Dal 6 luglio a Perugia
Canova in Umbria, una storia da riscoprire
Antonio Canova, La danza dei figli di Alcinoo. Fondazione MUSA - Museo dell'Accademia di Belle Arti "Pietro Vannucci", Perugia
Francesca Grego
27/06/2022
Perugia - “Formano catena e collezione”, spiegava nel 1810 Antonio Canova a Napoleone nel tentativo di dissuaderlo dal portarsi via dall’Italia altri capolavori, sottolineando l’importanza del legame che si instaura tra le opere d’arte e la loro casa. Ma come mai un significativo nucleo di gessi canoviani si trova in Umbria? Fu proprio lo scultore a donarli all’Accademia di Belle Arti “Pietro Vannucci” di Perugia, con la quale intrattenne rapporti molto stretti. Lo scopriremo dal 6 luglio al 1° novembre nella mostra Al tempo di Canova. Un itinerario umbro, con oltre 100 opere scelte per raccontare il maestro e la sua epoca nel bicentenario della scomparsa.
Antonio Canova, Le Tre Grazie, Fondazione Accademia di Belle Arti "Pietro Vannucci", Perugia
In primo piano, naturalmente, ci sono i gessi perugini, con le iconiche Tre Grazie e il bassorilievo La danza dei figli di Alcinoo. La vera sorpresa tuttavia arriva dalle opere lasciate all’Accademia da Giovanni Battista Sartori, fratellastro di Canova, con la colossale Testa di cavallo. Nata come modello per il monumento equestre a Ferdinando I di Borbone – tra le ultime opere dell’artista – la scultura sarà esposta in un inedito confronto con il calco della testa del cavallo del Marco Aurelio, fatto eseguire da Canova proprio in quella occasione.
Antonio Bini, Interno della chiesa di San Pietro a Perugia, 1820-1821. Foligno, Galleria Bompadre
A cura di Stefania Petrillo, il percorso della mostra si snoderà tra il MUSA – Museo dell’Accademia di Belle Arti, e Palazzo Baldeschi al Corso, portando alla luce il mondo che orbitava intorno ai “Canova umbri”: la passione per l’antico, le sublimi invenzioni classico-moderne, l’influenza potentissima esercitata su posteri e contemporanei.
Scultore attivo a Carrara per la Banca Elisiana, Ritratto di Letizia Ramolino Bonaparte (da Canova), 1808-1811. Collezione privata
Sette sezioni tematiche – L’Umbria pontificia, La stagione napoleonica, Il paesaggio, Canova e l’Accademia di Belle Arti di Perugia, Un’altra linea di bello: verso il Purismo, Le incisioni, L’eredità di Canova – e numerosi artisti ospiti scandiscono il racconto, con piccole e grandi “stazioni di posta” organizzate attorno a opere e protagonisti della stagione neoclassica. Al cuore del viaggio, i legami profondi del maestro con l’Umbria, dove fu proprietario di un palazzo a San Gemini con vasti possedimenti e dove intrecciò importanti relazioni con intellettuali e mecenati, in una comune visione dell’arte come educazione ai più alti valori estetici e civili.
Abraham Louis Rodolphe Ducros, Il Ponte di Augusto a Narni, 1780-85. Roma, Galleria W. Apolloni
Antonio Canova, Le Tre Grazie, Fondazione Accademia di Belle Arti "Pietro Vannucci", Perugia
In primo piano, naturalmente, ci sono i gessi perugini, con le iconiche Tre Grazie e il bassorilievo La danza dei figli di Alcinoo. La vera sorpresa tuttavia arriva dalle opere lasciate all’Accademia da Giovanni Battista Sartori, fratellastro di Canova, con la colossale Testa di cavallo. Nata come modello per il monumento equestre a Ferdinando I di Borbone – tra le ultime opere dell’artista – la scultura sarà esposta in un inedito confronto con il calco della testa del cavallo del Marco Aurelio, fatto eseguire da Canova proprio in quella occasione.
Antonio Bini, Interno della chiesa di San Pietro a Perugia, 1820-1821. Foligno, Galleria Bompadre
A cura di Stefania Petrillo, il percorso della mostra si snoderà tra il MUSA – Museo dell’Accademia di Belle Arti, e Palazzo Baldeschi al Corso, portando alla luce il mondo che orbitava intorno ai “Canova umbri”: la passione per l’antico, le sublimi invenzioni classico-moderne, l’influenza potentissima esercitata su posteri e contemporanei.
Scultore attivo a Carrara per la Banca Elisiana, Ritratto di Letizia Ramolino Bonaparte (da Canova), 1808-1811. Collezione privata
Sette sezioni tematiche – L’Umbria pontificia, La stagione napoleonica, Il paesaggio, Canova e l’Accademia di Belle Arti di Perugia, Un’altra linea di bello: verso il Purismo, Le incisioni, L’eredità di Canova – e numerosi artisti ospiti scandiscono il racconto, con piccole e grandi “stazioni di posta” organizzate attorno a opere e protagonisti della stagione neoclassica. Al cuore del viaggio, i legami profondi del maestro con l’Umbria, dove fu proprietario di un palazzo a San Gemini con vasti possedimenti e dove intrecciò importanti relazioni con intellettuali e mecenati, in una comune visione dell’arte come educazione ai più alti valori estetici e civili.
Abraham Louis Rodolphe Ducros, Il Ponte di Augusto a Narni, 1780-85. Roma, Galleria W. Apolloni
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