Dal 28 novembre al 15 marzo
Moholy-Nagy e il Bauhaus alla GAM di Roma
La Rivoluzione della Visione - Verso la Bauhaus. Moholy-Nagy e i suoi contemporanei ungheresi. Galleria d'Arte Moderna di Roma
Francesca Grego
20/11/2019
Roma - Mentre in tutta Europa si celebrano i 100 anni dalla fondazione del Bauhaus, un grande maestro della scuola di Weimar approda a Roma per una mostra in esclusiva per l'Italia. A partire dal 28 novembre, La Rivoluzione della Visione - Verso la Bauhaus. Moholy-Nagy e i suoi contemporanei ungheresi porta alla Galleria d'Arte Moderna una piccola ma preziosa selezione di dipinti, fotografie e grafiche originali dell'artista, cui si aggiungono tre film sperimentali.
Dagli anni Dieci agli anni Quaranta del Novecento, le opere scelte dai curatori Katalin Nagy T., Arianna Angelelli, Claudio Crescentini e Gloria Raimondi aprono lo sguardo su una creatività versatile e multiforme, che seppe spaziare dalla grafica alla scultura, dalla pittura al video e alle scenografie teatrali, fino alle nuove strade che Moholy-Nagy delineò per la fotografia, accreditandosi presto come il principale esponente del Bauhaus in questo campo. In futuro, diceva l'artista, l'analfabeta “non sarà chi non sa scrivere, bensì colui che non sa fotografare”. Ma l'anima delle sue opere è trasversale alle arti, in quel segno grafico costruttivista che gli permise, quando fuggì a Chicago per sfuggire al nazismo, di aderire con naturalezza al gruppo degli American Abstract Artists.
In viaggio tra l'Ungheria e la Germania, la mostra romana racconta pratiche e teorie di un personaggio unico, che colpì Walter Gropius fin dal primo incontro, sviscerando i diversi aspetti del suo lavoro. E per contestualizzarlo al meglio non manca una sezione di dipinti e sculture dell'Avanguardia ungherese tra Espressionismo e Bauhaus, per la maggior parte mai esposte in Italia e che oggi rappresentano la cultura visiva dell'Europa centrale dagli anni Venti ai Quaranta.
In questa stagione Roma e Budapest sono legate da un rapporto speciale: nella capitale italiana è presente in una nutrita colonia di artisti ungheresi, come testimoniano i filmati d'epoca arrivati per la mostra dall'Istituto Luce-Cinecittà. Nelle sale della GAM contribuiscono a illustrare l'interscambio artistico con particolare riferimento all'influenza del Bauhaus dipinti, grafiche e rari documenti provenienti dal Centro Ricerca Documentazioni Arti Visive della Soprintendenza Capitolina: tra questi, il carteggio tra Gropius, Moholy-Nagy e il pittore italiano Enrico Prampolini.
Leggi anche:
• 1919-2019, un secolo di Bauhaus
Dagli anni Dieci agli anni Quaranta del Novecento, le opere scelte dai curatori Katalin Nagy T., Arianna Angelelli, Claudio Crescentini e Gloria Raimondi aprono lo sguardo su una creatività versatile e multiforme, che seppe spaziare dalla grafica alla scultura, dalla pittura al video e alle scenografie teatrali, fino alle nuove strade che Moholy-Nagy delineò per la fotografia, accreditandosi presto come il principale esponente del Bauhaus in questo campo. In futuro, diceva l'artista, l'analfabeta “non sarà chi non sa scrivere, bensì colui che non sa fotografare”. Ma l'anima delle sue opere è trasversale alle arti, in quel segno grafico costruttivista che gli permise, quando fuggì a Chicago per sfuggire al nazismo, di aderire con naturalezza al gruppo degli American Abstract Artists.
In viaggio tra l'Ungheria e la Germania, la mostra romana racconta pratiche e teorie di un personaggio unico, che colpì Walter Gropius fin dal primo incontro, sviscerando i diversi aspetti del suo lavoro. E per contestualizzarlo al meglio non manca una sezione di dipinti e sculture dell'Avanguardia ungherese tra Espressionismo e Bauhaus, per la maggior parte mai esposte in Italia e che oggi rappresentano la cultura visiva dell'Europa centrale dagli anni Venti ai Quaranta.
In questa stagione Roma e Budapest sono legate da un rapporto speciale: nella capitale italiana è presente in una nutrita colonia di artisti ungheresi, come testimoniano i filmati d'epoca arrivati per la mostra dall'Istituto Luce-Cinecittà. Nelle sale della GAM contribuiscono a illustrare l'interscambio artistico con particolare riferimento all'influenza del Bauhaus dipinti, grafiche e rari documenti provenienti dal Centro Ricerca Documentazioni Arti Visive della Soprintendenza Capitolina: tra questi, il carteggio tra Gropius, Moholy-Nagy e il pittore italiano Enrico Prampolini.
Leggi anche:
• 1919-2019, un secolo di Bauhaus
LA MAPPA
NOTIZIE
VEDI ANCHE
-
Roma | Tra città e museo, un itinerario nel segno dei contrasti
Tony Cragg a Roma, dalle piazze del centro alle Terme di Diocleziano
-
Cuneo | Dal 30 novembre al 30 marzo presso il Complesso Monumentale di San Francesco
Da Roma a Cuneo con Canaletto, Van Wittel, Bellotto. Il Gran teatro delle città va in scena in una mostra
-
I programmi da non perdere dal 2 all’8 dicembre
La settimana dell’arte in tv, dalla Roma di Raffaello ad Artissima 2024
-
Roma | L’opera dall'Art Institute of Chicago in mostra fino al 27 gennaio
La speranza fondata sull'amore. La Crocifissione bianca di Chagall inaugura a Roma un nuovo spazio museale
-
Roma | A Roma dal 26 novembre al 30 marzo
Tiziano, Lotto, Crivelli, Guercino. Ai Musei capitolini arrivano i capolavori della Pinacoteca di Ancona
-
Roma | A Roma un importante intervento di valorizzazione
Tornano a splendere i gioielli del Vittoriano. Nuova luce grazie al restauro firmato Bulgari