Si amplia ancora il percorso di visita al sito
Prima delle Terme. A Caracalla apre una domus piena di sorprese
La stanza del culto nella Domus alle Terme di Caracalla I Courtesy Soprintendenza Speciale di Roma. Photo Fabio Caricchia
Francesca Grego
23/06/2022
Roma - Giove, Giunone, Minerva, ma anche Anubi, Iside e Serapide: divinità romane ed egizie regnano insieme nella domus riaperta dopo 30 anni alle Terme di Caracalla, e raccontano ai visitatori il carattere aperto e composito della capitale dell’Impero. Ma i segreti custoditi da queste rovine non finiscono qui. Insieme a un altro ambiente mai esposto al pubblico, regalano uno spaccato del quartiere prima della costruzione delle Terme e svelano la storia di un edificio molto raro nel panorama archeologico dell’Urbe: una domus trasformata in insula, con una casa signorile al piano terra e al primo piano, appartamenti di classe medio-alta ai livelli superiori e una bottega affacciata sulla strada. Anche gli affreschi che ornano la domus hanno un pregio speciale: risalgono all’età adrianeo-antonina, un periodo di cui non restano molte decorazioni in città, e custodiscono il mistero dei culti orientali che si praticavano tra le mura di casa.
Anubi I Courtesy Soprintendenza Speciale di Roma. Foto Fabio Caricchia
“Gli affreschi che oggi tornano visibili appartenevano a un edificio situato in un quartiere che agli inizi del III secolo venne distrutto per far spazio alle Terme di Caracalla”, spiega Daniela Porro, Soprintendente Speciale di Roma: “In questo modo i visitatori, oltre alla bellezza e all’interesse di queste pitture, potranno cogliere un pezzo di storia e le trasformazioni della città antica. Presentiamo anche un’anteprima: una piccola parte del prezioso soffitto di un ambiente mai esposto prima e che presto sarà aperto al pubblico. Un ulteriore tassello che va ad arricchire lo spazio delle Terme di Caracalla, fiore all’occhiello di questa Soprintendenza e della città”.
Pitture del triclinio, dettaglio I Courtesy Soprintendenza Speciale di Roma. Foto Fabio Caricchia
Nel vasto ambiente affrescato – con ogni probabilità una stanza dedicata ai culti religiosi - scopriremo due decorazioni sovrapposte: la prima, tipica dell’età adrianea, riproduce figure umane, statue e felini rampanti incorniciati da prospettive architettoniche; la seconda, risalente a circa 50 anni dopo, riunisce in un unico pantheon gli dei egizi e greco-romani.
“La presenza in uno stesso ambiente di Giove, Giunone e Minerva assieme ad Anubi, Iside e probabilmente Serapide è il segno di quel sincretismo religioso tipico dell’antica Roma fin dalla sua fondazione”, commenta il direttore delle Terme di Caracalla Mirella Serlorenzi: “Ma gli ambienti che ora apriamo sono di grande interesse anche perché mostrano a distanza di pochi metri il microcosmo di un’abitazione privata e il macrocosmo di un grande impianto imperiale, le Terme di Caracalla. Un confronto pieno di suggestioni che ci spinge a presentare una piccola anticipazione del soffitto di un secondo ambiente della domus, il triclinio ora oggetto di studi e ricerche per il suo restauro complessivo”.
Domus delle Terme di Caracalla, dettaglio di figura umana I Courtesy Soprintendenza Speciale di Roma. Foto Fabio Caricchia
Scavata nell’Ottocento a pochi metri dalla palestra orientale delle Terme, poi ricoperta e riportata alla luce negli anni Settanta del XX secolo, quando alcuni affreschi furono staccati a scopo conservativo, la domus porta i segni rivelatori di ristrutturazioni, ampliamenti, cambi di destinazione d’uso e modifiche decorative, che permettono di ripercorrerne lo sviluppo nel tempo. Il prossimo passo sarà il restauro dell’antica sala da pranzo (il triclinio) e in particolare degli affreschi della volta, crollata e trovata in frantumi dagli archeologi, che ora lavorano alla sua ricostruzione.
Dioniso, pittura parietale del triclinio I Courtesy Soprintendenza Speciale di Roma. Photo Fabio Caricchia
Anubi I Courtesy Soprintendenza Speciale di Roma. Foto Fabio Caricchia
“Gli affreschi che oggi tornano visibili appartenevano a un edificio situato in un quartiere che agli inizi del III secolo venne distrutto per far spazio alle Terme di Caracalla”, spiega Daniela Porro, Soprintendente Speciale di Roma: “In questo modo i visitatori, oltre alla bellezza e all’interesse di queste pitture, potranno cogliere un pezzo di storia e le trasformazioni della città antica. Presentiamo anche un’anteprima: una piccola parte del prezioso soffitto di un ambiente mai esposto prima e che presto sarà aperto al pubblico. Un ulteriore tassello che va ad arricchire lo spazio delle Terme di Caracalla, fiore all’occhiello di questa Soprintendenza e della città”.
Pitture del triclinio, dettaglio I Courtesy Soprintendenza Speciale di Roma. Foto Fabio Caricchia
Nel vasto ambiente affrescato – con ogni probabilità una stanza dedicata ai culti religiosi - scopriremo due decorazioni sovrapposte: la prima, tipica dell’età adrianea, riproduce figure umane, statue e felini rampanti incorniciati da prospettive architettoniche; la seconda, risalente a circa 50 anni dopo, riunisce in un unico pantheon gli dei egizi e greco-romani.
“La presenza in uno stesso ambiente di Giove, Giunone e Minerva assieme ad Anubi, Iside e probabilmente Serapide è il segno di quel sincretismo religioso tipico dell’antica Roma fin dalla sua fondazione”, commenta il direttore delle Terme di Caracalla Mirella Serlorenzi: “Ma gli ambienti che ora apriamo sono di grande interesse anche perché mostrano a distanza di pochi metri il microcosmo di un’abitazione privata e il macrocosmo di un grande impianto imperiale, le Terme di Caracalla. Un confronto pieno di suggestioni che ci spinge a presentare una piccola anticipazione del soffitto di un secondo ambiente della domus, il triclinio ora oggetto di studi e ricerche per il suo restauro complessivo”.
Domus delle Terme di Caracalla, dettaglio di figura umana I Courtesy Soprintendenza Speciale di Roma. Foto Fabio Caricchia
Scavata nell’Ottocento a pochi metri dalla palestra orientale delle Terme, poi ricoperta e riportata alla luce negli anni Settanta del XX secolo, quando alcuni affreschi furono staccati a scopo conservativo, la domus porta i segni rivelatori di ristrutturazioni, ampliamenti, cambi di destinazione d’uso e modifiche decorative, che permettono di ripercorrerne lo sviluppo nel tempo. Il prossimo passo sarà il restauro dell’antica sala da pranzo (il triclinio) e in particolare degli affreschi della volta, crollata e trovata in frantumi dagli archeologi, che ora lavorano alla sua ricostruzione.
Dioniso, pittura parietale del triclinio I Courtesy Soprintendenza Speciale di Roma. Photo Fabio Caricchia
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