Alla Pinacoteca di Villa Zito dal 24 febbraio al 19 maggio
A Palermo l'estasi di santa Rosalia nell'arte, da van Dyck a Mattia Preti
Anton van Dyck, Santa Rosalia, 1625, Madrid, Museo del Prado
Samantha De Martin
23/02/2024
Palermo - C’è l’esemplare del volume a stampa del 1629, ritrovamento eccezionale, con incisioni su disegni di Antoon Van Dyck realizzate dal fiammingo Philips de Mallery di Anversa. E ci sono i capolavori di Mattia Preti, Pietro Novelli, Luca Giordano che ritraggono Rosalia, la Santuzza per i palermitani, in estasi.
La patrona della città che, secondo la tradizione, avrebbe salvato Palermo dalla peste del 1625, si declina nel capoluogo siciliano attraverso i pennelli dei grandi maestri.
Alla Pinacoteca di Villa Zito, una mostra in programma dal 24 febbraio al 19 maggio rende omaggio al culto della santa mettendo in luce l'irradiarsi della sua figura da Palermo in tutta l’Europa, grazie soprattutto a figure come Antoon Van Dyck. L’artista fiammingo, tra il 1624 e il 1625 soggiornò in città, nella fase più acuta dell’epidemia di peste, assistendo all’affermazione del culto di Rosalia e alla nascita dell’iconografia della Santa. Come spiega Maria Concetta Di Natale, curatrice della mostra, “Il maestro contribuì a renderle omaggio attraverso un nucleo di dipinti di analogo soggetto verosimilmente commissionatogli dalla nobiltà palermitana dell’epoca e oggi esposti nei musei e nelle collezioni di tutto il mondo”.
Mattia Preti, Santa Rosalia, 1677-1678, 160 x 260 cm, Malta, Chiesa dell’Immacolata Concezione di Sarria, Floriana
Accanto al raro esemplare della raccolta di incisioni realizzate nel 1629 da Philips de Mallery su disegni di Antoon Van Dyck, S. Rosaliae Virginis Panormitanae Pestis Patronæ iconibus expressa, individuato da Maria Concetta Di Natale e Sergio Intorre nel fondo antico della Biblioteca della Fondazione Sicilia durante le ricerche scientifiche propedeutiche al progetto espositivo, il percorso abbraccerà altri lavori. Il pubblico avrà l’opportunità di sfogliare capolavori della storia dell’arte moderna europea dedicati alla rappresentazione della patrona di Palermo, provenienti dal Museo del Prado e dalla Real Academia des Bellas Artes de San Fernando di Madrid, dall’Archivio Diocesano dell’Arcidiocesi di Malta, dal Museo Diocesano di Palermo, dal Palazzo Reale di Palermo - Fondazione Federico II.
“Siamo entusiasti di presentare una mostra che celebra la figura di Santa Rosalia, Patrona di Palermo, attraverso opere d’arte di inestimabile valore storico e artistico provenienti da prestigiosi musei e istituzioni europee e siciliane - dichiara Raffaele Bonsignore, presidente della Fondazione Sicilia -. Inoltre, l’eccezionale ritrovamento dell’esemplare del volume a stampa del 1629, con incisioni su disegni di Antoon Van Dyck realizzate da Philips de Mallery nel fondo di libri antichi custodito nella Biblioteca di Palazzo Branciforte, rappresenta un importante arricchimento alla nostra comprensione dell’iconografia di Santa Rosalia e testimonia l'impegno della Fondazione Sicilia nella ricerca e nella valorizzazione del patrimonio culturale siciliano”.
Luca Giordano, Santa Rosalia, 1697, Olio su tela, 64 x 81 cm, Madrid, Museo del Prado
I dipinti mostrano la grande vitalità iconografica dedicata alla Santa a partire dal 1624. La convergenza di stili e sensibilità in queste opere offre una prospettiva articolata sulla spiritualità barocca e sulla varietà delle espressioni artistiche che ne sono scaturite. L’opera di van Dyck a Palermo, proseguita ad Anversa, come dimostrano le incisioni del 1629 ispirate a quelle pubblicate da Cascini nel 1627, modifica la tradizione iconografica locale, proponendo un modello al quale si riconducono, tra le altre, le successive rappresentazioni di Pietro Novelli (il cui dipinto ritorna a Palermo per l’occasione), Mattia Preti e Luca Giordano.
L’iconografia di Santa Rosalia, nelle letture degli artisti siciliani ed europei, è rappresentata in mostra anche attraverso l’esposizione di volumi stampati in Italia e in Europa tra il XVII e il XVIII secolo, accompagnati da incisioni realizzate su disegni di artisti dell'epoca.
La patrona della città che, secondo la tradizione, avrebbe salvato Palermo dalla peste del 1625, si declina nel capoluogo siciliano attraverso i pennelli dei grandi maestri.
Alla Pinacoteca di Villa Zito, una mostra in programma dal 24 febbraio al 19 maggio rende omaggio al culto della santa mettendo in luce l'irradiarsi della sua figura da Palermo in tutta l’Europa, grazie soprattutto a figure come Antoon Van Dyck. L’artista fiammingo, tra il 1624 e il 1625 soggiornò in città, nella fase più acuta dell’epidemia di peste, assistendo all’affermazione del culto di Rosalia e alla nascita dell’iconografia della Santa. Come spiega Maria Concetta Di Natale, curatrice della mostra, “Il maestro contribuì a renderle omaggio attraverso un nucleo di dipinti di analogo soggetto verosimilmente commissionatogli dalla nobiltà palermitana dell’epoca e oggi esposti nei musei e nelle collezioni di tutto il mondo”.
Mattia Preti, Santa Rosalia, 1677-1678, 160 x 260 cm, Malta, Chiesa dell’Immacolata Concezione di Sarria, Floriana
Accanto al raro esemplare della raccolta di incisioni realizzate nel 1629 da Philips de Mallery su disegni di Antoon Van Dyck, S. Rosaliae Virginis Panormitanae Pestis Patronæ iconibus expressa, individuato da Maria Concetta Di Natale e Sergio Intorre nel fondo antico della Biblioteca della Fondazione Sicilia durante le ricerche scientifiche propedeutiche al progetto espositivo, il percorso abbraccerà altri lavori. Il pubblico avrà l’opportunità di sfogliare capolavori della storia dell’arte moderna europea dedicati alla rappresentazione della patrona di Palermo, provenienti dal Museo del Prado e dalla Real Academia des Bellas Artes de San Fernando di Madrid, dall’Archivio Diocesano dell’Arcidiocesi di Malta, dal Museo Diocesano di Palermo, dal Palazzo Reale di Palermo - Fondazione Federico II.
“Siamo entusiasti di presentare una mostra che celebra la figura di Santa Rosalia, Patrona di Palermo, attraverso opere d’arte di inestimabile valore storico e artistico provenienti da prestigiosi musei e istituzioni europee e siciliane - dichiara Raffaele Bonsignore, presidente della Fondazione Sicilia -. Inoltre, l’eccezionale ritrovamento dell’esemplare del volume a stampa del 1629, con incisioni su disegni di Antoon Van Dyck realizzate da Philips de Mallery nel fondo di libri antichi custodito nella Biblioteca di Palazzo Branciforte, rappresenta un importante arricchimento alla nostra comprensione dell’iconografia di Santa Rosalia e testimonia l'impegno della Fondazione Sicilia nella ricerca e nella valorizzazione del patrimonio culturale siciliano”.
Luca Giordano, Santa Rosalia, 1697, Olio su tela, 64 x 81 cm, Madrid, Museo del Prado
I dipinti mostrano la grande vitalità iconografica dedicata alla Santa a partire dal 1624. La convergenza di stili e sensibilità in queste opere offre una prospettiva articolata sulla spiritualità barocca e sulla varietà delle espressioni artistiche che ne sono scaturite. L’opera di van Dyck a Palermo, proseguita ad Anversa, come dimostrano le incisioni del 1629 ispirate a quelle pubblicate da Cascini nel 1627, modifica la tradizione iconografica locale, proponendo un modello al quale si riconducono, tra le altre, le successive rappresentazioni di Pietro Novelli (il cui dipinto ritorna a Palermo per l’occasione), Mattia Preti e Luca Giordano.
L’iconografia di Santa Rosalia, nelle letture degli artisti siciliani ed europei, è rappresentata in mostra anche attraverso l’esposizione di volumi stampati in Italia e in Europa tra il XVII e il XVIII secolo, accompagnati da incisioni realizzate su disegni di artisti dell'epoca.
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