Dal 29 settembre 2016 al 19 febbraio 2017
All we need is LOVE
Yayoi Kusama, All the Eternal Love I Have for the Pumpkins, 2016, Legno, specchio, plastica, acrilico, LED, 415x415x292.4 cm, Edizione di 3 prove più 1 dell'artista | Courtesy: Kusama Enterprise, Ota Fine Arts, Tokyo / Singapore and Victoria Miro, London © Yayoi Kusama | Foto: ARTE.it
Ludovica Sanfelice
30/09/2016
Roma - Per celebrare i suoi primi vent'anni di attività, il Chiostro del Bramante si fa un regalo circondandosi dell'amore in tutte le sue possibili declinazioni. LOVE, l'iconica scultura di Robert Indiana è la pietra miliare da cui si snoda un percorso espositivo che chiama a raccolta variazioni sul tema elaborate da artisti contemporanei come Tracey Emin, Gilbert & George, Vanessa Beecroft, Francesco Clemente, Marc Quinn, Joana Vasconcelos, Francesco Vezzoli, Yaoi Kusama, Tom Wesselmann e Andy Warhol.
Partendo dal presupposto che l'arte è prima di tutto una dichiarazione d'amore, e raccontare l'amore non è compito dell'arte, se l'opera Love appare come una scelta tutto sommato prevedibile, la mostra ha il merito di usarla come specchietto per introdurre il pubblico in uno spazio capace di attirare a sè diversi linguaggi, dalla pittura alla scultura, dall'installazione al video adottando prospettive e tagli originali.
La mostra stessa sembra ideata dal curatore Danilo Eccher per instaurare con lo spettatore una "relazione sentimentale" che lo faccia sentire fruitore, sì, ma anche protagonista e promotore. Per stabilire le basi di un'esperienza di visita più matura occorre in fondo aprire il proprio cuore, in questo caso consentendo al pubblico di fotografare liberamente le opere esposte. Un'altra prova? Disporsi all'ascolto delle esigenze del "partner", magari permettendogli di scegliere la propria voce guida tra cinque possibili audio-accompagnatori.
Vedi anche:
• LOVE. L’arte contemporanea incontra l’amore
• FOTO: LOVE / ROMA / AMOR
• Guida d'arte di Roma
Partendo dal presupposto che l'arte è prima di tutto una dichiarazione d'amore, e raccontare l'amore non è compito dell'arte, se l'opera Love appare come una scelta tutto sommato prevedibile, la mostra ha il merito di usarla come specchietto per introdurre il pubblico in uno spazio capace di attirare a sè diversi linguaggi, dalla pittura alla scultura, dall'installazione al video adottando prospettive e tagli originali.
La mostra stessa sembra ideata dal curatore Danilo Eccher per instaurare con lo spettatore una "relazione sentimentale" che lo faccia sentire fruitore, sì, ma anche protagonista e promotore. Per stabilire le basi di un'esperienza di visita più matura occorre in fondo aprire il proprio cuore, in questo caso consentendo al pubblico di fotografare liberamente le opere esposte. Un'altra prova? Disporsi all'ascolto delle esigenze del "partner", magari permettendogli di scegliere la propria voce guida tra cinque possibili audio-accompagnatori.
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