A Roma fino al 28 aprile
Lo sguardo del tempo. Il Foro romano in età moderna si racconta in una mostra
Lo Sguardo del tempo, Allestimento, Parco archeologico del Colosseo | Foto: © Simona Murrone
Samantha De Martin
22/11/2023
Roma - Il cuore antico dell’Urbe, sostituito per circa quattro secoli da un paesaggio semi-rurale popolato da pascoli, continua a battere in una mostra allestita al Tempio di Romolo, nella suggestiva cornice del Parco archeologico del Colosseo.
Piccola, ma preziosa nel ricostruire, in un allestimento chiaro ed esaustivo l’aspetto del Foro Romano dal 1500 alla metà del Novecento, quando gli scavi hanno restituito l’immagine che tutti conosciamo, la mostra Lo sguardo del Tempo. Il Foro Romano in età Moderna, in corso fino al 28 aprile, descrive l’epoca in cui questo spazio, un tempo cuore pulsante della vita cittadina, si riduce a quartiere periferico della Roma papale.
Eppure durante il Grand Tour il Foro non smette di essere, per viaggiatori ed eruditi di tutta Europa, uno dei luoghi più amati e celebrati della cultura internazionale, tappa obbligata durante il soggiorno romano, come provano le testimonianze iconografiche riproposte, in copia o in digitale, disegni, stampe, quadri, fotografie, cartoline dell’epoca, strumenti scientifici prestati anche da privati e collezionisti.
Lo Sguardo del tempo, Allestimento, Parco archeologico del Colosseo | Foto: © Simona Murrone
Penne, matite da viaggio degli inizi del XX secolo, manifatture romane con veduta del Foro, un ventaglio con raffigurata Villa Albani della seconda metà del XVIII secolo sono solo alcuni testimoni silenziosi di un tempo in cui questo spazio marginale semi-rurale ha accolto conventi, vigne, stalle, e attività, prima tra tutte quella dei marmorari, messe in ombra dalle rovine.
“L’idea di questo nuovo allestimento temporaneo - spiega Alfonsina Russo, direttore del Parco archeologico del Colosseo - nasce dalla volontà di potenziare e allargare la nostra capacità di raccontare ai visitatori i tanti valori culturali ancora inespressi del Parco. Il Foro Romano è stato forse il luogo e il paesaggio più rappresentato e amato della storia europea, ed è un luogo che appartiene di diritto a tutta l’umanità. Questa mostra è pensata non solo per i turisti, ma anche per i cittadini di Roma, affinché entrino in contatto con le trasformazioni storiche del parco. Per il 2025 stiamo lavorando per estendere questo racconto anche al Novecento”.
Lo Sguardo del tempo, Allestimento, Parco archeologico del Colosseo | Foto: © Simona Murrone
Proponendosi come introduzione storica alla vera e propria visita archeologica al Foro, il percorso a cura di Roberta Alteri e Alessio De Cristofaro si concentra su alcuni temi nodali: la riscoperta dell’Antico nel Rinascimento, l’uso del Foro come cava di materiali per la Roma moderna, il Foro come paesaggio classico ideale e come spazio rurale (Campo Vaccino), il Grand Tour e l’interesse degli eruditi, i primi studi scientifici e i progetti di sistemazione dell’area, l’uso civico e politico dello spazio durante l’età dei nazionalismi e nella contemporanea civiltà di massa.
Se nel Cinquecento Foro e il Palatino sono occupati da alcune chiese di origine tardo antica e medievale, caseggiati e misere abitazioni, nel Seicento assumerà l’aspetto di un paesaggio unico al mondo con i celebri Horti Farnesiani. Nel Settecento, i viaggiatori del Grand Tour visitano quest’area alla ricerca di un contatto diretto con gli antichi, mentre un secolo dopo prenderà avvio un grande progetto di espropri per tutelare il luogo. Sarà l’inizio di una grande opera di valorizzazione che porterà l’intera area a diventare un grande museo pubblico a cielo aperto, oggetto di riflessione politica e urbanistica.
Leggi anche:
• Lo sguardo del tempo. Il Foro romano in età moderna
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Eppure durante il Grand Tour il Foro non smette di essere, per viaggiatori ed eruditi di tutta Europa, uno dei luoghi più amati e celebrati della cultura internazionale, tappa obbligata durante il soggiorno romano, come provano le testimonianze iconografiche riproposte, in copia o in digitale, disegni, stampe, quadri, fotografie, cartoline dell’epoca, strumenti scientifici prestati anche da privati e collezionisti.
Lo Sguardo del tempo, Allestimento, Parco archeologico del Colosseo | Foto: © Simona Murrone
Penne, matite da viaggio degli inizi del XX secolo, manifatture romane con veduta del Foro, un ventaglio con raffigurata Villa Albani della seconda metà del XVIII secolo sono solo alcuni testimoni silenziosi di un tempo in cui questo spazio marginale semi-rurale ha accolto conventi, vigne, stalle, e attività, prima tra tutte quella dei marmorari, messe in ombra dalle rovine.
“L’idea di questo nuovo allestimento temporaneo - spiega Alfonsina Russo, direttore del Parco archeologico del Colosseo - nasce dalla volontà di potenziare e allargare la nostra capacità di raccontare ai visitatori i tanti valori culturali ancora inespressi del Parco. Il Foro Romano è stato forse il luogo e il paesaggio più rappresentato e amato della storia europea, ed è un luogo che appartiene di diritto a tutta l’umanità. Questa mostra è pensata non solo per i turisti, ma anche per i cittadini di Roma, affinché entrino in contatto con le trasformazioni storiche del parco. Per il 2025 stiamo lavorando per estendere questo racconto anche al Novecento”.
Lo Sguardo del tempo, Allestimento, Parco archeologico del Colosseo | Foto: © Simona Murrone
Proponendosi come introduzione storica alla vera e propria visita archeologica al Foro, il percorso a cura di Roberta Alteri e Alessio De Cristofaro si concentra su alcuni temi nodali: la riscoperta dell’Antico nel Rinascimento, l’uso del Foro come cava di materiali per la Roma moderna, il Foro come paesaggio classico ideale e come spazio rurale (Campo Vaccino), il Grand Tour e l’interesse degli eruditi, i primi studi scientifici e i progetti di sistemazione dell’area, l’uso civico e politico dello spazio durante l’età dei nazionalismi e nella contemporanea civiltà di massa.
Se nel Cinquecento Foro e il Palatino sono occupati da alcune chiese di origine tardo antica e medievale, caseggiati e misere abitazioni, nel Seicento assumerà l’aspetto di un paesaggio unico al mondo con i celebri Horti Farnesiani. Nel Settecento, i viaggiatori del Grand Tour visitano quest’area alla ricerca di un contatto diretto con gli antichi, mentre un secolo dopo prenderà avvio un grande progetto di espropri per tutelare il luogo. Sarà l’inizio di una grande opera di valorizzazione che porterà l’intera area a diventare un grande museo pubblico a cielo aperto, oggetto di riflessione politica e urbanistica.
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