Maxi sequestro: recuperata refurtiva per oltre 1 ml di euro

Mibac |
30/05/2012
Roma - Sono oltre 200 i beni in prevalenza di natura sacra rinvenuti e sequestrati a Roma dai Carabinieri del Reparto Operativo Tutela Patrimonio Culturale, nel contesto di una laboriosa attività investigativa svolta sul territorio nazionale e finalizzata a contrastare il traffico illecito di opere d’arte sottratte al patrimonio culturale ecclesiastico italiano.
L’indagine è stata svolta con metodi assolutamente “tradizionali”, iniziata qualche mese addietro con servizi di appostamento e pedinamento eseguiti presso il noto mercato domenicale di Porta Portese.
Proprio concentrando l’attenzione su alcuni venditori noti per pregresse vicende giudiziarie, i Carabinieri hanno individuato un assiduo frequentatore del mercato, acquirente di argenti sacri, libri antichi e marmi settecenteschi, questi ultimi costituenti parti di altari napoletani completamente smontati, a volte trasportati a bordo di taxi, a volte recapitati direttamente a casa dai venditori. Perquisita l’abitazione del collezionista, i militari, increduli, hanno rinvenuto e sequestrato centinaia di beni d’arte sacra collocati ovunque, che per quantità e qualità potevano far invidia ad un ricco museo diocesano.
La preziosa refurtiva, il cui valore commerciale è stato stimato in oltre 1 milione di euro, è composta in gran parte da argenti sacri costituiti da calici, crocifissi, reliquiari, ostensori, navicelle, candelabri, corone, aureole (epoca compresa tra il XVI e il XIX secolo), dipinti del XVII e XVIII sec., statue di Santi, Madonne e putti, parti di altare in marmo, libri antichi del XVII sec., libri copti del XIII, XIV e XV sec., nonché qualche reperto archeologico e marmi di età imperiale. A conclusione degli accertamenti, svolti prevalentemente tramite la Banca dati dei beni culturali illecitamente sottratti del Comando T.P.C., ma anche grazie alla collaborazione dell’Ufficio Nazionale dei Beni Culturali Ecclesiastici della C.E.I. e di alcuni Uffici Diocesani dei Beni Culturali, gli oggetti sequestrati sono stati individuati come provento di circa 40 furti consumati nell’ultimo trentennio (tra il 1977 e il 2007) in danno di Chiese, Cattedrali, Seminari Vescovili, Conventi, Collegi, biblioteche ed anche private abitazioni dislocate nelle regioni del Lazio, Abruzzo, Campania, Molise, Umbria, Toscana e Marche.
L’indagine è stata svolta con metodi assolutamente “tradizionali”, iniziata qualche mese addietro con servizi di appostamento e pedinamento eseguiti presso il noto mercato domenicale di Porta Portese.
Proprio concentrando l’attenzione su alcuni venditori noti per pregresse vicende giudiziarie, i Carabinieri hanno individuato un assiduo frequentatore del mercato, acquirente di argenti sacri, libri antichi e marmi settecenteschi, questi ultimi costituenti parti di altari napoletani completamente smontati, a volte trasportati a bordo di taxi, a volte recapitati direttamente a casa dai venditori. Perquisita l’abitazione del collezionista, i militari, increduli, hanno rinvenuto e sequestrato centinaia di beni d’arte sacra collocati ovunque, che per quantità e qualità potevano far invidia ad un ricco museo diocesano.
La preziosa refurtiva, il cui valore commerciale è stato stimato in oltre 1 milione di euro, è composta in gran parte da argenti sacri costituiti da calici, crocifissi, reliquiari, ostensori, navicelle, candelabri, corone, aureole (epoca compresa tra il XVI e il XIX secolo), dipinti del XVII e XVIII sec., statue di Santi, Madonne e putti, parti di altare in marmo, libri antichi del XVII sec., libri copti del XIII, XIV e XV sec., nonché qualche reperto archeologico e marmi di età imperiale. A conclusione degli accertamenti, svolti prevalentemente tramite la Banca dati dei beni culturali illecitamente sottratti del Comando T.P.C., ma anche grazie alla collaborazione dell’Ufficio Nazionale dei Beni Culturali Ecclesiastici della C.E.I. e di alcuni Uffici Diocesani dei Beni Culturali, gli oggetti sequestrati sono stati individuati come provento di circa 40 furti consumati nell’ultimo trentennio (tra il 1977 e il 2007) in danno di Chiese, Cattedrali, Seminari Vescovili, Conventi, Collegi, biblioteche ed anche private abitazioni dislocate nelle regioni del Lazio, Abruzzo, Campania, Molise, Umbria, Toscana e Marche.
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