nuoro
Nel caso di Strazza, quali sono le relazioni messe in luce?
“La tela del Grande Blu (2009), recentemente esposta nell’antologica dedicata a Strazza dalla GNAM di Roma, dialoga con le opere di due maestre dell’arte sarda: Rosanna Rossi, importante astrattista del secondo Novecento, e Maria Lai, grande amica di Strazza. Per vent’anni Guido Strazza e Maria Lai hanno lavorato insieme a Cardedu, firmando molte opere a quattro mani. In mostra il blu della tela di Strazza incontra il blu della prima Tela cucita di Maria Lai, del 1976. Lo stesso colore caratterizza le geometrie astratte di Rosanna Rossi, larghe fasce dipinte in punta di pennello, che si distinguono per il minimalismo assoluto e una notevole raffinatezza”.
“La monumentale acquaforte degli anni Settanta Trama quadrangolare, invece, entra invece in relazione con opere di Giovanni Campus e Paolo Cavinato. A legare tutti questi lavori sono i temi del segno inciso, del graffio, della trama, della scacchiera, presenti in molti pezzi della nostra collezione”.
Fino al prossimo 16 giugno, a raccontare questa storia attraverso 100 capolavori scelti del MAN sarà la mostra Le affinità immaginate, pensata per festeggiare il primo quarto di secolo del museo nuorese: un viaggio tra associazioni imprevedibili e cortocircuiti illuminanti, che spazia da Mario Sironi - presente con una bellissima Madre del periodo divisionista - a Costantino Nivola, scelto dal curatore della prossima Biennale di Venezia Adriano Pedrosa per la sua mostra dedicata agli esuli; da Maria Lai, l’artista sarda più famosa nel mondo, a una signora della fotografia come Lisetta Carmi; da Jorge Eielson, di cui quest’anno si celebra il centenario, a Guido Strazza, che ha recentemente donato al museo sardo tre opere monumentali.
“Si tratta di un dipinto e due incisioni di dimensioni davvero notevoli”, rivela la direttrice del MAN Chiara Gatti, curatrice della mostra insieme a Rita Moro: “Le incisioni, in particolare, sono impressionanti perché nascono da lastre davvero enormi: Strazza ha utilizzato il torchio in tutta la sua lunghezza, rivelando una capacità di gestire il segno straordinaria. Nell’allestimento le opere di Strazza dialogano con altri pezzi della collezione permanente sulla base di ‘affinità immaginate’ con i maestri sardi. Un contesto in cui Strazza si inserisce perfettamente, in quanto anche lui sardo di origine e con importanti trascorsi sull’isola”.
Le affinità immaginate. Opere dalla collezione del MAN I Courtesy MAN - Museo d'Arte Provincia di Nuoro
Quali fili legano insieme le opere in mostra?
“La mostra rilegge la collezione permanente del MAN creando nuovi intrecci tra le opere. Anziché seguire un criterio cronologico, abbatte le barriere spazio-temporali per mettere in luce le relazioni tra epoche diverse, tra passato e presente. A dare forma al percorso sono ‘accoppiamenti giudiziosi’ basati su forme, linguaggi e soluzioni compositive affini”.
È il caso del dialogo tutto al femminile che attraversa il tempo per mettere in comunicazione la fotografa Lisetta Carmi con Wanda Nazzari, “madre nobile dell’arte astratta nella Sardegna del secondo dopoguerra”. Incise come cortecce d’albero, le spesse e materiche carte di cotone della Nazzari si specchiano in un’immagine della Carmi, la pietra di una grande domus de janas, una delle numerose tombe preistoriche che punteggiano il paesaggio della Sardegna. “Entrambe lavorano sul tema della materia”, racconta Gatti: “Lisetta attraverso la fotografia, Wanda manipolando la carta di cotone, con effetti formali ed espressivi diversi: rocce che sembrano di carta e carte che sembrano roccia”.
“È davvero interessante notare come artisti di estrazione diversa siano giunti agli stessi risultati”, osserva la direttrice del MAN: “Spesso, inoltre, la mostra diventa il racconto di sintonie di vita, di esperienze condivise, capitoli di storia dell’arte che questi artisti hanno attraversato e abitato, tutti insieme appassionatamente, proprio in Sardegna”.
Le affinità immaginate. Opere dalla collezione del MAN I Courtesy MAN - Museo d'Arte Provincia di Nuoro
Nel caso di Strazza, quali sono le relazioni messe in luce?
“La tela del Grande Blu (2009), recentemente esposta nell’antologica dedicata a Strazza dalla GNAM di Roma, dialoga con le opere di due maestre dell’arte sarda: Rosanna Rossi, importante astrattista del secondo Novecento, e Maria Lai, grande amica di Strazza. Per vent’anni Guido Strazza e Maria Lai hanno lavorato insieme a Cardedu, firmando molte opere a quattro mani. In mostra il blu della tela di Strazza incontra il blu della prima Tela cucita di Maria Lai, del 1976. Lo stesso colore caratterizza le geometrie astratte di Rosanna Rossi, larghe fasce dipinte in punta di pennello, che si distinguono per il minimalismo assoluto e una notevole raffinatezza”.
“La monumentale acquaforte degli anni Settanta Trama quadrangolare, invece, entra invece in relazione con opere di Giovanni Campus e Paolo Cavinato. A legare tutti questi lavori sono i temi del segno inciso, del graffio, della trama, della scacchiera, presenti in molti pezzi della nostra collezione”.
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