Un tour alla ricerca del Grande Maestro del cinema italiano

Immaginando Fellini a Rimini

La locandina disegnata da John Alcorn nel 1973 per il film di Federico Fellini "Amarcord" (1973).
 

a cura di Valica

01/02/2016

Rimini - Rimini e Federico Fellini hanno uno strano rapporto. Un legame d’amore e odio che è cominciato quando il regista era ancora in vita (Fellini in città ci tornava poco volentieri) e che si è intensificato dopo la sua morte, quando le varie amministrazioni comunali si sono accusate tra di loro di non prendersi cura del suo cittadino più illustre.
 
La cronaca ha regalato le sue chicche, soprattutto negli ultimi anni, con la Fondazione Fellini (che gestiva tutte le opere lasciate dal riminese) fallita e messa in liquidazione e il Comune di Rimini che si è preso l’incarico di acquisire il patrimonio, ma soprattutto di mantenerlo, gestirlo e renderlo - in qualche modo - fruibile alla città.
Adesso, dopo anni di lavori, sembra in dirittura d’arrivo la realizzazione della Casa del Cinema, frutto della ristrutturazione del Cinema Fulgor, il cinema dove Federico vide il suo primo film (seduto sulle ginocchia del padre) e che dovrebbe ospitare un museo oltre che un vero e proprio Centro Studi.
Per arricchire di materiali il Centro Studi, a inizio 2016 è stato siglato un importante accordo tra Il Comune di Rimini e la Rai, per lutilizzo dei materiali fellinianiconservati nelle preziose Teche. Si parla già della presenza di un’intervista di Sergio Zavoli a George Simenon sul set di 8 ½; e di Roberto Benigni che racconta il progetto di un Pinocchio felliniano mai realizzato. Secondo l’accordo questi materiali, oltre ad essere utilizzati per fini di studio, potranno essere divulgati al pubblico attraverso supporti digitali.
 
Ma nonostante tutto, nonostante gli scivoloni e i sollevamenti da terra, cosa resta a Rimini di Federico Fellini? Chi ha visto i film di Fellini sa che dentro alle sue pellicole Rimini non è solo un contesto dove si muovono i personaggi ma è essa stessa co-protagonista delle storie raccontate. Non potrebbero esserci I Vitelloni senza le tedesche che affollano le spiagge di Rimini; non potrebbe esserci Amarcord senza il famoso nevone, ma soprattutto senza quei personaggi che sono “anime riminesi”: la tabaccaia e la Gradisca, solo per citarne alcuni.
 
La città è ancora tutta qui, un po’ uguale e un po’ diversa da quella ripresa dal regista.
Un po’ uguale per la presenza del Grand Hotel, per piazza Cavour e per la fontana della Pigna, per la palata del porto e per Corso dAugusto, cuore del centro storico cittadino. Un po’ diversa perché a Rimini Fellini non girò nemmeno un metro di pellicola, preferendo alla realtà la ricostruzione a Cinecittà. 
 
Adesso è in atto una politica di valorizzazione di Federico Fellini, che ha visto nel FelliniAnno (2013) un buon punto di partenza. Tante proiezioni, mostre ed eventi culturali hanno fatto breccia nel cuore di riminesi e non. Oggi non c’è turista che - venendo a Rimini - non chieda di visitare i luoghi di Federico Fellini.

Chi vuole organizzare il FelliniTour
- può orientarsi grazie ai contenuti prodotti dall’ente turistico della Provincia di Rimini,  con tanto di mappa e tappe (http://www.riviera.rimini.it/situr/scopri-il-territorio/itinerari-e-visite/itinerari-storici-culturali/itinerario-felliniano.html).
-   può individuare un hotel comodo e vicino sul sito (http://www.info-alberghi.com/rimini.php).
- può organizzare una visita guidata sulle tracce di Federico Fellini - 333 4844496 - cristiansavioli@libero.it





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