A Reggio Emilia dal 26 aprile al 29 giugno

“La natura ama nascondersi”. Al via Fotografia Europea 2024

Arko Datto | Arko Datto, Boats bedecked with lights returning from a pilgrimage wait in the shoals for the tide to return so that they can head back home to their village, 2019
 

Francesca Grego

24/04/2024

Reggio Emilia - Tutto è pronto per la XIX edizione di Fotografia Europea, un  appuntamento ormai imperdibile per gli appassionati dell’arte dell’obiettivo e non solo. Dal 26 aprile al 29 giugno 2024 una ricca offerta di mostre porterà a Reggio Emilia le tendenze più interessanti della fotografia internazionale contemporanea, tra maestri riconosciuti, talenti emergenti e stimolanti progetti tematici diffusi in tutta la città. Alle esposizioni ufficiali si affiancherà un nutrito circuito off, nonché presentazioni di libri, incontri con gli artisti e il festival Fotofonia. Urban Souls, dedicato alla musica contemporanea nelle serate del 26, 27 e 28 aprile. 


Pierre Zandrowicz, Cinema of elements, 2023 © Pierre Zandrowicz

La natura ama nascondersi è il titolo scelto per Fotografia Europea 2024 dai direttori artistici Tim Clark (editor di 100 Words), Walter Guadagnini (direttore di Camera e storico della fotografia) e Luce Lebart (ricercatrice e curatrice Archive of Modern Conflict). Citando un celebre frammento di Eraclito, ci ricorda come la natura celi il proprio sapere ai nostri sensi e riveli la sua potenza in modi talvolta distruttivi, talvolta delicati. Essere e divenire, umanità e ambiente, occultamento e scoperta si compenetrano in un repertorio di immagini vasto e sfaccettato, che prende corpo nei diversi progetti del festival. Ecco le mostre da tenere d’occhio.


Susan Meiselas, USA. South Carolina, 1974 © Susan Meiselas/Magnum Photos

La storica sede di Palazzo Magnani ospiterà la prima retrospettiva in Italia della fotografa americana Susan Meiselas, che si è fatta conoscere nel mondo per il suo lavoro delle aree di conflitto dell’America Centrale. La mostra Mediations raccoglie una selezione di opere realizzate dagli anni Settanta a oggi (reportage, installazioni, libri, film), evidenziando il carattere sperimentale ed esplorativo di una fotografia che spazia dalla dimensione personale alla geopolitica mettendosi continuamente in discussione.


Markos Kay, Oli flower, 2022 © Markos Kay

Ben dieci mostre attendono i visitatori presso i cinquecenteschi Chiostri di San Pietro, alle porte del centro storico reggiano. La prima è Sky Album. 150 years of capturing clouds, un viaggio nella fascinazione dei fotografi per l’infinita mutevolezza delle nuvole, dal francese Gustave Le Gray all’italiano Mario Giacomelli o all’americano Edward Steichen, con due installazioni inedite della finlandese Anna Ninskanen e del britannnico Kalev Erikson. Gli impressionanti effetti nel cambiamento climatico nel delta del Belgala, l’impatto a lungo termine della tempesta Vaia nel Nord Est dell’Italia, la vita delle popolazioni indigene della Yacutia, la lotta dei giardinieri francesi contro l’abbattimento di 4 mila metri quadri di verde per far posto a nuove costruzioni in vista dei Giochi Olimpici di Parigi del 2024 sono alcuni temi indagati nel vasto spazio espositivo dei Chiostri. 


Luigi Ghirri, Bologna,1987 © ARCHIVIO EREDI LUIGI GHIRRI

Per la XIX edizione di Fotografia Europea riapre la splendida Villa Zironi, gioiello di architettura Liberty che ospita la mostra Radici di Silvia Infranco con opere su carta e su tavola, libri d’artista, sculture e polaroid, mentre a Palazzo dei Musei i notturni del maestro Luigi Ghirri sono il punto di partenza per le riflessioni di nove fotografi contemporanei (Mario Airò, Paola Di Bello, Paola De Pietri, Gregory Crewdson, Stefano Graziani, Franco Guerzoni, Armin Linke, Amedeo Martegani, Awoiska van der Molen) sul rapporto tra buio e luce nel progetto Zone di passaggio .  

Tra le mostre collaterali organizzate nelle più importanti istituzioni culturali cittadine spiccano infine New Theaters of the Real, che presso lo Spazio Gerra esplora le prospettive aperte dalla collaborazione con l’intelligenza artificiale, e Disintegrata di Silvia Rosi, concepita appositamente per la Collezione Maramotti, lo spazio di Max Mara dedicato all’arte nella vecchia fabbrica del brand. 


Antti_Karppinen, The Great Freeze, 2023 © Antti_Karppinen

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